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Rientro scuola a settembre 2020: come sarà secondo modalità MIUR

Daniela Saraco 5 Giugno 2020
D. S.
25/11/2024

Come sarà il rientro a scuola a settembre 2020 secondo le disposizioni del ministro Azzolina del MIUR: dal distanziamento alle modalità di frequenza.

Misure di igiene scolastica e prevenzione, rischi di assembramento e dispositivi di sicurezza per tornare tra i banchi dopo il coronavirus.

L’emergenza sanitaria da Covid-19 non ha bloccato la scuola italiana. Con la didattica a distanza, difatti, l’anno scolastico è stato validato. Seppure con tante polemiche da parte delle famiglie, dei sindacati e  di alcuni docenti, al punto da organizzare un No Dad Day, le lezioni on line hanno permesso non solo la continuità didattica, ma la valutazione degli alunni per il superamento al prossimo anno o per gli esami di terza media e di maturità.

Eppure la scuola manca. Non solo dal punto di vista umano, ma c’è necessità di rientrare tra i banchi di scuola per garantire il diritto agli studi di tutti.

Soprattutto per gli studenti più piccoli che imparano a leggere, a scrivere, a socializzare, a rapportarsi fuori dal contesto famiglia.

Gli esperti  danno indicazioni per la riapertura degli istituti scolastici. Ma come sarà il rientro a scuola 1 settembre 2020? Ci sarà molto da lavorare per consentire il rientro in aula in tutta sicurezza. Oltre le modifiche strutturali degli edifici, è indispensabile garantire il distanziamento sociale. Dunque si al rientro a scuola a settembre 2020 in presenza, ma in assoluta sicurezza. È questo l’obiettivo del Governo e del Miur, che hanno  ricevuto  dal Comitato tecnico-scientifico istituito per l’emergenza coronavirus il documento con le misure per il rientro a  scuola a settembre 2020. Scopriamo come tornare tra i banchi ma soprattutto cosa ne pensano genitori e docenti sul ritorno senza aver trovato una cura al coronavirus.

Come sarà il rientro a scuola a settembre 2020, modalità MIUR: distanziamento e frequenza

Il Governo è al lavoro per riportare tutti gli studenti in classe. Il Miur ha comunicato il piano di riapertura per tornare tra i banchi in sicurezza. Il  Ministro  Azzolina spiega  che il documento del comitato scientifico sarà ampliato da quello del Comitato di esperti del Ministero dell’Istruzione. La scuola dovrà infatti conciliare il contenimento del rischio di contagio con il recupero della normale attività per studenti e lavoratori del mondo dell’Istruzione.  Quali sono, dunque, le regole da rispettare? Tra le principali ci sono il distanziamento fisico e le misure di igiene e prevenzione. Come attuarle? Con il costante impegno di alunni, famiglie, dirigenti, docenti e personale ATA.

Il distanziamento interpersonale di almeno un metro va garantito nelle aule, con una conseguente rimodulazione degli spazi. Vanno limitati gli assembramenti nelle aree comuni come mense e palestre. Difatti  saranno privilegiati gli spazi esterni per lo svolgimento della ricreazione, delle attività motorie o per programmate attività didattiche.

La presenza dei genitori nei locali della scuola dovrà essere ridotta al minimo. All’ingresso della scuola non sarà necessaria la rilevazione della temperatura corporea. Ma chiunque avrà una sintomatologia respiratoria o temperatura superiore a 37,5° dovrà restare a casa. Prima della riapertura della scuola sarà prevista una pulizia approfondita di tutti gli spazi. Le pulizie, poi, dovranno essere effettuate quotidianamente. Saranno resi disponibili dispenser con prodotti igienizzanti in più punti della scuola. Sarà necessario indossare la mascherina ma solo per i bambini da 6 anni. Per organizzare al meglio il rientro a scuola a settembre 2020 ci vorrà davvero tanto impegno da parte di tutti i componenti che quotidianamente affollano aule e istituti scolastici. 

Cosa ne pensano genitori e docenti, rientrare a scuola prima del vaccino

L’apertura della scuola per l’anno scolastico 2020/2021 divide le famiglie, sia degli studenti della scuola primaria di primo e secondo grado, che quelle dei ragazzi della scuola secondaria. C’è, infatti, chi pensa che i bambini abbiano il diritto di tornare perchè la DAD non permette di vivere l’aspetto umano e sociale che la scuola garantisce. C’è, chi, invece, non farà tornare i figli tra i banchi se non ci sarà una cura reale. Per gli studenti delle elementari, medie e superiori sono al vaglio diverse soluzioni e dipendono dall’evolversi dell’epidemia. Tra le ipotesi di rientro a scuola a settembre 2020:

  • ritorno a scuola senza cambiamenti;
  • ritorno a scuola in piccoli gruppi:  metà degli studenti potrà partecipare in presenza alle lezioni, l’altra metà in modalità on line;
  • se il contagio non dovesse diminuire, si procede con la Dad. 

Il  rientro a scuola a settembre 2020 è vissuto con maggiore preoccupazione dai genitori degli alunni  dell’infanzia. Gli alunni della scuola dell’infanzia non dovranno indossare la mascherina, come previsto per i minori di 6 anni di età. Il rispetto delle misure di prevenzione non può essere preteso da più piccoli. Saranno però organizzate apposite esercitazioni per tutto il personale della scuola, per prendere dimestichezza con le misure previste. Ma sarà possibile mantenere il distanziamento sociale tra bambini così piccoli? Basterà usare igienizzante e mantenere le superfici pulite per evitare un eventuale contagio? Come saranno organizzati i momenti di mensa e merenda? Al momento non ci sono misure chiare e norme che consentano di poter prevedere la riapertura delle scuole a settembre 2020.

Le testimonianze di genitori e docenti sul rientro scuola a settembre 2020

Il Decreto Legge Rilancio pubblicato ha stabilito diverse risorse da destinare alle scuole in vista del prossimo anno scolastico, proprio per la ripartenza in sicurezza. Ma basterà ai docenti sapere di avere nuovo personale con cui dividere classi e turni ?

Abbiamo chiesto ad Annalisa Della Sala, docente di scuola dell’infanzia, il suo parere sul rientro a scuola a settembre 2020:”Questa triste realtà non ha cure specifiche. Difatti, è tutto in via sperimentale. Dunque, anche un vaccino al momento non mi darebbe comunque sicurezza. I bambini devono relazionarsi e dovrebbero rientrare a scuola. Ma le istituzioni devono organizzarsi in modo serio, provvedendo a fornire non solo materiale igienizzate e disponendo le pulizie quotidiane, ma dando regole chiare e rigide. I genitori devono essere istruiti sul da farsi e devono impegnarsi sul rispetto delle regole!”

E le famiglie cosa pensano? A risponderci è Luana Esposito, madre di due bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e la primaria: “Mi preme precisare che non sono favorevole al rientro a scuola a settembre 2020. Esprimo il pensiero anche  di tanti altri genitori che hanno paura di mandare i figli a scuola senza aver ricevuto un vaccino che possa proteggerli dal virus. Inoltre non capisco la differenza tra bambini con età inferiore e superiore ai sei anni per le mascherine. I piccoli sono forse immuni dal virus? Non credo proprio!”

La signora Luana conclude:” Virologi e scienziati ci anticipano che con l’autunno ci sarà una nuova ondata di contagi. Quindi con il rientro a scuola a settembre 2020 è a rischio la salute dei nostri piccoli, delle insegnanti e di tutti coloro che lavorano a scuola, per non parlare del rischio che corrono le famiglie dei bambini!

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto