“Ti faccio diventare famosa”. “Fai come ti dico e diventerai qualcuno”. “Lasciati toccare e domani sarai in tv” Sono solo alcune delle promesse e lusinghe che ci sono state raccontate.
Da Weinstein e caso del regista italiano accusato di stupro, alle accuse di Michela Morellato ad Amedeo Goria, dall’ufficio di lavoro a Terrazza Sentimento con il caso Genovese?
Diversi sono i soggetti e profili dei carnefici, diverse le vittime e altrettanto i contesti in cui le violenze vengono perpetrate.
Ma tutte hanno qualcosa in comune: la posizione di potere che ha il carnefice, la lusinga, promessa di fama. E la conseguente tentazione in cui si trovano a cadere le giovani vittime.
Tanti si sono chiesti, chi avesse ragione nei casi di cronaca come quelli citati, cosa ci facessero a casa di Alberto Genovese le ragazze diciottenni a fare festa. C’è chi si è schierato a favore di Asia Argento sul caso Weinstein, chi non le ha dato ragione. C’è incredulità ancora oggi verso la show girl Morellato che accusa Goria.
Ma non è suoi fatti di cronaca accaduti che discuteremo, fermo restando la consapevolezza delle accuse provate, dei reati perpetrati e delle pene giustamente applicate.
Non ci fermeremo alla sola analisi della colpa, per capire quali sono la cause di tale fattispecie delittuosa, per individuare reati e pene. Ma cercheremo di tracciare il profilo del carnefice, chi è, e cosa fa. Cosi come certeremo di capire chi sono le giovani vittime di violenza per abuso di potere, perché e come si sentono tentati dal successo.
Il punto dei professionisti: l’avvocato Cecchino Cacciatore, lo psicologo Davide Algeri e la testimonianza della showgirl Michela Morellato contro Amedeo Goria.
Chi sono le giovani vittime di violenza per abuso di potere e chi è il carnefice: la testimonianza
Chi se non una persona che ha vissuto una vicenda come questa, può dirci chi sono le giovani vittime di violenza per abuso di potere? E o fa, spiegandoci perché si è attratti dal successo, come e quali sono lusinghe e promesse del carnefice. A parlare è la showgirl vicentina Michela Morellato che accusa Amedeo Goria.
“All’età di 18 anni fui contattata da un’agenzia di modelle. Ero stata selezionata per conoscere questo “personaggio” famoso che voleva parlarmi di lavoro. Al termine della cena “lavorativa”, il personaggio si offrii di darmi un passaggio. Durante il tragitto in auto, all’improvviso si fermò in un parcheggio al buio dicendomi che voleva parlarmi”. – Racconta Michela Morellato – “Da quel momento iniziò una manipolazione psicologica. Cercava di farmi capire a tutti i costi cosa potesse offrirmi in cambio di favori intimi”.
“Successivamente” – Aggiunge la showgirl – “ci fu da parte sua un palpeggiamento spinto. Cercai di schivare il gesto senza offenderlo, ma lui non apprezzò, tant’è che ci fu un ricatto. Quando tornai a casa ero sconcertata, perché credevo nella buona fede di quella persona. Inizialmente, scrissi alla redazione delle Iene. Immediatamente dopo la denuncia”.
“Quando il mio avvocato mi disse che ci sarebbero voluti circa 10 anni di cause penali decisi di dare un freno”. – Asserisce la Morellato – “Non sarei riuscita a sopportare per così tanto tempo.” – Al tempo dei fatti la showgirl passo’ da vittima a carnefice, come ci racconta – “Per i media fui io la “colpevole”. Mentre il personaggio era una brava persona che veniva da una buona famiglia, io ero una semplice ragazzina che voleva solo visibilità. Nessuno doveva dire questi piccoli “segreti” dello spettacolo. Tant’è che pagai amaramente perché comunque mi si chiusero molte porte“.
“Dovevo essere invitata da Maurizio Costanzo. – Michela Morellato ci tiene a far sapere – Ma dopo un po’ l’invito fu ritirato. Anche a Domenica in e Mara Venier, si è parlato del mio caso senza neanche darmi il diritto di replica.”– Conclude la showgirl –
La promessa di diventare famosi in cambio abuso e violenza
Come abbiamo ben capito, le giovani vittime di violenza per abuso di potere, sono spesso persone indifese, facili da attaccare, con lusinghe e promesse, quali fama, successo. “Ti faccio diventare famosa”, “Fai come ti dico e diventerai qualcuno”.
Ma cosa accade nella vittima e perché si avvicina al carnefice come accaduto per il caso Genovese, nonostante si conoscessero e i pericoli? “Prima o poi scapperà il morto” – Si diceva nel giro – Perché accade che si possa essere abbagliati dalla “bella vita” e dal successo, senza riuscire a misurare i pericoli.
E’ lo psicologo Davide Algeri a rapresentarci meglio il profilo del carnefice e della vittime di violenza per abuso di potere da parte di una persona famosa o di successo.
“Giovani vittime di violenza per abuso di potere, sono quelle ragazze, anche non maggiorenni, che cadono tra le braccia del carnefice ad esempio per ottenere una propria autonomia. Per essere accettate e viste dalla società o da un determinato giro. – Dichiara il dott. Algeri -. “Spesso vivono in un contesto familiare poco gradevole che le porta a voler uscire (da quel contesto, ndr). Da qui frequentare una strada pericolosa, persone che possono facilitare l’accesso al denaro. Quindi diventa per loro la strada più semplice al successo”.
