• Barnaba
  • Ferrante
  • Alemanno
  • Valorzi

Riapertura università dal 2021: corsi, lezioni, esami in presenza

M. S.
17/07/2024

Il problema della riapertura delle università nel 2021: modalità di ingresso, tenuta corsi, lezioni ed esami in presenza: il punto di Caterina Miraglia, docente universitario.

Riapertura università dal 2021

Studenti Covid

A condizionare nuovamente la riapertura delle università il Covid. Il virus segue una curva pandemica altalenante che tiene in scacco il nostro paese da ormai quasi un anno. La discussione sugli atenei e sulla loro attività didattica va ormai avanti da molti mesi, tra critiche ed apprensione.

A parlare della riapertura delle università Manfredi, a capo dell’omonimo ministero e responsabile delle politiche di coordinamento governative in materia.

L’attesa sulle decisioni si protrae ormai da mesi. In primo luogo si era parlato di apertura delle università a settembre 2020. La politica generale faceva riferimento ad un innesto complementare di didattica in presenza e a distanza. La previsione si coordinava poi con la discrezionalità delegata ai singoli Rettori, in ragione delle differenze tra i vari atenei italiani. L’operazione è partita in tutta la penisola, permettendo per esempio la riapertura delle università a Napoli, Pisa e Milano. E tuttavia, a novembre il dettato normativo ha dovuto fare i conti con l’introduzione del nuovo sistema a zone rosse, arancioni e gialle.

La diversa conformazione normativa del territorio ha permesso, infatti, ad alcuni atenei di rimanere aperti; tutti gli altri, invece, hanno visto ridursi le proprie possibilità di offerta didattica. Al momento, come da previsione per DPCM del 3 dicembre su quando riapriranno le università con il Coronavirus, la data è fissata a febbraio 2021. Vediamo allora il punto della situazione con Caterina Miraglia, professoressa ordinaria di Istituzioni di diritto privato presso l’Università degli studi di Salerno.

Inoltre, l’opinione di Pasquale Abbatiello, studente di Giurisprudenza all’università Federico II e membro dell’associazione studentesca Studenti Giurisprudenza

Riapertura università dal 2021: date e modalità svolgimento corsi, lezioni, esami in presenza

Quando riapriranno le università in Italia, non è facile stabilirlo in anticipo o secondo un calendario. Saranno i singoli atenei a decidere quando e come riaprire, anche se la previsione generale del ministro Manfredi indica febbraio 2021 come data ufficiale.

Ma il sistema costruito sulla commistione delle norme generali con le decisioni dei singoli rettori funziona? Vediamo il punto sulla questione della Professoressa Caterina Miraglia.

“Non riesco ad apprezzare complessivamente (questo sistema), perchè è vero che ogni ateneo ha le sue caratteristiche e quindi solo il rettore conosce il suo ateneo, però si sarebbe dovuto dividere in due grandi fasce. Una che riguarda la competenza specifica di tutte le università, e quindi non una sì e una no, e contemperare questa naturalmente con la struttura fisica dell’ateneo. Tutte le misure che sono state adottate, che vengono adottate, difettano di una prospettiva di lungo termine. Se noi ogni venti giorni cambiamo le regole, il meccanismo si inceppa. In un anno avremmo potuto già razionalizzare diversamente. Ma naturalmente, altro è parlare, altro è operare.” 

La prof. Miraglia fa riferimento poi alla questione specifica degli studenti di primo anno, che sono per il momento gli unici a rientrare con la riapertura delle università: “Hanno sicuramente una maggiore soddisfazione” a seguire i corsi e fare esami in presenza, sottinteso “perchè il rapporto umano, specie al primo anno, è significativo. Io parto sempre dall’idea che un professore non deve impartire solamente la lezione sterile, perchè parliamo di ragazzi che sono tutti capaci, per fortuna, di studiare autonomamente; ma hanno bisogno di una guida.

Poi conclude la Miraglia: “Si può provare a razionalizzare in questi termini. La stessa cosa varrebbe per gli esami, principalmente per le sedute di laurea dove -ahimè- si dovrebbe creare un sistema in cui anche i familiari declinino la loro presenza in maniera che l’aula delle laure sia controllata in ingresso e in uscita. Certo, questo comporta un minimo di sacrificio, però dà quel grande vantaggio della solennità; perchè il momento della discussione della tesi è un momento che segna per tutta la vita, ed io gli do una grande importanza.”

