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Fioristi e fiorai per matrimoni a rischio chiusura causa Coronavirus

D. S.
28/11/2024

Blocco alle cerimonie, serre bloccate, Fioristi e fiorai per matrimoni a rischio chiusura causa Coronavirus.

Mentre alcune attività commerciali riapriranno a partire dal 18 maggio, sono ancora tante le restrizioni in atto durante la fase 2 . Dunque c’è chi ha già pagato gli effetti della crisi economica e chi continuerà a pagarli. Sono tanti i commercianti ancora bloccati dall’inizio della pandemia, proprio come i fiorai. Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo 2020 ha sospeso, infatti, la vendita per le attività commerciali di piante e fiori sia su area pubblica che in sede fissa. La categoria, oltre a chiudere i battenti, è stata completamente dimenticata dalle misure di sostegno economico del decreto Cura Italia.

Una vera e propria strage non solo per i fiori che sono andati al macero, ma anche per i professionisti incaricati di realizzare addobbi floreali per feste e cerimonie.

Di conseguenza, nei mesi migliori dell’anno per queste attività, non c’è stata nessuna entrata economica. I migliori guadagni dell’anno, quelli primaverili, generati solitamente in questi mesi, sono spariti.  Il fiorito stagionale tra marzo e maggio rappresenta,infatti, l’apice degli sforzi ed anche dei guadagni.

Il  70% dell’intero fatturato annuale arriva in primavera. Tutta la filiera è, invece, bloccata per il lockdown. Il danno stimato sul comparto italiano è intorno al miliardo e mezzo di euro. Ma se è possibile ora ordinare fiori, non è ancora ripreso lo svolgimento di feste e cerimonie. Come fare, dunque, per i fioristi per matrimoni? Controcampus ha raccolto la testimonianza di Vincenzo Pettorino, floral design.

Fioristi e fiorai per matrimoni a rischio chiusura causa Coronavirus: cosa fare per resistere

Il coronavirus ha cancellato 17 mila matrimoni fino ad aprile, e la stima totale fino a giugno pare sia di 50 mila. Tra le categorie maggiormente colpite, c’è quella dei fiorai per matrimoni. Il loro settore e’ completamente congelato e non sono pochi i rischi per il fallimento. A raccontarci la sua testimonianza è Vincenzo Pettorino, per la categoria fioristi specializzati in matrimoni:” Siamo fermi dal 12 marzo scorso, in base a quanto stabilito dal Decreto. È l’intera filiera che ruota attorno a piante e fiori ad essere bloccata, fatta eccezione per la grande distribuzione, che lavora comunque a volumi ridotti”

Come fare, dunque, per resistere alla crisi? Vincenzo spiega: “La nostra è sicuramente un’attività non essenziale, ma abbiamo perso  il business maggiore dell’anno tra matrimoni, comunioni, lauree, e feste. Non chiediamo nulla se non di continuare a svolgere la nostra professione in cui abbiamo investito amore, passione e soldi. Inoltre, il Governo, oltre a dimenticarsi della mia categoria, ha creato non poca confusione. Infatti per i negozi di fiori al dettaglio il codice Ateco è ben diverso da quello dei florovivaisti, che hanno continuato a lavorare”.

Come cambia il matrimonio per i fiorai ai tempi del Covid-19

Nella fase 2 gli esercizi commerciali, al fine di limitare e contrastare la circolazione del coronavirus e garantire acquisti in sicurezza, devono rispettare molte norme igieniche e di distanza sociale. Ma quando sarà possibile festeggiare gli eventi e celebrare le nozze, cosa cambierà per i fioristi? A risponderci  è Vincenzo Pettorino: “Sicuramente gli sposi dovranno cambiare tipologia di fiore considerando  la loro stagionalità. La primavera è tempo di azalee, primule. Sono fiori che, anche se mantenuti bene, non possono essere venduti a giugno, qualora riprendessimo a lavorare per quella data. Per quanto riguarda, invece, le regole di sicurezza, oltre ai dispositivi individuali, le strutture e gli ambienti, come chiese e ristoranti, possono essere preparate al mattino presto senza alcun tipo di contatto ravvicinato con i clienti. La scelta dei decori può essere fatta anche on line.”

Secondo gli esperti prima di settembre-ottobre è improbabile che si possano celebrare le nozze. I professionisti del comparto wedding non possono in nessun modo sopperire alla mancanza di lavoro e di entrate economiche. Quali sono  le conseguenze e le possibili soluzioni da adottare  per far fronte all’emergenza dei fiorai? Vincenzo risponde: “La mia stagione iniziava già a fine febbraio e attualmente è stato tutto annullato fino a fine agosto. Consiglio alle coppie di scegliere un  mese invernale per fissare la data delle nozze. Gli italiani non sono fatti per celebrare le nozze in videoconferenza come deciso in America. Noi siamo per le feste, i contatti, le fotografie, i balli, i pranzi ai ristornati!”

Vincenzo conclude: “In inverno ci sono svariate sfaccettature di fiori per gli addobbi. Ci stiamo preparando per decorare  le location chiuse e  di dimensioni ridotte, creando comunque decori simpatici per abbellire eventuali distanziatori tra gli ospiti! Il mio augurio è che tutti i matrimoni vengano celebrati al più presto possibile!”

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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto
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