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Come diventare caporedattore di un giornale: formazione e stipendio

D. S.
19/11/2024

Ecco come diventare caporedattore di giornale: percorso di studi, formazione, ruoli, produzione e pubblicazione sui media, editing e correzione, stipendio.

Come diventare caporedattore di un giornale

Come diventare caporedattore di un giornale

La redazione di un giornale ha un organigramma complesso con tante figure professionali. Questo affascinante mondo,  con l’avvento del web e la diffusione crescente delle testate online, sta vivendo una fase di profondo cambiamento.

Il mestiere di giornalista, sia professionista sia pubblicista, richiede certamente passione per la scrittura. Ma anche una buona dose di capacità comunicative, che solo studio ed esperienza  diretta sul campo consentono di raggiungere. Il giornalista fa informazione, illumina aspetti della realtà che altrimenti non sarebbero conosciuti. Eppure all’interno di una redazione, ciascuno ha un suo ruolo, lavorare nell’editoria significa anche adeguarsi a mansioni e al taglio della testata per cui si è assunti.

Chi vuole diventare redattore, ha il compito di occuparsi della ricerca, produzione, selezione e revisione di testi destinati alla pubblicazione sui media. Il suo obiettivo è la pubblicazione di contenuti di qualità formalmente corretti e rispettosi delle linee guida editoriali.

Ma chi ha grandi ambizioni e si chiede come diventare caporedattore, allora deve sforzarsi di comprendere responsabilità e mansioni più grandi. Prima di indagare lo stipendio di un caporedattore, occorre conoscere oneri e doveri di questo professionista. Che ha certamente una lunga gavetta, e sa bene come diventare giornalista, redattore o editore. Cerchiamo di fare chiarezza per ciascuna di queste figure. Avere consapevolezza dell’organigramma di una redazione, è certamente ill primo passo da compiere per capire come diventare caporedattore, cosa fa e quanto guadagna.

Come diventare caporedattore di un giornale, diploma, laurea: formazione e percorso di studi

Per diventare professionisti della comunicazione, è certamente utile ottenere una laurea. Tra le facoltà più idonee, segnaliamo Scienze politiche, Scienze della comunicazione o Lettere moderne. Tuttavia, il percorso formativo più idoneo può essere diverso, a seconda della testata o rivista alla quale si desidera lavorare. Ad esempio, se desideri fare il caporedattore di una rivista di moda, è utile frequentare corsi di formazione per quel settore. Se hai una laurea in un’altra disciplina, hai comunque la possibilità di diventare caporedattore. E’ consigliabile associare alla laurea un master e maturare anni di esperienza nella professione. Potrai quindi diventare redattore, e grazie alla esperienza ed alle capacità maturate, puoi pensare di fare un ulteriore salto avanti nell’organigramma della redazione. Ma prima di vedere come diventare caporedattore di un giornale, cerchiamo di chiarire meglio anche cosa fa un redattore.

Il redattore, o Editor, è una figura trasversale, che può ricoprire diverse funzioni in base al contesto lavorativo. In una casa editrice, è il professionista che segue tutte le fasi che portano alla pubblicazione di un libro o in generale di un prodotto editoriale. Queste fasi di lavorazione comprendono  l’elaborazione del progetto editoriale, la revisione del testo per quanto riguarda chiarezza, coerenza, l’organizzazione dei contenuti, la correzione di bozze, fino ad arrivare all’impaginazione.

Diverso è, invece, il lavoro del redattore di un giornale o di una rivista. In questo caso è  un giornalista inserito in una particolare area tematica, come cronaca, politica, economia, sport,  e riporta al proprio caposervizio. Quest’ultimo si occupa di rivedere gli articoli prodotti dagli altri giornalisti, titolare i pezzi, scegliere e predisporre le foto, le didascalie, in coordinamento con la redazione.

Cosa fa un caporedattore  di un giornale e quanto guadagna

Proviamo adesso a capire come diventare caporedattore, attraverso le parole di uno dei professionisti più apprezzati dell’editoria italiana, Claudio Cerasa, giovanissimo direttore de Il Foglio, prestigiosa testata nazionale. Cerasa è stato per diverso tempo caporedattore, prima che Giuliano Ferrara gli affidasse la guida del Foglio.

Alla domanda di PrimaOnline su come vengono reclutati i redattori al Foglio, Cesara afferma: “Per un buon 70%, attraverso gli stage. Per spuntarla sono indispensabili due qualità: dedizione e competenza. Alcuni, pochi, vengono arruolati dall’esterno da Giuliano, come ad esempio Paolo Rodari e Francesco Cundari.  Siamo una redazione giovane, 30 anni o poco più di media, se si eccettuano i dirigenti navigati.” Cerasa ha svolto ginnasio e liceo al Mamiani, storico istituto romano e frequentato l’università La Sapienza. Dopo la laurea in Scienze della comunicazione ha iniziato la carriera giornalistica scrivendo per Capital e La Gazzetta dello Sport, poi ha lavorato per dieci anni al Foglio di cui è stato anche caporedattore, prima di prendere il posto di G. Ferrara nel 2015 come direttore.

Dopo aver spiegato come diventare caporedattore, spieghiamone le mansioni. Ci sono caporedattori per tutti i tipi di pubblicazioni, dalle riviste ai quotidiani, ai blog, all’editoria libraria. L’insieme delle competenze necessarie per la professione è, in generale, comune a diversi settori: giornali stampati e online, riviste e pubblicazioni accademiche.

Tra le tipiche mansioni di un caporedattore rientrano anche la scrittura di articoli e contenuti editoriali, la conduzione di ricerche e approfondimenti tematici, la raccolta di informazioni e la verifica delle notizie. Spesso inoltre un caporedattore deve curare la versione online di giornali e riviste per quanto riguarda gli aspetti contenutistici, stilistici e di grafica. Inoltre si occupa della scrittura SEO per il posizionamento dei contenuti e l’indicizzazione delle news.

Corsi per diventare caporedattore: quali sono e quali fare

La formazione di un capo editor rientra in quella specifica dei giornalisti. Le scuole di giornalismo in Italia sono dodici. Queste sono riconosciute dall’Ordine dei giornalisti, l’ente pubblico che ha il compito di regolare e mantenere aggiornati gli elenchi di chi svolge la professione giornalistica.

Le scuole  permettono di svolgere un periodo di praticantato, equivalente a quello che si può svolgere all’interno delle redazioni. Questo consente l’accesso all’esame di stato per diventare professionisti. Oppure ci si può iscrivere a una scuola di giornalismo, completando questo periodo con uno stage a cui si viene indirizzati dalla scuola. Ci sono, inoltre, moltissimi altri percorsi di studi universitari dedicati al giornalismo o master specifici, come:

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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto
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