Apertura università dal 2021: cosa ne pensano gli studenti

Al momento, l’unica categoria garantita nel rientro è solo quella delle matricole. Ma anche gli altri appartenenti alle comunità universitarie hanno sviluppato un loro pensiero. Con un punto di vista proveniente dalla Campania, sentiamo sulla questione l’opinione di Pasquale Abbatiello. Studente di quarto anno alla facoltà di Giurisprudenza della Federico II, ha parlato così delle modalità e delle misure di riapertura delle università con il Coronavirus:

“Ci sarà tendenzialmente un’apertura mista, alcuni studenti online ed alcuni in presenza. Questo ovviamente lasciando discrezionalità alle università, ed io ritengo in maniera estremamente corretta. È naturale che un’università grande come la Federico II, a cui io sono iscritto, debba disciplinare il rientro diversamente rispetto ad un università più piccola, come può essere per esempio un campus.”

Continua poi sulla questione del mancato coordinamento da parte dell’esecutivo. Ci sarebbe dovuta essere una regolamentazione generale di base come per le scuole? “No, perchè rispetto alle scuole l’università è completamente differente da ateneo ad ateneo, quindi penso che la scelta di Manfredi sia la migliore in questo momento.”

Sul rientro delle matricole, sostiene:Nonostante la voglia i noi studenti degli anni superiori di rientrare -perchè è più utile stare in presenza e confrontarsi- credo che si debbano privilegiare le matricole. Siamo stati tutte matricole e sappiamo che il primo anno è il più difficile, è quello di orientamento, quando forse è più necessaria la presenza e il contatto fisico. Se si deve scegliere chi privilegiare, senza dubbio nelle matricole.

In conclusione, sull’interrogativo se sia giusto o meno riaprire le università, conclude: “No, perchè il rischio sarà ancora alto, e saremo ancora con pochi vaccinati. Se bisogna prendersi il rischio, solo al primo anno e solo con modalità mista, anche per i campus e per le università  più piccole.”

Idee dei docenti per una apertura università dal 2021 in sicurezza

Le misure ipotizzate -o ipotizzabili- per corsi, lezioni ed esami sono sufficienti per l’ottenimento di una minima serenità al momento del rientro in aula?

Parlando anche dal punto di vista della riapertura dell’università UNISA, la Professoressa Caterina Miraglia si esprime così:

Premesso che la serenità è difficile conquistarla, si possono mettere in campo solamente delle azioni di cautela. Ci vuole una programmazione dipartimento per dipartimento. Gli orari di lezione, a mio parere, andrebbero concentrati; per cui con un’intera giornata dedicata a quegli esami che hanno un credito maggiore, anziché sviluppare (le lezioni) su tre giorni, cosa che comporterebbe una occupazione di aule sanificate che poi devono essere risanificate.” Sostiene la Prof.ssa, per poi continuare: “Si potrebbe pensare di occupare l’aula con un’unica platea e quindi dividere in fascia giornaliera, per cui anziché fare sei ore in tre giorni settimanali farei sei ore in un intera giornata.”

Parlando in particolare dell’UNISA, ma comunque riferendosi in maniera generale alle precauzioni che possono essere prese per la riapertura dell’università, Miraglia prosegue: “(Per la sicurezza) provvede l’università stessa. Specialmente noi che siamo campus, e quindi nel campus abbiamo un incommensurabile vantaggio, quella che è una cittadella solo per gli studenti. Si potevano organizzare dei corridoi, non solamente con lo scanner (termico) ma anche con una presenza di personale medico competente, per orientare gli studenti verso quei percorsi già controllati per cui si deve andare verso la facoltà e le singole aule.

Con una considerazione su quanto fatto fino ad ora dal Governo: “Io avrei fatto tante conferenze di servizi” dice Miraglia “però naturalmente il ministro decide così. In realtà, ripeto, c’è una disfunzione rispetto al sistema.” Conclude la prof. Caterina Miraglia, poi: “Bisognava, così come adesso bisogna trovare una strada di programmazione reale e poi cercare di perseguirla.”

© Riproduzione Riservata
Martina Sapio Studentessa di Giurisprudenza alla Federico II di Napoli, scrivo per la sezione Attualità e vedo nel giornalismo il modo migliore di mettere in pratica le mie conoscenze. Ho sempre amato scrivere così come ho sempre amato informarmi sul mondo che mi circonda, sul suo modo di cambiare e di evolversi. Per questo ho deciso di iniziare ad esplorare questo mondo. Capire da quali meccanismi è mossa la nostra società. Mi interesso in particolar modo di politica e di tematiche economiche, sia di carattere nazionale che internazionale, di come queste costanti influenzino tutti noi. Nello scrivere cerco di essere quanto più diretta e chiara possibile: un lavoro di ricerca e di rifinitura che ha come obiettivo la sola, vera informazione. Leggi tutto
Exit mobile version