Ma come andrà questa volta? Le scuole resteranno aperte o gli studenti torneranno di nuovo alla didattica a distanza? A fare il punto della situazione un docente, la dottoressa, Maria Giovanna Falco alla quale si agonica l”opinione degli studenti.
Capofila della riapertura della scuola la Toscana, che è stata una delle pochissime eccezioni. Di conseguenza, lungo la penisola si vedono differenze circa le le date e le modalità di accesso.
Non è la prima volta che si tenta di riaprire gli istituti; l’iniziativa era stata già presa dal governo a settembre, con un successo purtroppo limitato. Ad oggi, sulle disposizioni del MIUR riferimento a gennaio 2021 gli enti territoriali hanno innestato un variegato mosaico di disposizioni regionali.In Basilicata ci sarà la DAD per le superiori fino al 31 gennaio, come pure in Calabria: dal 7 l’infanzia. Dall’11 le elementari e medie: DAD fino al 31 gennaio per le superiori. La riapertura scuola in Campania il 18 gennaio è per gli studenti dal 3° anno della scuola elementare. Il 25 potrebbero tornare in presenza i ragazzi delle medie e delle superiori. In Emilia Romagna e Umbria il 25 è previsto il ritorno delle scuole superiori. In Friuli Venezia Giulia e Veneto: apertura delle superiori dopo il 31 gennaio; nel Lazio le scuole superiori aprono dal 18 gennaio, come in Liguria. Mentre in Puglia la scuola riapertura scuola elementare, media e superiori è dal 25 gennaio 2021.
Com’è evidente dalla molteplicità di disposizioni territoriali, la questione della riapertura della scuola a gennaio 2021 non è di facile soluzione. Soprattutto perchè a breve le disposizioni del nuovo DPCM di Conte potrebbe cambiare nuovamente le carte in tavola.
Riapertura scuola gennaio 2021: cosa ne pensano i docenti della ripresa della didattica in presenza
Come già detto, le disposizioni normative variano da regione a regione. L’enorme difficoltà nel coordinare gli sforzi territoriali si innesta su una paura diffusa di contagio nelle scuole. Timore che ha portato molti genitori, anche recentemente, a protestare contro le decisioni del Ministero dell’Istruzione.
La ministra Azzolina si è espressa, ritenendo che ormai la DAD, la famosa didattica a distanza, non funzioni più. Una parte dell’opinione pubblica si è schierata in suo favore, mentre altri sostengono che l’insufficienza della didattica non basti a giustificare un rientro prima del tempo. In riferimento alle varie e contestate differenze rispetto alle date di accesso, vediamo l’opinione della dirigente scolastica Maria Falco:
“Il clima di enorme incertezza che stiamo vivendo a causa del diffondersi incessante del coronavirus, si riflette in modo inequivocabile, sulle scelte di riapertura o meno delle scuole anche per il 2021. La data fissata a livello nazionale è nel mirino dei singoli governatori chiamati a decidere per le proprie Regioni quale sia il meglio. Per questo motivo, ad oggi, navighiamo in acque profonde, senza avere la minima idea di quando si potrà realmente tornare fra i banchi di scuola, intesa in ogni ordine e grado!” – spiega la docente Falco, sottolineando l’incertezza che deriva dalla discrezionalità delle regioni e soprattutto dall’imprevedibilità della pandemia di Coronavirus.
Quindi prosegue “Il 7 gennaio, 14 gennaio, in alcuni casi si parla di un rinvio a data da destinarsi, certo è che la situazione epidemiologica in Italia non rende possibile fare previsioni a lungo termine, specialmente su temi così delicati.”
Nuove modalità didattica in presenza al 50%
Altro punto dolente è quello delle modalità di rientro, la questione propriamente tecnica della riapertura della scuola a gennaio 2021. Molta attenzione si è concentrata sul bisogno di limitare il numero di studenti sui mezzi di trasporto pubblico. In questo senso, quindi, il premier Conte ha affermato che la regolamentazione debba essere varata nel segno della “flessibilità”.
Permettendo alle regioni di organizzarsi autonomamente, si vuole consentire una modulazione del rientro degli studenti.
