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Bambini sui social network: rischi e conseguenze nella crescita

C. S.
24/11/2024

Esistono vantaggi e svantaggi dei bambini sui social network, ma anche rischi pericoli e conseguenze nella crescita dei piccoli con un profilo Facebook, Instagram o TikTok.

Bambini sui social network

Bambino su Facebook

Il web è una preziosa risorsa anche per per un bambino. Basti pensare ai contatti tra amici e parenti resi possibili in epoca di pandemia. E’ l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza a farlo sapere. La rete permette di esprimersi, imparare e interagire. Ma è necessario che genitori e scuola vigilino.

Due minori su tre dichiarano di possedere un profilo attivo sui social. Si tratta di una condizione che impone ai genitori il massimo controllo e prudenza. Devono conoscere il web, e dimostrare di saperlo usare, evitando di assumere comportamenti che possano essere esempi negativi.

Sentiamo sempre più spesso parlare di furti d’identità, giochi pericolosi che portano anche alla morte, come avvenuto per una bambina di 10 anni su Tik Tok. Fenomeni come Blue Whale e Jonathan Galindo che hanno portato al suicidio di diversi ragazzini. Grooming, abuso e sfruttamento dei minori, incitamento a comportamenti autolesivi o sfide estreme che possono finire tragicamente.

E se è vero che molti genitori sono in allarme per l’uso massiccio che fanno i bambini sui social network, altri invece sembrano incentivare questo uso, e come nel caso dei baby influencer. 

Quello dei minori su Facebook, Twitter, Instagram e Tik Tok, non è un problema legato solo alla privacy, con la pubblicazione di video e foto del bambino. Ma ci sono anche pericoli e conseguenze strettamente connesse alla crescita dei minori, che è inevitabilmente condizionata dalla loro esperienza diretta sui social network. Basti pensare alle numerose inserzioni pubblicitarie, che ne condizionano i giusti, le scelte e lo sviluppo sano della loro individualità. Ma sul web possono esserci anche interazioni pericolose, che portano anche a stati di ansia e depressione.

Cerchiamo di capire quali sono i rischi e le conseguenze nella crescita dei bambini sui social network, rimedi per proteggerli e tutele.

Il punto della dottoressa Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia, e la logopedista Tiziana Rossetto.

Cosa succede ai bambini sui social network con un profilo attivo: svantaggi, rischi e pericoli

I minori che hanno un profilo Facebook, Twitter, Instagram o TikTok sono esposti a numerosi pericoli e minacce. I genitori che sono consapevoli dell’esistenza di profili dei loro bambini sui social network, quindi di foto e video ne hanno conoscenza, devono tutelarli dai rischi della rete, conoscendone vantaggi e svantaggi. E’ dunque necessario seguire i figli, monitorare, sapere quali sono le insidie e soprattutto quali comportamenti attuare per proteggere i minori.

E’ anche per questo che l’Autorità garante per l’infanzia è intervenuta dichiarando che servono norme in materia più rigide. Sarà propio la dottoressa Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia a fornirci maggiori chiarimenti e rassicurazioni.

I pericoli che si nascondono dietro un uso poco attento dei social e del web sono tanti – Afferma la Garante e continua –  “Voglio richiamare l’attenzione su un altro aspetto che talora rimane invisibile. Vale a dire i rischi della profilazione dei minorenni per ragioni commerciali. I siti tengono conto dei comportamenti degli utenti, registrando le pagine visitate. I click, i like e ogni altro elemento di interazione utile per individuarne i gusti e il profilo personale”. 

“Il pericolo per bambini, è quello di vedere limitato il proprio ambito di interesse, in conseguenza delle offerte o dei contenuti che vengono loro mostrati. Perché “già di loro interesse” chiudendoli in una bolla. Questo impedisce una sana evoluzione“. – Fa sapere la dott.ssa Carla Garlatti -.

Conseguenze, rischi e pericoli minori sui social

Siamo oltre al problema della normativa del GDPR e privacy legata all’autorizzazione da parte del genitore della pubblicazione di foto di bambini sui social network. La questione è molto più complessa, considerati i rischi e pericoli dei piccoli. I minori sono condizionati dalle loro stesse interazioni, in maniera spesso inconsapevole, sia dal punto di vista commerciale, che psicologico. Nei casi più estremi, possono finire nella trappola di malintenzionati con epiloghi tragici.  Lo ricordano casi di cronaca come quello del Blue Whale o del Jonathan Galindo.