“Credo che queste ragazze amino stare in certi contesti soprattutto perché non hanno una cultura ed una maturità di un certo tipo. Spesso sono consapevoli di andare verso qualcosa di sbagliato ma non comprendono realmente le conseguenze devastanti che potrebbero scaturirsi”.
“Il carnefice invece, non è altro che un manipolatore – Aggiunge lo psicologo – una persona senza scrupoli, che arriva a compiere azioni di questo tipo perché molto probabilmente è arrivato al successo manipolando. La maggior parte dei carnefici sono persone narcisiste e antisociali, disposti a compiere atti poco etici. Sono uomini che agiscono in base ai propri istinti. Alle proprie fantasie perverse, in balia di un impulso irresistibile che abusa di giovani vittime soprattutto per sfogare la propria aggressività e le proprie manie di grandezza”.
Consigli per le giovani vittime di violenza per abuso di potere
“Purtroppo riuscire a superare un trauma soprattutto psicologico per le giovani vittime di violenza per abuso di potere, è davvero difficile” – Fa sapere lo psicologo Davide Algeri -.
“Ci si trova incastrati in un pensiero costante -Sono andata di mia spontanea volontà ma perché non mi sono fermata in tempo?- Magari, facendosi influenzare anche dai pensieri e giudizi esterni, dove la situazione psicologica rischia di degenerare.
Quindi diventa una violenza su una violenza.” – Dichiara lo psicologo – “Per far sì che questo venga placato, il consiglio che mi sento di dare è quello di farsi seguire immediatamente da uno specialista”. Così da poter affrontare il trauma insieme e capire che non deve essere l’uomo di potere a scegliere per noi.
“Non sono le belle feste, fatte di musica e sballo a ritrarre il successo di una persona. Bisogna aiutare la vittima con una terapia specifica, far uscire dalla sua mente il mormorio dei giudizi. Motivando ad essere quanto più pro-attivi possibile, costruendo insieme le reali priorità della vita per arrivare al successo”.
Il reato della violenza per abuso si potere: quando e quali sono le pene
Una cosa è certa, non esiste una norma penale che condanna una persona a cui piace sognare, frequentare certi ambienti o farsi accompagnare a casa da uno sconosciuto. Possiamo parlare di buon senso, morale, etica ma non certo di un atteggiamento contrario alla norma giuridica. Cosa diversa è quella di chi commetta una violenza, molestia e similmente tale verso cui non esistono giustificazioni ma solo pene ad applicare.
A parlarci delle giovani vittime di violenza per abuso di potere da un profilo meramente giuridico è l’avvocato penalista Cecchino Cacciatore ed il suo collaboratore Costantino Luciano.
“La formulazione normativa di cui all’art. 609 bis comma 1 c.p., racchiude due differenti condotte. Da un lato vi è la violenza sessuale “costrittiva” caratterizzata dal compiere o dal subire un atto sessuale non voluto da parte della vittima. Dall’altro, vi è una violenza più subdola, la violenza sessuale “induttiva”. Caratterizzata da un’attività di persuasione da parte dell’agente. Il quale strumentalizza la propria posizione di autorità, sfruttando, viceversa, la vulnerabilità della vittima (vis compulsiva)“. – Fa sapere l’avvocato Cecchino Cacciatore -.
“Ovviamente – Continua – ai fini della sussistenza di tale peculiare ipotesi di reato, sarà necessario dimostrare l’esistenza di un rapporto di autorità diverso dalla mera costrizione fisica“.
Quali sono le pene inflitte previste dal codice penale a tutela di queste giovani vittime? “Le pene sono analoghe alla violenza sessuale costrittiva (da 6 a 12 anni). Tuttavia, se tale forma di persuasione sottile è perpetrata nei confronti di un minore di anni 18, le pene sono aumentate di un terzo– Dice l’avvocato Cacciatore -.
“Inoltre, sono aumentate fino alla metà se i fatti sono commessi nei confronti di persona che non ha compiuto 14 anni. Sono raddoppiate se commesse nei confronti di persona che non ha compiuto 10 anni. A ciò aggiuntasi la compatibilità dell’aggravante comune di cui all’art. 61, n.11. Si tratta, a ben vedere, di forbici edittali particolarmente alte. Che rispecchiano il giudizio di riprovazione ed allarme sociale che tali odiosi reati suscitano.
Recentemente è stata emanata una sentenza per dirimere un contrasto giurisprudenziale sulla natura pubblica o privata dell’abuso di autorità. Al termine di tale disamina quali sono le sue considerazioni riguardo a tale questione?
“La sentenza è delle Sezioni Unite Penali, la n. 27326 del 2020. – Ci fanno sapere l’avvocato Cecchino Cacciato e il suo collaboratore Costantino Luciano -.”Tale arresto giurisprudenziale, trae origine dalla condotta di un insegnante di inglese che, nell’impartire lezioni private, abusava della sua qualità di insegnante. Costringendo due alunne, minori di anni 14, a subire ed a compiere su di lui atti sessuali”.
“La questione arriva alle Sezioni Unite perché ci si rende conto dell’esistenza di due opposti orientamenti giurisprudenziali sull’ambito di applicazione dell’“abuso di autorità”. Necessario ai fini della sussistenza della violenza sessuale “induttiva”.
“In conclusione, l’evoluzione della società determina la configurazione di nuove sensibilità. – Asserisce l’avv. Cacciatore – “Pongono la tutela della persona, in ogni sua declinazione, al centro. Tale pronuncia è indubbiamente diretta ad ampliare l’operatività del delitto di violenza sessuale.