La ratio alla base della decisione è ovviamente quella di impedire assembramenti, in particolare nei mezzi di trasporto, ma non è un’idea consolidata o condivisa da tutti.
“Tiene banco l’argomento su tutti i fronti e ognuno avanza proposte e soluzioni: ingressi scaglionati dalle 8.00 alle 10.00, aumento del servizio di trasporto pubblico, didattica in presenza per il 50% degli studenti.” – fa sapere la docente Maria Giovanna Falco –
Qui si fa riferimento alle indicazioni generali dell’esecutivo, che aveva avanzato delle proposte sullo scaglionamento degli alunni. Come già premesso, però, la discussione è ancora in corso e soprattutto è ancora accesa.
“A mio parere” Continua la Dott.ssa “È prematuro parlare di riapertura, così come è prematuro credere che si possa riportare fra i banchi la metà della popolazione scolastica.”
Il punto di vista dei docenti sulla riapertura scuola gennaio 2021
Ma la riapertura della scuola a gennaio 2021 non è costituita solo da norme e regolamentazioni. Sono gli insegnanti ad essere in prima linea, a preoccuparsi non solo di come e quando si tornerà, ma anche della sicurezza e dell’efficacia dell’istruzione.
In questo senso, alcuni moti spontanei di protesta si sono espressi contro, per esempio, l’opzione di riapertura della scuola superiore a gennaio 2021, ritenendo la data troppo precoce. Altre parti hanno invece sostenuto questa decisione, condividendo l’opinione per cui la DAD non costituisce più un modo adeguato di proseguire per gli studenti. Vediamo sulla questione il punto di vista della Dott.ssa Falco:
“Le soluzioni sulle modalità tecniche di rientro vanno vagliate non solo giorno per giorno, ma anche territorio per territorio e, per quel che mi riguarda, devono prevedere soprattutto la profilassi periodica di tutto il corpo docente, amministrativo, del personale ATA e degli studenti, almeno quelli delle scuole secondarie. Questo mi sembra un aspetto poco affrontato nel dibattito politico eppure di fondamentale importanza per garantire la ripartenza del sistema scolastico. ” Sostiene la dirigente.
Poi conclude “Allo stesso modo mi domando come mai si parli così diffusamente di riapertura imminente, ma si preveda poi la vaccinazione per gli insegnati non prima di marzo. Una domanda sorge spontanea: perchè?”
Il punto di vista degli studenti sulla riapertura scuola gennaio 2021
Oltre agli insegnanti, anche gli studenti hanno le loro opinioni in merito alla riapertura. In particolare, gli alunni più grandi, quelli delle scuole superiori, che tra l’altro sono anche quelli che rientreranno più tardi. Vediamo quindi l’opinione di Mattia, studente del quarto anno di un liceo scientifico in provincia di Napoli:
“Secondo il mio pensiero, il ritorno a scuola andrà fatto, perchè può aiutare gli studenti ed ha tutti i benefici collegati alla didattica in presenza. Tuttavia, non è necessario al punto tale da prendersi il rischio collegato. Di conseguenza, la soluzione sarebbe finire quest’anno scolastico ed attendere che almeno la metà, o almeno la maggior parte della popolazione sia vaccinata, per ridurre il rischio che deriverebbe dal rientro a scuola. Questo perchè gli studenti, per andare a scuola, si spostano e creano problemi di traffico e di affollamento sui mezzi pubblici.”
Poi continua “Non credo che il rientro a scuola sia necessario per migliorare l’offerta didattica. Questo perchè noi – lo studente e la sua classe, ndr – abbiamo trovato lo studio in videolezione molto efficace. I voti sono più alti, si studia di più, abbiamo più tempo per fare i compiti a casa ed in classe, che si sono differenziati rispetto al solito compito scritto.” Alla domanda se le misure in adozione (rientro al 50%, scaglionamento degli ingressi, separazione delle classi) possano essere effettive ed efficaci, risponde “Possono funzionare, credo che funzionerebbero, ma ripeto: il rientro a scuola non vale anche il rischio che ne consegue.”