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Ministri con portafoglio: cosa vuol dire, chi sono e cosa fanno

F. d. D.
24/11/2024

Cosa vuol dire ministri con portafoglio: significato dell'espressione, di cosa si occupano e differenza con quelli senza portafoglio.

Ministri con portafoglio

Ministri con portafoglio

Esempi di nomi illustri che aiutano a comprenderne meglio la definizione.

Nella cerchia dei funzionari del governo della Repubblica italiana ci sono due principali categorie: ministri con portafogli senza portafoglio, definizione e distinzione che è ribadita durante la costituzione di un nuovo governo.

Il significato di questa dicitura è strettamente collegato alle mansioni assegnate ai diversi ministri e al tipo di governo di cui fanno parte. Vediamo nel dettaglio la definizione e le peculiarità.

Significato ministri con portafoglio e senza: differenza e caratteristiche principali 

Ministro senza e con portafoglio: cosa vuol dire? La differenza in teoria è semplice: il ministro senza portafoglio è colui che non è preposto ad alcun dicastero.

Per meglio comprendere il significato di ministro con portafoglio e senza, dobbiamo andare un po’ indietro nel tempo.

Il termine “portafoglio”, infatti, fa riferimento ad un antico significato della parola: questo indica la borsa di pelle nella quale i ministri, appunto, riponevano e conservavano i documenti di Stato durante i loro spostamenti.

Entrambe le tipologie di segretari sono nominate nello stesso momento dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio. Con la stessa modalità ambedue possono essere revocate.

Sono tutti parte principale del Governo italiano e prestano giuramento proprio nelle mani del Presidente della Repubblica.

Tra i ministri con portafoglio e senza, differenza principale è che i secondi hanno solo funzioni politiche e non amministrative. Che significa?

Fondamentalmente che quelli senza portafoglio hanno importanti compiti loro delegati direttamente dal Presidente del Consiglio, ma non  la responsabilità di un ministero e i doveri ad esso connessi.

All’art.9 in merito, si chiarisce: “Il Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, puo’ nominare, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ministri senza portafoglio, i quali svolgono le funzioni loro delegate dal Presidente del Consiglio dei ministri sentito il Consiglio dei ministri, con provvedimento da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale.

Queste funzioni, solitamente, vengono affidate ai ministri senza portafoglio nel corso del tempo e non al momento della nomina, in base alle necessità del governo.

Cosa vuol dire essere un ministro con portafoglio: significato

Definizione di ministro con portafoglio (più semplicemente ministro o segretario di stato) è: componente del governo che gode di autonomia piena sulle decisioni di spesa.

Questi viene nominato e revocato, ricordiamo nuovamente, dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio.

Essere un ministro con portafoglio, significa essere preposti ad un determinato ministero.

Individualmente, il ministro è responsabile del ministero ad egli affidato; nell’insieme della squadra di Governo, invece, delle deliberazioni del Consiglio dei Ministri.

Egli svolge la funzione di indirizzo politico: sostanzialmente, ha il compito di fissare la programmazione degli obiettivi del ministero che gli è stato affidato e vigilare sull’effettiva riuscita degli stessi.

I provvedimenti amministrativi adottati dai ministri sono solitamente in forma di decreti.

Il ministro può avvalersi di sottosegretari che, con apposite deleghe, esercitano specifiche funzioni. Inoltre, può usufruire degli uffici del dicastero e di una struttura di diretta collaborazione: l’Ufficio di Gabinetto.

I ministri sono funzionari onorari dello Stato e, in quanto tali, non svolgono questa attività come professione pur essendo stipendiati.

E’ affidata ai dirigenti preposti ai centri di responsabilità del ministero, invece, la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa. Queste figure, nello specifico, devono occuparsi dell’adozione di tutti gli atti che impiegano il ministro verso l’esterno.

L’art.95 della Costituzione in proposito stabilisce che: “Il Presidente del Consiglio dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promovendo e coordinando l’attività dei ministri.
I ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri.
La legge provvede all’ordinamento della Presidenza del Consiglio e determina il numero, le attribuzioni e l’organizzazione dei ministeri.”

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Flavia de Durante Laureata in Lettere Moderne con il massimo dei voti all'Università degli studi di Salerno. Da sempre amante della lettura, mi diletto a scrivere sin dalla prima adolescenza. Mi interessa esplorare il mondo circostante in tutte le sue sfumature ed in particolare l'animo umano e i rapporti interpersonali. I temi che maggiormente mi interessano sono quelli legati alla cultura, alla storia, al costume, all'ambiente, all'attualità. Vedo nel settore del giornalismo non solo la possibilità di trasmettere dati ed informazioni, ma anche una grande opportunità di acquisire nuove e varie conoscenze. La curiosità e la voglia di sapere sono i motori principali che mi hanno spinto a intraprendere questo percorso. Leggi tutto
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