E’ la dottoressa Tiziana Rossetto presidente della Federazione Logopedisti Italiani a farci luce sulla materia.

I bambini sono ormai, oltre che nativi digitali, abili fruitori dei social network. – Dichiara la Dottoressa Rossetto -. “Tantissimi sono stati gli episodi drammatici dove alcuni minori, spinti a provare emozioni, sono caduti in chat pericolose. Sfide che hanno anche compromesso la loro vita. Questa è una conseguenza molto grave ed è un campanello d’allarme per la salute mentale dei minori. Ma anche per gli adulti che convivono con loro”.

“Le maggiori conseguenze nella crescita dei bambini sui social network sono nell’ambito della privacy che viene completamente annientata. Come anche nell’abbattimento del muro che separa il virtuale dal reale. Anche perchè spesso i minori utilizzano i social senza controllo e soprattutto, per riempire vuoti reali di socializzazione”. – Fa sapere la logopedista –

Un’altra conseguenza è che i social determinano i canoni e i gusti dei bambini, soprattutto dove è assente una dimensione genitoriale. Questo è una conseguenza molto grave perchè comporta un distacco sia dalla formazione che dall’istruzione scolastica“. – Conclude la dottoressa Tiziana Rossetto -.

Come proteggere i bambini sui social network: parental control e norme

Occorre che i genitori possano proteggere i bambini sui social network, vantaggi ci sono come abbiamo detto, ma anche svantaggi, rischi e pericoli. I figli non possono iscriversi da soli, è questo l’imperativo dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.

I gestori di Facebook, Instagram, Twitter e TikTok non solo devono migliorare il sistema di iscrizione, ma devono “migliorare la tecnologia di blocco dei contenuti non appropriati”. 

Non bastano i parental control o i Family link di Google che consentono ai genitori di creare un account specifico per gestire da remoto l’account del figlio.

“Ciascuno può e deve fare la propria parte. – Dichiara Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e continua -. “I gestori delle piattaforme devono verificare realmente l’età degli utenti. Rendere operativi sistemi di controllo che impediscano l’accesso a contenuti non appropriati per i minorenni”.

“I genitori, da parte loro – Sottolinea il Garante – “devono vigilare sull’uso che i figli fanno degli strumenti tecnologici. Cercare di condividerne la conoscenza e tenere comportamenti non contradditori”.

“Poi c’è la scuola Aggiungeche ha un ruolo fondamentale nella formazione delle nuove generazioni. Infatti, la scuola dovrebbe rafforzare le iniziative didattiche ed educative sin dalla primaria. Sfruttare le opportunità offerte dalla legge 92/2019 che ha introdotto l’educazione digitale come branca dell’educazione civica”.

Ma ci sono aspetti positivi nell’avere i bambini sui social network, vantaggi legati alla formazione, socializzazione e istruzione pedagogica. 

Oggi non si può pensare di impedire l’accesso a internet a bambini e ragazzi che sono nati digitali. La rete ha degli aspetti positivi.

“Permette di informarsi, studiare e socializzare. Ciò su cui si deve investire è l’educazione tanto degli adulti che dei più piccoli, a un uso responsabile dei socialBisogna badare che l’uso della rete non induca a pensare che è necessario postare una storia o avere un certo numero di like per esistere”. –  Conclude Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia. –

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Cristina Siciliano Sono laureata in Lettere Moderne e specializzanda in Filologia Moderna (curr. Umanistica Digitale). Ho esperienza nell'ambito della comunicazione ed ho svolto l'attività di pubblicista per diverse testate giornalistiche online, anche all'Estero. In questi ultimi due anni ho potuto lavorare come assistente part-time all'Università. Ho un'ottima conoscenza della lingua inglese e buone capacità informatiche e di Team working. Attualmente il mio punto di forza è sicuramente la mia modestia, che mi permette di conoscere tutti i miei limiti. Ho una grande passione per la scrittura, che è nata sulla carta ed è migrata sulla tastiera. Infatti, mi piace scoprire, conoscere, imparare e amo qualsiasi cosa racconti una storia. Leggi tutto
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