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Sindrome di Hikikomori e Coronavirus: conseguenze dell’isolamento

R. C.
23/11/2024

Relazione tra sindrome di Hikikomori e Coronavirus: sintomi, cause, conseguenze e cura dell'isolamento secondo la psicologa Anna Quaglia.

Sindrome di Hikikomori e Coronavirus

Sindrome di Hikikomori e Coronavirus

Uno dei problemi portati dalla pandemia è sicuramente quello del restare chiusi in casa come forma di prevenzione. Con l’isolamento la sindrome di Hikikomori per Covid-19 ha riscontrato un aumento dei casi di questo particolare fenomeno psichiatrico. Il Coronavirus, in Italia così come negli altri Paesi del mondo, ha costretto le persone a vivere tra le mura domestiche in lockdown. Una condizione forzata che può innescare un malessere profondo di natura psicologica. Le conseguenze dell’isolamento, infatti, possono portare ad un ritiro dal lavoro o dalla scuola, nonché dall’interazione sociale. Una chiusura in sè stessi controproducente e senza sbocchi se non affrontata adeguatamente. Bisogna quindi capire subito i sintomi della sindrome di Hikikomori nei bambini con il lockdown e negli adolescenti.

Vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche di questo stato di disagio comportamentale con la psicologa Anna Quaglia, con la quale abbiamo anche affrontato le problematiche legate alla sindrome della Capanna da Coronavirus.

Un focus su sintomi, cause, conseguenze e terapia dell’isolamento. Un problema sociale amplificato dal Covid ma di matrice orientale, precisamente giapponese. Capiremo dunque come si ricollega tale fenomeno psichiatrico alla pandemia, i segnali di manifestazione e come uscirne e guarire.

Cos’è la sindrome di Hikikomori: sintomi, cause e trattamento per aiutare chi ne soffre

Cerchiamo di capire cos’è la sindrome di Hikikomori: cause, sintomi e trattamento per aiutare chi ne soffre. In Italia così come nell’intero globo tale malessere sociale è attualmente connesso al Coronavirus, dato l’isolamento forzato in cui versa l’intera popolazione mondiale. Una forma di prevenzione del contagio che però rischia di incidere seriamente a livello psicologico, specie sui giovani. Si rischia si sfociare nell’isolamento sociale volontario, e che il numero di ragazzi hikikomori aumenti in Italia vertiginosamente. Ragazzi che si chiudono in sè stessi non interagendo più e chiamandosi fuori da contesti educativi e lavorativi. Ma evitare la depressione da isolamento e la sindrome Hikikomori da Coronavirus è possibile, individuando tempestivamente i sintomi. Il punto in merito della psicologa Anna Quaglia:

“Va specificato innanzitutto che non si tratta di una sindrome ma di uno stato di malessere comportamentale che nasce nella società giapponese a causa delle forti pressioni del governo. Dunque anche del sistema educativo genitoriale orientale. Qui i ragazzi tra i 15 ed i 30 anni soffrono un gravissimo ritiro sociale, restano chiusi nelle proprie stanze arrivando addirittura a non lavarsi o andare a fare la spesa. Le cause sono da rintracciarsi in un grande rifiuto del conformismo da parte della cultura nipponica. In tale contesto i giovani rifiutano quello che i padri hanno cercato di inculcare loro: ossia la ricerca del potere che comporta una fuga dalla realtà e dalle responsabilità” – spiega la psicologa –

Quindi prosegue – “Da un lato c’è questo elemento, dall’altra poi esiste una grossa difficoltà nelle relazioni sociali dove i ragazzi mancano nel riconoscimento e nella gestione delle emozioni. La differenza con il Covid è che la sindrome di Hikikomori nei bambini e adolescenti per definirsi tale deve durare dai sei agli otto mesi. La quarantena invece non ha questa connotazione temporale”.

Conseguenze psicologiche isolamento da Covid sui giovani

Spostiamo l’attenzione ora sulle conseguenze psicologiche dell’isolamento causa Covid sui giovani. I potenziali casi in aumento della sindrome di Hikikomori con il lockdown potrebbero essere solo la punta di un iceberg. La costrizione tra le mura domestiche ha provocato infatti una sempre crescente voglia di restare in casa. Un distacco dall’ambiente esterno, dalle relazioni sociali o ancora da scuola e lavoro. Una condizione che spesso viene sottovalutata poichè ritenuta comune e normale ma che non è tale. Non va dunque presa sotto gamba ma capita nell’immediato per sapere come guarire ed uscirne. Le indicazioni a riguardo della psicologa Quaglia:

“Ciò che consiglio è di non sottovalutare i primi sintomi come il ritirarsi dal mondo della scuola o del lavoro, dando per scontato che essi si risolvano da soli. Ma occorre comprendere che tale stato non è normale e per tanto bisogna stare vicino ai giovani che lo manifestano per aiutarli a risolverlo. Per riconoscere questo stato di malessere un altro elemento ricorrente nei ragazzi è il rifugiarsi nel mondo dei manga, dei disegni e nell’utilizzo esclusivo dei social network per interagire. Questo modo d’agire altro non è che un’espressione del desiderio di anticonformismo simboleggiato appunto dai manga. Una chiara avvisaglia del fenomeno psichiatrico in questione che per tanto va rilevato”.  

Sindrome Hikikomori e Coronavirus: come evitarla restando a casa

Possiamo aiutare adolescenti e bambini: sindrome di Hikikomori e Coronavirus possono portare ad una depressione da isolamento sociale. Ma si possono contrastare queste conseguenze psicologiche da lockdown capendo  cosa fare per evitare che figli, amici, alunni o nipoti diventino ragazzi hikikomori restando chiusi in camera o a casa. Coltivare i legami con i genitori, i parenti, etc. può essere di grande aiuto per non cadere nell’isolamento. Non evitare il dialogo o il confronto con gli affetti ma rafforzarlo. Questa è una chiave di sfogo e di apertura per combattere il disagio sociale in questione. Ulteriori consigli sul trattamento dalla psicologa Anna Quaglia:

“Chiaramente il trattamento in casi simili è quello della psicoterapia dove bisogna insegnare ai ragazzi a riconoscere i propri stati d’animo come normali, dunque validi. Inoltre istruirli a convivere con la frustrazione e le problematiche tipiche dell’adolescenza. Altro aspetto fondamentale è lavorare su tutti i disturbi d’ansia derivanti dall’isolamento e anche sulle capacità di assertività dei giovani. Questi devono riuscire ad esprimere bisogni e desideri in modo autentico, e per farlo devono imparare un lessico emotivo. Di sicuro restare in casa è purtroppo un fattore comune per i ragazzi, i quali però possono sfruttare tale situazione per rafforzare i legami familiari restituendo ad essi un valore. Stringersi quindi intorno al focolaio domestico può rappresentare un’ottima soluzione”.

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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