In questi mesi si è a lungo discusso della manifestazione dei sintomi da Covid, che in alcune persone è nulla. Gli esperti hanno a lungo parlato di questa particolare categoria di soggetti positivi, anche perché sono tendenzialmente i più numerosi. È dunque fondamentale conoscere non soltanto il significato della parola asintomatico, ma anche le caratteristiche dell’infezione, come l’incubazione, le cure per loro prescritte.
Sapere quali sono i sintomi del Covid e percentuale di diffusione crea ancora grande confusione. Ma sapere cosa vuole dire asintomatico al Coronavirus, contribuisce ad evitare l’ulteriore diffusione del virus nella popolazione. Ma andiamo con ordine, cercando ci chiarire cosa significa trovarsi in questa condizione. Ed anche quali sono le indicazioni relative alla durata e termine dell’isolamento se si pensa di aver contratto il virus.
Prima di approfondire la questione relativa alla trasmissione e contagiosità di questa condizione, indaghiamone meglio il significato. Questi soggetti si definiscono così perché, pur avendo contratto il virus non presentano alcun sintomo, o comunque ne presentano lievi o estemporanei. Non soffrendo dell’infezione tendenzialmente non accedono alle cure sanitarie superiori, ed addirittura molti non si accorgono nemmeno di essere malati.
Ci sono numerose e sedicenti opinioni che sostengono che l’elevatissima presenza di questi soggetti in qualche modo minimizzi l’emergenza epidemica nazionale. La teoria di fondo è che questi soggetti senza sintomi non hanno bisogno, di solito, di un ricovero ospedaliero. Conseguentemente, poiché l’emergenza più evidente è il sovraffollamento delle terapie, la presenza massiccia di questi soggetti in qualche modo risolverebbe una parte del problema.
Non importa al momento se questa teoria sia vera o falsa. Resta il fatto che gli asintomatici Covid sono contagiosi, significato è quindi legato a soggetti che hanno contratto il Coronavirus, solo che non mostrano particolari sintomi dell’infezione. Analizziamo ora i vari aspetti di questa condizione.
Contagiosità asintomatici Covid 19: incubazione e carica virale, cosa fare in caso di contagio
Gli asintomatici al Coronavirus sono contagiosi, alcuni sostengono addirittura che siano più pericolosi di quelli che invece manifestano sintomi lievi o moderati. Allo stesso modo dei sintomatici e dei paucisintomatici, hanno un periodo di incubazione del virus. Al di là della definizione approfondita di incubazione, questo periodo generalmente va dal momento in cui si contrae il Coronavirus, fino al momento in cui si manifestano i sintomi. Però la definizione dell’incubazione diventa difficile per queste persone che i sintomi non li manifestano mai o comunque li manifestano in maniera talmente lieve da non essere preoccupanti.
Per questi soggetti, il periodo d’incubazione è comunque più o meno corrispondente a quello degli altri positivi. Il tempo medio è tra i cinque e i sei giorni.
Anche in questo caso per carica virale si intende invece il numero delle copie di materiale genetico del virus presenti in un millilitro di materiale biologico. In parole povere, quante particelle di virus circolano nel corpo. La carica virale è importante per un fondamentale motivo. E cioè il fatto che è, generalmente, direttamente proporzionale alla contagiosità. Il contagio viene calcolato sulla base della carica virale, sulla percentuale di virus presente nel sangue.
Ma se in questo caso i sintomi del tutto assenti fanno presupporre una carica virale bassa, questo significa che sono meno contagiosi in assoluto? No. Studi recenti hanno dimostrato che chi non manifesta il Covid può avere la stessa carica virale dei soggetti con sintomi lievi (i cosiddetti paucisintomatici).
Gli asintomatici Covid, sviluppano anticorpi, ma questi sono in percentuale molto inferiore rispetto a quella dei sintomatici (62% contro 81%). Inoltre il 40% di chi non ha sintomi perde queste protezioni appena due mesi dopo aver contratto l’infezione (contro il 12% dei sintomatici).
