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Quale università scegliere dopo il tecnico agrario: facoltà e lavoro

Daniela Saraco 21 Luglio 2020
D. S.
21/07/2024

Consigli e indicazioni per sapere quale università scegliere dopo il tecnico agrario : cosa studiare e cosa diventare, sbocchi professionali previsti.

Le informazioni necessarie per chi vuole iscriversi all’università con la maturità tecnica agraria, i corsi appropriati e opportunità di lavoro o di studio post diploma.

Gli studenti diplomati al tecnico agrario sono appassionati di natura, territorio e paesaggi. Quale università scegliere, dunque, dopo il tecnico agrario? Quali sbocchi professionali sono previsti? Ricordiamo che la Riforma Gelmini ha modificato la scuola Secondaria da Tecnico Agrario in “Agraria, Agroalimentare ed Agroindustria”. L’istituto è stato inserito nel settore tecnologico. Di conseguenza non sono pochi gli sbocchi occupazionali per i diplomati del settore agrario. Le possibilità di impiego riguardano le aziende che producono e commercializzano mezzi di produzione agricola.

Ma esistono altre possibilità come le aziende che progettano giardini o prodotti specifici. Per chi vuole continuare gli studi, invece, quale università scegliere dopo il diploma tecnico agrario? La maturità agraria permette l’iscrizione a qualsiasi corso di laurea o alle università di settore. Le più appropriate sono scienze agrarie, medicina veterinaria, biotecnologie ed enologia.

Il diploma di agraria, infatti, fornisce competenze nel campo dell’organizzazione e della gestione delle attività produttive, di trasformazione e valorizzazione del settore. In particolare gli studenti apprendono le tecnologie di trasformazioni e di tracciabilità dei prodotti agricoli. Dunque, imparano i processi tecnologici e biotecnologici per la qualità, l’importanza del territorio, le varie differenze di paesaggio e  la corretta utilizzazione dei reflui e dei residui.

Tra le competenze sviluppate  ci sono l’assistenza, la vigilanza e la progettazione in campo agrario e zootecnico. I singoli istituti tecnici prevedono inoltre specifici indirizzi. I più comuni sono  viticultura ed enologia e gestione ambientale e del territorio. Vediamo nel dettaglio quale università scegliere dopo il diploma di tecnico agrario.

Quale università scegliere dopo l’Istituto tecnico agrario: facoltà e corso di laurea appropriato

Quale università scegliere dopo il tecnico agrario?  La maggior parte degli studenti sceglie la facoltà di agraria. I seminari di orientamento organizzati dai vari dipartimenti di agraria delle università d’Italia sono molto utili. Ogni università, infatti, dispone di un centro d’orientamento nato per chiarire i dubbi degli studenti sui vari corsi di laurea. Le opportunità sono tante e molto dipende dall’ambito che appassiona di più lo studente.

La Preside Rita Cerchia, già membro delle commissioni per l’orientamento consiglia: La Laurea in Agraria è un percorso di studi universitari che si articola in due fasi composte dalla laurea triennale e, successivamente, dalla laurea magistrale. Di conseguenza, gli studenti possono scegliere se seguire un percorso per le competenze tecnico scientifiche oppure preferirne uno per la formazione tecnica professionale. Nel primo caso c’è la possibilità di proseguire la carriera accademica in una laurea specialistica. Nel secondo caso gli sbocchi professionali sono tanti. Gli studenti hanno anche la possibilità di partecipare a dei laboratori specializzanti, ad esercitazioni in laboratorio o ad attività esterne.”

Facoltà universitarie per diplomati agrario: adatta e semplice

I diplomati agrari hanno molte possibilità. Gli sbocchi occupazionali sono tanti e coinvolgono il settore agroalimentare, la tutela del territorio e dell’ambiente, la gestione del verde, le energie alternative, l’agriturismo e tutte le attività annesse al settore agricolo. Dunque, gli operatori del settore agrario hanno il lavoro assicurato. Ma quale facoltà scegliere dopo il tecnico agrario?

A risponderci è la Preside Cerchia:” La facoltà di Agraria è sicuramente la più indicata. I laureati possono, infatti,  lavorare nel settore agricolo come in quello agroalimentare. I liberi professionisti, invece, possono  iscriversi all’albo e avviare un’attività in proprio. C’è anche la possibilità  di collaborare con la Regione, la Provincia o i Parchi Naturali.

La Preside conclude: “E’ bene specificare che gli Agrotecnici e gli Agrotecnici Laureati fanno parte di un albo unico. Gli Agronomi e Forestali sono invece divisi in due sezioni. In particolare, una prima sezione per i laureati magistrali  e una seconda sezione per i soli laureati triennali.”

Elenco facoltà universitarie per diplomati Istituto tecnico agrario

Quale università scegliere dopo il tecnico agrario? Vediamo  le facoltà più appropriate per chi ha questo diploma:

  • scienze agroalimentari, alimentari e forestali;
  • zootecnica;
  • biotecnologie agrarie;
  • medicina veterinaria;
  • enologia.

Gli studenti che  non intendono proseguire gli studi ma vogliono iniziare a lavorare hanno molte opportunità. Gli sbocchi professionali possibili sono :

  • imprese agrarie e agroindustriali;
  • industria di produzione dei mezzi agricoli;
  • industrie di trasformazione e conserviere;
  • ristorazione;
  • imprese di grande distribuzione alimentare;
  • parchi nazionali;
  • aree protette.
© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto