Il Governo Draghi ha dichiarato lotta a sussidi, reddito di emergenza e bonus a pioggia. Ma la diffusione del Coronavirus non permette la ripresa economica che tutti attendono. Quindi bisogna ancora pensare a misure di sostegno per partite Iva, liberi professionisti, disoccupati e lavoratori stagionali o in cassa integrazione.
Cresce pertanto l’attesa per le ultime notizie sul Decreto Ristori 5 a chi spettano bonus Covid, agevolazioni, e chi sono i beneficiari della proroga Naspi e proroga Rem.
La prima conferma ufficiale che riguarda il testo, che a breve sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, riguarda uno scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro.
Si parla di Bonus 1000 euro per parte Iva con Draghi (requisiti permettendo). Proroghe della Cig e del blocco dei licenziamenti. Pare che sarà contenuta anche una pace fiscale 2021 con rottamazione quater delle cartelle esattoriali e nuovo saldo e stralcio.
Ma per sapere cosa prevede il Decreto ristori 5, o quando esce in Gazzetta Ufficiale, bisognerà ancora aspettare. Anche se pare che le priorità della bozza siano abbastanza chiare.
Sono previsti contributi a fondo perduto per le attività commerciali, cercando così di tendere una mano verso le partite iva in difficoltà. E sono previste ulteriori proroghe su indennità Naspi, ma anche reddito di emergenza, e cassa integrazione.
Chi non ha forme di sostentamento si chiede quando arrivano i soldi promessi dal governo Draghi. Cosi come chi ha un’attività è in attesa di avere conferme di agevolazioni e prestiti a fondo perduto. Ma le novità e le modifiche rispetto a quanto stabilito dal Conte bis, sembrano aver già suscitato critiche e polemiche.
Sul punto, l’opinione di Riccardo Alemanno, tributarista e presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi.
Come funziona il Decreto Ristori 5 come cambiano i contributi a fondo perduto, a chi spettano
Immediatamente dopo essere stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ristori ha acceso numerose discussioni. Sulla sufficienza dei fondi, sulla sua strutturazione, sul paragone con la normativa precedente. Soprattutto, sulla scelta dei contributi a fondo perduto.
Ma come è organizzata la distribuzione dei fondi? Sul punto l’opinione del tributarista Riccardo Alemanno.
“I contributi a fondo perduto nel decreto Ristori 5 a favore dei professionisti costituiscono argomento estremamente sentito dalle rappresentanze della varie categorie, che ha generato un forte dibattitto con le istituzioni di governo”. – Fa sapere il dottor Alemanno e continua -.
“Prima di tutto il decreto ristori di ottobre convertito con legge 18 dicembre 2020, n. 176 che ha accolto anche i decreti ristori bis, ter e quater, non prevede generici contributi a fondo perduto per i professionisti. Salvo alcune singole professioni i cui codice Ateco sono stati pubblicati nelle tabelle allegate ai vari decreti. Quali, a titolo esemplificativo fotoreporter e guide alpine, che versano i contributi previdenziali alla gestione separata dell’INPS.”
“Pertanto” – continua il tibutarista Riccardo Alemanno – “la stragrande maggior parte dei professionisti iscritti alla gestione separata e tutti i professionisti iscritti ad una cassa previdenziale privata sono stati esclusi dai contributi a fondo perduto.“
In questo senso quindi il Parlamento non ha ancora emanato il decreto ristori 5 e indicato i contributi a fondo perduto a chi spettano. Nonostante colloquialmente l’opinione pubblica indichi con questo nome la normativa attuale. Come ci spiega proseguendo lo stesso Alemanno.
“Si attendeva, dopo le assicurazioni di esponenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il decreto ristori 5 (o quinquies). Ma la successiva crisi di governo a tutt’oggi ha impedito l’emanazione di tale intervento -riparatore-. Sarà questo uno dei primi atti che il nuovo esecutivo di governo sotto la presidenza del Prof. Mario Draghi dovrà affrontare. Ma occorre modificare profondamente le modalità di individuazione dei soggetti beneficiari e di determinazione del contributo erogabile.”
