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Recovery Plan scuola e università: come saranno spesi i soldi per l’istruzione

M. S.
21/11/2024

Piano Recovery Plan scuola e università, quanti soldi sono stati stanziati, come saranno spesi e distribuiti i fondi per l’istruzione: il punto dell'Onorevole Casciello.

Recovery Plan scuola e università

Recovery Plan scuola e università

I fondi per l’istruzione del Recovery plan Italia per scuola ed università rappresentano, a detta del governo “un’occasione epocale”. Non solo: il piano di investimento dei fondi europei nelle scuole italiane ed atenei assicurerebbe “all’Italia salute, prosperità e benessere”.

Il Recovery Found mira a superare la crisi causata dall’emergenza sanitaria, e gettare solide basi per le generazioni future. E certamente l’istruzione è alla base di qualsiasi evoluzione, sia sociale che economia. Adesso che ci sono i fondi per la scuola, che ammontano a 28,49 miliardi di euro, non resta che capire come saranno spesi. I Paesi dell’Unione con il Next Generation EU puntano a risollevare le sorti dell’Europa, anche attraverso giovani e studenti. Ma in Italia il Recovery Plan per scuola e università cosa prevede? Digitalizzazione, borse di studio agli studenti universitari e potenziare il multilinguismo: queste alcune delle voci del capitolo scuola e istruzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). E poi parte degli investimenti anche sull’edilizia scolastica, costruzione di nuove scuole e sull’efficientamento energetico.

Ma quali sono le priorità sulle quali il governo dovrebbe agire nel breve periodo? Sulla questione l’intervento dell’Onorevole Luigi Casciello e di alcuni studenti.

Recovery Plan scuola e università: quanti soldi sono previsti per l’istruzione e come saranno distribuiti

Nel Recovery Plan Italia i fondi per scuola e università saranno spesi seguendo tre filoni di finanziamento, secondo la prima bozza del piano predisposta dal governo. Ma come sarà meglio spendere i fondi per la scuola del Next Generation EU o Recovery Fund? Sul punto si esprime l’Onorevole Luigi Casciello.

“Il problema è che è tutto in divenire. Noi riteniamo che una fetta importante debba andare alla scuola, all’università ed alla ricerca.” La somma, già decisa dal governo, è precisamente di ventotto miliardi. Il problema è che non può esserci un recoveryplan senza che questo si intrecci con una riforma della PA. Con una riforma degli enti locali, della giustizia.” – Sostiene l’onorevole Gigi Casciello, facendo riferimento alla necessità di riforme strutturali prima che particolari -.

“Non si può pensare di iniettare duecentoventi miliardi di euro senza una riorganizzazione dello stato. Per fare questo tutte le forze politiche dovrebbero essere consapevoli del fatto che noi viviamo una seconda fase costituente in seguito alla pandemia.” – Continua Casciello –

E sulla redistribuzione? Come saranno divisi e spesi i fondi del Recovery Plan nella scuola e università specialmente considerando il divario tra il nord ed il sud del paese?

“Il vero problema è questo: la pandemia rischia di rendere incolmabile un gap che già esiste tra nord e sud”. –  Fa sapere l’onorevole Gigi Casciello – “O si interviene adesso, o mai più. Non avremo mai più queste risorse. Io sono già perplesso dalla ripresa delle attività didattiche, perchè il problema dei trasporti non è stato risolto.

“Capisco anche le preoccupazioni dei docenti che dicono «prima fateci vaccinare» – Continua Casciello – “sul punto si era anche parlato di obbligo vaccinale dei docenti. Prima il vaccino ai docenti e al personale Ata, dato che l’infrastruttura non è adeguata. Solo poi la ripresa.”

Come saranno spesi i fondi europei per l’istruzione

La bozza dei fondi anche per il Recovery Plan su scuola e università, faceva vaghi riferimenti sul come verranno spesi i soldi riservati all’istruzione e ricerca. Si poteva leggere che circa sedici miliardi erano destinati al potenziamento delle competenze e al diritto allo studio. Il resto, alla rubrica denominata “ricerca ed impresa”.

Ma quali sono, o sarebbero, le riforme migliori da effettuare con questi fondi? Su come spendere bene i soldi del Recovery Plan su scuola e università ci offre un’ipotesi l’On. Luigi Casciello.

Ci sono delle priorità fondamentali, con delle priorità assolute per la scuola e la formazione. Sicuramente non possiamo rassegnarci all’idea di avere una generazione Covid“.

E qui l’Onorevole fa riferimento a quella espressione utilizzata in uno studio sull’apprendimento degli studenti in pandemia.

Però sicuramente servono fondi importanti per sostenere una genitorialità consapevole. – Continua Casciello – “Anche l’adozione di misure volte ad istituire un servizio di assistenza. Fondi per aiutare le famiglie meno abbienti, il cui numero è estremamente cresciuto. Questa è una priorità assoluta e per far questo serve una grande responsabilità.

Poi continua, sullo stesso tema:Per esempio, in Campania ci sono intere aree che non sono servite dal servizio pubblico. Molte aree sono servite da organizzazioni private dei trasporti, che hanno costi maggiori del servizio pubblico. Noi oggi abbiamo una grande opportunità. Se questa grande opportunità la sprechiamo solamente per interventi tampone, per interventi temporanei, siamo destinati al fallimento.” – Sostiene Casciello -.

Infine conclude con un’appropriata metafora: “È come se una famiglia andasse in banca per fare un mutuo e invece di acquistare una casa spendesse quei soldi per dare l’opportunità ai figli di fare il giro del mondo. Da questo punto di vista fare il giro del mondo è una grande opportunità, ma l’investimento è una cosa diversa.

Cosa ne pensano gli studenti del Recovery Plan per scuola e università

Il piano di utilizzo dei fondi europei è una scommessa ed una decisione politica. Ma i veri protagonisti di queste decisioni sono gli studenti, giovani e meno giovani. Sono loro, infatti, che vedranno per primi gli effetti di questi fondi europei. Sul punto l’opinione di Fabrizio, studente alla facoltà di Giurisprudenza.

Il fondo a disposizione è una grande opportunità, ma i Recovery Plan vanno spesi su scuola e università in maniera tale da non creare sperequazioni tra Nord e Sud. – Dice Fabrizio

Può rappresentare un’occasione per cercare di livellare questa distonia. Detto questo, non è neanche ragionevole che il fondo debba agevolare soltanto istituti primari e secondari. Dovrebbe essere equamente redistribuito in tutte le graduazioni dell’istruzione scolastica, anche all’università”.

Poi fa una riflessione su quest’ultimo punto: “Questo purtroppo è un inconveniente che si radica nella concezione dell’educazione universitaria, non solo al sud ma anche al nord, laddove l’istruzione universitaria è quasi come se fosse un regalo. Come se fosse una specie di concessione, quando in realtà è un diritto.” Conclude Fabrizio, sottolineando il motivo per cui -secondo lui in questi mesi il mondo universitario è stato messo da parte dal Governo.

Similmente si esprime Alessia studentessa universitaria di Giurisprudenza, sul Recovery Plan destinato a università e scuola. “La percentuale devoluta alla scuola dei fondi europei per la ripresa economica è giusta”. – Fa sapere la studentessa – “Gli interventi prioritari dovrebbero essere quelli per potenziare gli strumenti della didattica a distanza e per risanare le infrastrutture. Bisognerebbe porre il focus anche sulle famiglie che vivono ai margini della società, o che hanno problemi economici.” – Conclude Alessia –

Interventi del Recovery Plan su scuola e università e priorità

Come già detto, i primi beneficiari dei fondi europei, del Recovery Plan su istruzione e ricerca, saranno gli studenti e le studentesse, in tutti i gradi della didattica.

Ma concretamente, quali sono gli interventi migliori che potrebbero essere adottati secondo gli studenti e soggetti destinatari?

Penso che gli interventi dovrebbero essere graduati sulla necessità che le varie zone presentano. – Ci risponde Fabrizio di Giurisprudenza – “Le riforme dovrebbero essere adottate a livello territoriale. Rimettere la destinazione dei fondi ad un autorità che sia particolarmente vicina a coloro che ne beneficeranno consente un migliore soddisfacimento degli interessi.” 

Poi continua, sul tema dell’opzione delle riforme sistematiche o particolari: “Servirebbe dove ce n’è bisogno, stabilendo dove ce n’è bisogno da parte di autorità vicine alla popolazione. In questo senso ci sarebbe una migliore possibilità di porre in essere interventi adeguati a soddisfare le varie esigenze, perchè è un livello più vicino ai destinatari. Se invece si prevedesse un piano astratto, dall’alto, non penso che sarebbe altrettanto efficace.” – Conclude Fabrizio -.

Sullo stesso tema si esprime Alessia, parlando di singoli interventi che secondo la sua opinione sarebbero quelli da adottare con il Recovery Plan per gli studenti di scuole e università.

Bisognerebbe abbassare le tasse o le rette, prevedere asili gratuiti, offrire più borse di studio anche all’università. O anche per i libri, che costituiscono una spesa enorme. Dovrebbe essere prevista la possibilità di prenderli in prestito per poi restituirli.” – Sostiene la studentessa parlando di ipotesi fatte dall’esecutivo stesso di devolvere parte dei fondi alla ricerca e all’ingresso delle donne nei campi di ricerca scientifica. –

È un giustissimo intervento, ma dovrebbe essere esteso anche al campo delle facoltà umanistiche. In questo senso, penso che sia sbagliato nel solo senso che dovrebbe essere esteso a tutti i campi del sapere.” – Conclude Alessia -.

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Martina Sapio Studentessa di Giurisprudenza alla Federico II di Napoli, scrivo per la sezione Attualità e vedo nel giornalismo il modo migliore di mettere in pratica le mie conoscenze. Ho sempre amato scrivere così come ho sempre amato informarmi sul mondo che mi circonda, sul suo modo di cambiare e di evolversi. Per questo ho deciso di iniziare ad esplorare questo mondo. Capire da quali meccanismi è mossa la nostra società. Mi interesso in particolar modo di politica e di tematiche economiche, sia di carattere nazionale che internazionale, di come queste costanti influenzino tutti noi. Nello scrivere cerco di essere quanto più diretta e chiara possibile: un lavoro di ricerca e di rifinitura che ha come obiettivo la sola, vera informazione. Leggi tutto
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