Riassunto breve dei Patti lateranensi, spiegazione e sintesi del contenuto del Trattato e della sua storia.
I Patti lateranensi sono degli accordi che ancora oggi regolano i rapporti tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede. Ad essi si deve la nascita di Città del Vaticano come Stato indipendente. Ma anche la riappacificazione tra Italia e Santa Sede dopo la rottura nel 1870. La necessità di promulgarli si colloca nell’ambito storico della Questione Romana. Gli accordi tra Repubblica Italiana e la Santa Sede, sono promossi dall’articolo 7 della Costituzione, nel 1984 sono sottoposti a revisione.
Il Concordato è rivisto per rimuovere la clausola riguardante la religione di Stato della Chiesa cattolica in Italia.
Il nuovo concordato è firmato a Villa Madama il 18 febbraio, da Bettino Craxi e il cardinale Agostino Casaroli. Con esso si concordava che il clero venisse finanziato da una parte dell’entrata IRPEF, attraverso il noto meccanismo dell’8xmille. Nulla vita che il Trattato possa sciogliersi, ma significherebbe riaprire la crisi tra i due Stati derivante dalla Questione Romana, conclusasi proprio con quella firma.
Scopri ora cosa sono e a cosa servono i Patti lateranensi tra Regno d’Italia e la Santa Sede, quale articolo li contiene e in che anno sono stati promulgati. Breve riassunto con spiegazione del contenuto del Trattato, da spiegare anche ai bambini.
Cosa sono i Patti Lateranensi tra Regno d’Italia e Santa Sede: riassunto e storia per esami
Nel 1870 con la Presa di Roma, il Regno d’Italia include nei suoi possedimenti quanto restava degli Stati della Chiesa. In questo modo si pone fine al potere dei papi. Nello stesso anno papa Pio IX emana l’enciclica, una lettera in latino indirizzata ai vescovi su questioni di dottrina cattolica. La Respicientes ea riporta la visione della Santa Sede sugli eventi: l’Italia è vista come un invasore illegittimo, che aveva fatto prigioniero il papa. Nel 1871 con la legge delle Guarentigie, l’Italia delinea unilateralmente i rapporti con la Chiesa. Tuttavia il papa non riconosce la legge, proprio perché unilaterale. Nel 1874 il papa vieta ai cattolici la partecipazione alla vita politica, divieto che verrà annullato nel 1919. In quel periodo gli ecclesiastici iniziano a sviluppare l’idea della sovranità di un mini Stato. Quanto bastava affinché il pontefice potesse agire liberamente.
Il desiderio del papa di comandare giuridicamente la Chiesa in seguito all’avvento del Fascismo, e quello di Mussolini di immettere nel movimento il cattolicesimo, portano alla firma dei Patti lateranensi. Prendono il nome dal Palazzo Laterano, in cui furono firmati. Essi non sono gli unici accordi stipulati negli anni successivi alla Prima guerra mondiale. Redatti con lo stesso intento, gli altri furono con Lettonia (1922), Baviera (1924), Polonia (1925), Lituania e Romania (1927), Prussia (1929) Germania nazista (1933). In Italia sono firmati l’11 febbraio 1929, e riconosciuti costituzionalmente nel 1948 con l’articolo 7. Qualsiasi modifica del Trattato doveva avvenire di muto accordo tra Stato e Santa Sede. Con le sentenze n.30 e 31 del marzo 1971, i Patti sono posto tra le fonti atipiche dell’ordinamento italiano. Vale a dire che esse non hanno la stessa natura delle norme costituzionali, ma sono comunque un gradino superiore rispetto alla fonti ordinarie.
Contenuto degli accordi tra Regno d’Italia e la Santa Sede
Il contenuto dei Patti lateranensi si distingue in tre documenti. Il primo è il Trattato che riconosceva l’indipendenza e la sovranità della Santa Sede. Grazie a questo Trattato si fonda lo Stato della Città del Vaticano. Il secondo è la Convenzione finanziaria, che regolava le questioni sorte in seguito alle spoliazioni degli enti ecclesiastici dalle leggi eversive. La Città del Vaticano è così esente dalle tasse e dai dazi sulle merci importate. Con l’articolo 1 l’Italia si obbliga a versare la somma di 750.000.000 lire, e di consegnare al Consolidato 1 miliardo di lire. Il terzo documento è il Concordato, che definiva le relazioni civili e religiose tra Chiesa e Governo. Prima di allora queste relazioni erano sintetizzate col motto libera Chiesa in libero Stato. Gli accordi garantirono l’esenzione dal servizio militare e il riconoscimento del cattolicesimo come religione di Stato italiano. In cambio il Pontefice doveva giurare fedeltà.
La Conciliazione tra Stato e Chiesa per la risoluzione della Questione Romana si concludono in maniera soddisfacente per entrambe le parti. Le trattative per riallacciare i rapporti iniziano nell’anonimo ONMI. Qui tre sacerdoti si riuniscono in segreto per discutere e studiare le varie possibilità. I lavori durarono tre giorni, al termine dei quali padre Genocchi porta il lavoro al Segretario di Stato Vaticano. Così il 26 agosto 1926 sono designati i due incaricati: Mussolini, per il Governo, e papa Pio XI, per la Santa Sede. La data scelta per la firma è l’11 febbraio, 71° anniversario della prima apparizione di Nostra Signora di Lourdes. Questa stava ad indicare la soddisfazione della Chiesa per i nuovi patti. Nel discorso del 13 febbraio il papa riconosce Mussolini come un uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare. Il discorso passerà alla storia proprio per questo passaggio.