Cosa dicono professionisti e INT dei ristori e bonus a pioggia
Come già premesso, il grande interrogativo del decreto ristori 5 è la scelta del tipo di contributo, il c.d. bonus a pioggia, che si pone in maniera opposta rispetto al c.d. finanziamento agevolato.
Già scelta criticata dalla destra, è argomento di discussione anche all’interno del mondo tributario e dell’INT. Abbiamo chiesto un’opinione sulla questione a Riccardo Alemanno presidente Istituto Nazionale Tributaristi.
“Sono due tipologie di intervento a sostegno delle attività produttive, professionisti compresi, che sono compatibili ma che hanno finalità differenti. Il fondo perduto serve per compensare la carenza di liquidità causa crisi collegata alla pandemia e quindi una forma di sostegno al reddito. I finanziamenti agevolati (servono, ndr) per supportare investimenti collegati alla ripresa economica.” Ci spiega l’esperto.
Poi prosegue sull’opportunità o meno di questa scelta: “Purtroppo il perdurare dell’emergenza sanitaria ha vanificato queste prospettive. E tutto ciò che è stato erogato sia a fondo perduto, sia sotto forma di finanziamento agevolato, è servito unicamente per compensare la carenza di liquidità. Operare in emergenza, anche dal punto di vista economico, sicuramente non è semplice e l’incertezza di una soluzione in tempi brevi della pandemia ha aumentato le difficoltà di imprese e professionisti.”
La domanda che sorge spontanea allora è: i contributi a fondo perduto possono aiutare davvero i liberi professionisti o servirebbe un altro strumento? Il dott. Riccardo Alemanno risponde, concludendo sull’argomento.
“Ai professionisti occorrerebbero contributi in rapporto alle effettive perdite subite e norme certe. L’incertezza normativa su aperture, chiusure, sussidi, crediti d’imposta e così via ha reso ostaggio l’economia di una sorta di perverso gioco dell’oca, ripeto in emergenza nulla è semplice, ma la mancanza di decisioni chiare ha ulteriormente complicato lo scenario.“
Come migliorare il Decreto Ristori 5. cosa serve ai liberi professionisti
Certamente il Governo sta cercando, per come possibile, di tendere una mano. Ma l’attuale normativa del decreto ristori 5 per contributi a fondo perduto e non solo, può essere migliorata? E se sì, come?
“Il decreto deve essere migliorato”. – Fa sapere Riccardo Alemanno – “Come Istituto Nazionale Tributaristi lo abbiamo richiesto più volte. Anche proponendo soluzioni meno discriminatorie e sulla base delle effettive perdite di fatturato. Abbiamo proposto al Legislatore una modalità più equa per il calcolo dei contributi a fondo perduto per imprese e professionisti, che non devono essere basati su rigide indicazioni di percentuali di perdita, ma sull’ applicazione di una percentuale sulle perdite effettivamente subite tra il 2019 ed il 2020.”
Poi prosegue Alemanno: “La perdita effettiva di fatturato come base imponibile al fine di attribuire ristori maggiori a chi ha avuto perdite maggiori. Evitando le evidenti discriminazioni di chi si trovasse al disotto, a volte anche di un nonnulla, delle rigide indicazioni del 33 o 50 per cento. Il Governo ed i Ministeri competenti devono investire maggiormente su tali contributi ed abbandonare la politica dei bonus a pioggia.” – Sostiene l’esperto –
“Detto ciò, proprio in virtù di una visione prospettica e per ridurre l’impatto negativo di carenza di liquidità devono essere subito modificati, sburocratizzandoli, taluni istituti come quello delle compensazioni di crediti erariali. Naturalmente si dovrà sempre porre attenzione al fenomeno delle truffe sulle compensazioni dei crediti. Si possono introdurre nuove modalità volte a controllarne e quindi eliminarne gli effetti negativi.”
“La riforma del sistema fiscale nel suo complesso è fondamentale per il rilancio dell’economia. Ma le istituzioni devono avere coraggio ed investire su di essa ed il Recovery Fund rappresenta un’occasione che difficilmente si potrà ripetere.” – Conclude il presidente Istituto Nazionale Tributaristi Riccardo Alemanno -.