Ma quindi che fare quando si risulta positivi senza sintomi? Bisogna prendere le stesse precauzioni e rispettare le stesse regole previste per gli altri positivi. Bisogna cioè mettersi in quarantena, almeno per il periodo corrispondente alla durata della malattia.
Quanto dura il contagio Coronavirus positivi senza sintomi
Le persone che contraggono il virus ma lo manifestano possono rimanere positive per molto tempo, esattamente come chi li manifesta. Quanto dura, in media, questa infezione?
Prima di analizzare questo problema bisogna fare una premessa. Tutti i soggetti positivi contraggono il virus, il SARS-CoV-2. Di questi soggetti, solo alcuni manifestano i sintomi della malattia da virus, il Covid-19 appunto. Ma in ogni caso si è comunque positivi.
Tra le cose neseccario da conoscere, è sapere quanto tempo dura il covid negli asintomatici, la durata in cui una persona resta positiva, non corrisponde alla presenza di sintomi.
L’asticella è fissata dalla normativa italiana a dieci giorni dalla prima rilevazione della malattia.
Questo non significa che dopo dieci giorni tutti gli asintomatici guariscono, cioè “si negativizzano”. È un’unità di tempo fissata in media, trascorsa la quale la persona senza sintomi viene sottoposta ad un tampone. Se questo test è negativo, allora significa che non è più presente nell’organismo una quantità pericolosa di virus. Quest’ultima ipotesi però non è sempre quella che realmente si verifica. Ci possono essere persone che restano positive, sempre senza sintomi, ben oltre questo tempo medio.
I dieci giorni sono fissati perché gli ultimi studi hanno dimostrato che la quantità di carica virale nel naso ed in gola si abbassa di solito subito dopo lo sviluppo dei sintomi (o, per dalla prima positività) e che la durata reale dell’infettività non è solitamente più lunga di dieci giorni dalla presentazione degli stessi.
Trattamento del virus negli asintomatici e contatti con altre persone
Resta necessario conoscere la tipologia di contatti che si possono avere con gli asintomatici Covid, famigliari, amici e conoscenti, si possono avvicinare o rischiano il contagio?
Le persone che non presentano alcun sintomo (o ne presentano di lievissimi, come un mal di gola o una febbre leggera) non rientrano nei piani di trattamento domiciliare previsti da vari ordini sanitari regionali. Non è stata stilata, cioè, una lista di medicinali o cure per chi si ritrova in questa situazione.
Non è ovviamente una scelta arbitraria. I medicinali e le cure non servono per guarire dal SARS-CoV-2 (per il quale non esiste ancora un vaccino), ma per ridurre i sintomi. Quando non ci sono manifestazioni della malattia o sono queste talmente lievi da rendere futile l’utilizzo dei farmaci, non è necessario ricorrervi. Comunque, qualora si volessero attenuare i fastidi che possono presentarsi, i medici di base hanno dato l’OK per l’utilizzo del paracetamolo e degli antinfiammatori. Niente antibiotici o cortisone, a meno che il disagio non persista per più giorni, e niente eparina (da utilizzare solo nei soggetti privi di mobilità).
Regole particolari sono state invece ideate per i pazienti di età superiore a 60 anni, ridotta mobilità o presenza di altri fattori di rischio: in caso anche solo di sintomi moderati, si può prescrivere l’eparina, l’antibioticoterapia (per evitare un’infezione batterica estranea al Covid) o il cortisone.
Dunque, per quanto riguarda i contatti con le altre persone, bisogna ricordare che gli asintomatici Covid, sono comunque malati e soprattutto è contagiosi. Per questo anche i soggetti senza sintomi devono rispettare obbligatoriamente la quarantena fino a quando non si avrà un tampone negativo. Bisogna rispettare le stesse precauzioni: isolamento domiciliare, distanza di sicurezza e dispositivi di protezione personale.