>
  • Meoli
  • Chelini
  • Bonanni
  • Casciello
  • Gelisio
  • Tassone
  • Dalia
  • Grassotti
  • Crepet
  • De Leo
  • Antonucci
  • Scorza
  • Catizone
  • Baietti
  • Gnudi
  • di Geso
  • de Durante
  • Carfagna
  • Valorzi
  • Liguori
  • Quaglia
  • Barnaba
  • Bonetti
  • Ward
  • Califano
  • Falco
  • Mazzone
  • Quarta
  • Alemanno
  • Cacciatore
  • De Luca
  • Ferrante
  • Leone
  • Buzzatti
  • Paleari
  • Boschetti
  • Pasquino
  • Andreotti
  • Rinaldi
  • Cocchi
  • Miraglia
  • Rossetto
  • Romano
  • Algeri
  • Bruzzone
  • Romano
  • Santaniello
  • Napolitani
  • Coniglio

Come diventare dirigente pubblico: cosa fare, corsi e formazione

Daniela Saraco 25 Settembre 2020
D. S.
21/11/2024

Guida pratica e completa su come diventare Dirigente Pubblico: ecco  cosa sapere sulla PA, requisiti, concorso, titoli di studio e formazione.

Il tuo sogno è amministrare una scuola o dirigere una azienda pubblica? Diventare dirigente nella pubblica amministrazione, non è affatto semplice. Ci sono infatti requisiti che bisogna avere, oltre che è necessario vincere un concorso. Anzitutto per intraprendere una carriera da dirigente devi possedere una laurea. Inoltre è necessario  avere  una grande esperienza in ambito amministrativo.

Gli incarichi dirigenziali all’interno delle pubbliche amministrazioni rappresentano un traguardo molto ambito.  Questo sia perché offrono una considerevole stabilità lavorativa, sia per la remunerazione che per il prestigio sociale riconosciuto a chi ricopre questa mansione. Ma quale è la strada  per assumere incarichi dirigenziali? Ecco una breve guida su come diventare dirigente pubblico.

Il dirigente è un impiegato dello Stato o di un altro ente pubblico, incaricato di dirigere un ufficio. Anche nelle scuole esiste un direttivo amministrativo, oltre il dirigente scolastico. In ogni amministrazione dello Stato è istituito il ruolo dei dirigenti. Questi si suddividono in  prima e  seconda fascia.

In linea generale, ai dirigenti spetta la gestione  degli atti e provvedimenti amministrativi. Si occupano poi della finanza, con autonomi poteri di spesa. Organizzano le risorse umane, strumentali e di controllo.  Sono i responsabili in via esclusiva dell’attività amministrativa, della gestione e dei relativi risultati. Per assumere questo ruolo professionale è necessario avere titoli e requisiti per affrontare un concorso pubblico. Più titoli si possiedono, più alta è la possibilità di superare le prove.

Al concorso possono partecipare solamente coloro che hanno una laurea magistrale o specialistica. Un’opportunità di carriera per tutti i cittadini laureati e per chi lavora da 5 anni nelle pubbliche amministrazioni. Ma come diventare dirigente pubblico? Vediamolo nel dettaglio.

Come diventare dirigente pubblico: con la laurea o solo diploma, istruzione scolastica e formazione

Come diventare dirigente pubblico? Quale strada percorrere? La qualifica di dirigente è distinta in prima e seconda fascia. L’accesso alla qualifica di dirigente di seconda fascia  avviene per concorso indetto dalle singole amministrazioni, o per corso-concorso selettivo di formazione. Questo è  bandito dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione. Il concorso per titoli ed esami, serve ad assumere il cinquanta per cento dei posti da ricoprire. E’ articolato con  lo svolgimento di due prove scritte ed una prova orale. Possono essere ammessi tutti coloro che possiedono:

  • laurea nonché laurea specialistica, diploma di specializzazione, dottorato di ricerca, o altro titolo post-universitario
  • i dipendenti di ruolo laureati delle pubbliche amministrazioni con cinque anni di servizio svolti in posizioni funzionali
  • i dipendenti laureati di strutture private con  cinque anni di esperienza lavorativa

Per la prima fascia, invece, la procedura concorsuale  è indetta dalle singole amministrazioni. Sono  ammessi i dirigenti di ruolo delle pubbliche amministrazioni che hanno maturato almeno cinque anni di servizio nei ruoli della dirigenza di seconda fascia. E’ indispensabile avere la  laurea magistrale.

Oltre i titoli di studio, è necessario possedere i requisiti generali di accesso al pubblico impiego. Le recenti norme contro la corruzione prevedono l’obbligo per un Dirigente di non poter:

  • svolgere attività professionali;
  • assumere cariche di componente di organi di indirizzo politico.

Maria Rosaria esposito, DSGA, ci spiega: “Sono dirigente amministrativo dal 2008 e ho assunto tale posizione dopo il superamento di un concorso per titoli ed esami. Per diventare un dirigente pubblico bisogna avere la laurea.”

Che lavoro fa un dirigente e quanto guadagna

Ma quali sono le mansioni di un dirigente nella pubblica amministrazione italiana? Hanno molti compiti e poteri, come:

  • formulare proposte
  • curare l’attuazione dei progetti, dei relativi atti e provvedimenti amministrativi
  • dirigere e controllare l’attività degli uffici
  • individuare le  risorse e i profili professionali necessari allo svolgimento dei compiti dell’ufficio cui sono preposti
  • provvedere alla gestione del personale e delle risorse finanziarie

A spiegarci meglio cosa fa un direttivo della PA è Maria Rosaria Esposito, dirigente amministrativo al Terzo Circolo Didattico di Castellammare di Stabia:Il lavoro di DSGA è molto impegnativo. Abbiamo tante mansioni e scadenze da rispettare. Non ci occupiamo solo dell’amministrativo. Difatti, coordiniamo e verifichiamo i risultati conseguiti dal personale ATA. Effettuiamo la supervisione, con ampi margini di autonomia operativa, dei servizi contabili.”

Il DSGA conclude: “L’orario di lavoro si articola in 36 ore settimanali. La paga è molto bassa in proporzione alle responsabilità. Percepiamo però l’indennità del MOF.”

Lo stipendio di un dirigente pubblico varia molto. In  media è di 81 mila euro annuali. Di  circa 60 mila euro, invece, è la paga per i dirigenti della scuola e i dirigenti non medici del servizio sanitario nazionale.

Corsi per diventare dirigente pubblico e formazione

Quali sono i corsi da seguire per un ruolo direttivo nelle PA? I vincitori del concorso sono assunti dall’amministrazione. Prima del conferimento dell’incarico, sono tenuti a frequentare un ciclo di attività formative, organizzato dalla SNA della durata massima di dodici mesi. Otto  mesi di formazione generale si svolgono alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione. I restanti  4 mesi di formazione specialistica avviene presso le amministrazioni di destinazione. Durante il corso sono previste prove di valutazione intermedie e finali.

Esistono anche i corsi di specializzazione post diploma. Hanno durata biennale e si concludono con un esame. La figura professionale direttiva, inoltre, ha il compito di aggiornare il proprio profilo. Come? Partecipando ai corsi di formazione erogati dalle PA.

Per essere un buon dirigente è necessario avere caratteristiche umane e professionali fuori dal comune. Dunque una forte preparazione, carisma ed empatia risultano fondamentali!

© Riproduzione Riservata
© Riproduzione Riservata
Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto