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Diventare sarto: come aprire una sartoria, lavoro e stipendio

Cristina Siciliano 13 Maggio 2021
C. S.
02/12/2024

Consigli su come aprire una sartoria e diventare sarto: cosa fare, corsi e formazione, mansioni specifiche, opportunità e quanto guadagna un professionista.

Realizzare un abito, misurare i clienti, disegnare modelli, azionare una macchina da cucire o lavorare con ago e filo sono le principali attività che esegue chi lavora in una sartoria.

Non bastano dei corsi di formazione per diventare sarto e creatore di moda. Avviare un’attività, anche in franchising, può essere impegnativo, soprattutto per il settore dell’abbigliamento.  La produzione sartoriale può essere sia su misura (per il cliente) sia per il mercato all’ingrosso.

La lavorazione dei capi può essere in serie o può riguardare pezzi unici. La creatività ed alta moda italiana è sicuramente ammirata ed elogiata in tutto il mondo. Ma richiede grande impegno e costanza, oltre che particolare attenzione alla cura dei dettagli.

L’attività si svolge nella bottega oppure presso le fabbriche di abbigliamento, naturalmente, con l’utilizzo di attrezzi manuali o macchinari.

In Italia diventare sarto professionista significa trovare opportunità di impiego presso un’impresa artigiana o boutique. Oppure si può aprire una bottega e lavorare in proprio. La via più semplice per apprendere i segreti del mestiere è entrare in una bottega in veste di apprendista.

Vediamo quindi nel dettaglio come aprire un atelier e diventare una sarta modellista, quali sono i costi, i requisiti, come gestire l’attività e quanto si guadagna al mese.

Cosa serve sapere per avviare anche un’attività in proprio, lo abbiamo chiesto ad un professionista con molti anni di esperienza.

Come diventare sarto e aprire una sartoria: corsi di formazione, scuola e attestati professionali

Per diventare sarto a 30 anni o comunque quando si è giovani, non è richiesto l’obbligo di frequentare un corso di laurea o di iscrizione ad un albo specifico. Tuttavia, un percorso di studi professionalizzante è certamente di aiuto per i giovani più ambiziosi e che vogliono lavorare nelle case di alta moda o nelle boutique rinomate delle grandi città.

Esistono alcune istituti tecnici che consentono di poter intraprendere fin dalle scuole superiori, una buona conoscenza delle diverse tecniche della sartoria. Nonché di approfondire le numerose discipline e tematiche che riguardano il mondo della moda.

Si diventa sarta conseguendo il diploma presso l’istituto Professionale Produzioni Artigianali e Industriali o il Tecnico Tessile, Abbigliamento e Moda.

Tuttavia, per diventare sarto professionista, in Italia esistono diversi corsi di formazione e accademie di moda relative alla modellistica. Ad esempio, gli istituti IPSIA che consentono di accedere ad un corso triennale al termine del quale si ottiene la qualifica di operatore della moda.

I corsi di formazione possono dividersi in: Corso di Base – Corso di sartoria Avanzata ed infine, corso di modellistica. Tra i corsi di formazione in Italia ricordiamo quelli erogati dall’Istituto Modartech, da Emagister e dall’Istituto Moda Burgo.

I migliori corsi di modellistica in Italia per sarti

Per i neodiplomati che vogliono intraprendere tale professione, i corsi di formazione in Italia non mancano. Motivo per il quale, questo settore in Italia è raro che senta la crisi. Tra le università e scuole per diventare sarto modellista è di notevole importanza l’Accademia di Alta Moda Koefia che insegna ai giovani i segreti dell’Alta Moda, del processo produttivo di progettazione e di realizzazione di abiti e collezioni.

Inoltre, l’Istituto Secoli è un’eccellenza italiana nella formazione per il sistema moda. I corsi triennali sono due: il primo di fashion design, modellistica e sartoria abbigliamento femminile. Mentre l’altro, sempre corso di Fashion design e tecnologie del prodotto moda, è interamente dedicato all’abbigliamento maschile.

L‘istituto Europeo di Design – IED, prevede un corso post-diploma di Modellistica – Professional training program, affidando un ruolo centrale al disegno, al progetto, al cartamodello e all’utilizzo della tecnologia CAD.

Invece, a Venezia, la Nuova Accademia di Belle Arti, propone un corso breve di base dove è possibile acquisire la sensibilità necessaria per realizzare un modello personalizzato in funzione del corpo da vestire.

A Miliano. presso la Polimoda Fashion School, è possibile frequentare il corso post-diploma in Fashion Technolofy, che dura tre anni e prevede tre mesi di stage. Il Polimoda offre periodicamente percorsi personalizzati interamente gratuiti, per utenti occupati e inoccupati, attraverso corsi finanziati e voucher formativi.

Va sottolineata tutta l’importanza del tirocinio. Conta tantissimo l’esperienza accumulata in bottega, come apprendista al fianco di un esperto. Certo, è necessaria intraprendenza, e il web è sicuramente un buon mezzo per farsi pubblicità oppure controllare gli annunci per corsi che spiegano come di diventa sarta di alta moda e non solo.

Come diventare sarto professionista: formazione e tirocinio

Formazione ed esperienza sono i requisiti essenziali per aprire un atelier e diventare un professionista: maggiori informazioni saranno fornite dal professionista della Sartoria Pelliccia, Raffaele Pelliccia.

“L’Antico mestiere vuole che un ragazzo, fin dalla giovane età sperimenti questa professione. Si può iniziare anche all’età di 15-16 anni. Stiamo parlando di un lavoro che richiede molta esperienza. Si pensi che per imparare a cucire giacche, cappotti dal primo all’ultimo punto, ci vogliono 7-8 anche 10 anni”. – Spiega Raffele Pelliccia.

“Se l’obiettivo è quello diventare sarto professionista a 40 o 50 anni, oppure si vuole diventare operaio in un atelier per sempre, si deve iniziare a lavorare presto.  Questo perché tale mestiere se non si apprende da piccoli, è molto difficile che possa essere imparato in seguito”.

“Il percorso classico di un ragazzo è quello di iniziare a frequentare qualche bottega, dove  si lavorano queste giacche tutte fatte a mano, secondo il rigore della tradizione antica”. – Chiosa Pelliccia.

“Inizialmente, fare la gavetta  per diventare sarto può essere molto noioso, come tutti i lavori, perché per acquistare quella manualità ci vogliono mesi e mesi. Il percorso vuole questo: che si imparino le tecniche giorno dopo giorno”.

“Con tali gesti ripetuti per mesi e anni, si acquisisce una manualità che permette di apprendere tutte le fasi, fino ad arrivare a quella finale. Questo è il percorso classico  ed è anche quello più valido”. – Aggiunge Pelliccia.

“Negli ultimi anni, vista anche la scarsità di lavoro tra i giovani, sono usciti molti corsi di formazione o le aziende propongono questi tirocini di qualche anno, oppure c’è l’Accademia della moda in molti paesi”.

“Questo tipo di Accademia, propone corsi di modellistica professionale che possono essere biennali, triennali per imparare a cucire. Un’altra cosa positiva è che quando si frequentano questi corsi, un ragazzo tende prima ad imparare alcune tecniche e fasi di questo lavoro. Poi, in seguito, forse verrà inserito in qualche catena di produzione, che sia una fabbrica o una bottega”.

“Se una persona vuole diventare sarto professionista, è un percorso molto più lungo che dura 7-8-10 anni, anche di più. Quindi come è ben evidente, non esiste una scuola o che ti permette di abilitarti in questa professione, ma c’è bisogno di molta esperienza. Anche perché per imparare si deve lavorare proprio sul prodotto”.  – Ci spiega Raffaele Pelliccia.

A tale proposito il professionista Raffale Pelliccia ha condiviso la sua esperienza personale per spiegare meglio cosa, come e quando ha fatto esperienza per diventare sarto.

“Io ho iniziato a praticare questo mestiere da quando avevo 16 anni. Passavo giornate intere a lavorare negli atelier al centro di Napoli. Quasi tutti erano in zona Chiaia, che è una zona di Napoli che pullula ancora di botteghe e ne ho cambiate comunque 3-4-5”.

“Naturalmente, ho imparato da ognuna qualcosa. Fino ad arrivare ad oggi che ho 27 anni e da pochi anni ho aperto la mia sartoria attraverso un percorso lungo”. 

“Mentre praticavo tirocinio per fare esperienza ho frequentato anche l’Accademia della moda per imparare il taglio, quindi il modellismo nell’atelier. Questo è il percorso che consiglio a tutti i giovani che vogliono intraprendere questo lavoro”. – Continua.

E’ vero,  mi rendo conto che sia quello più lungo e tortuoso. Ma è anche quello che poi alla fine dà più risultati e soddisfazioni. Non ci vuole nessun diploma per diventare sarto, bensì basti fare la gavetta nei vari atelier, per essere capaci di fare questo mestiere”. – Ci informa Raffale Pelliccia.

Come aprire una sartoria: cosa fare, documenti e burocrazia

Aprire una sartoria potrebbe rilevarsi un’idea imprenditoriale di successo ed anche remunerativa, ma non ci si può improvvisare. Innanzitutto per aprire una sartoria  si dovranno avere ottime capacità organizzative. Poi, un acume finanziario, forti capacità imprenditoriali e di gestione del personale.

Inoltre, il locale da adibire deve avere destinazione adeguata all’attività ma può anche essere di piccole dimensioni. Importante sarà suddividere gli spazi, renderli funzionanti ed accoglienti. Sarà sicuramente necessaria una zona di accoglienza clienti, un camerino e sala prova con specchi.

Poi, sarà necessario un laboratorio in cui eseguire il vero e proprio lavoro sui capi, un magazzino con i materiali e capi da modificare. Inoltre, sarà necessario che il locale rispetti le normative di igiene e di sicurezza. Per avviare tale attività bisogna:

  • Aprire partita Iva;
  • Inscriversi alla Camera di Commercio;
  • Dare comunicazione di inizio attività ed aprire posizioni INPS ed INAIL;
  • Infine, chiedere l’autorizzazione per esporre l’insegna.

“Per quanto riguarda la destinazione d’uso del locale commerciale deve essere “sartoria artigianale” ed esiste proprio una dicitura. Non ci sono particolari regole, non è molto difficile avere il permesso per poter lavorare”. Spiega il professionista Raffaele Pelliccia.

“Semplicemente basta rivolgersi ad un tecnico del comune. Sarà lui a fornire le informazioni circa l’altezza delle prese di corrente, perché si prevede che nell’atelier ci siano ferri da stiro, macchine per cucire”. – Aggiunge.

Giornata del sarto: cosa fa, mansioni tipiche del lavoro

La giornata di lavoro non comincia troppo presto ma ha tardi orari di chiusura. Quest’attività è scandita da operazioni che implicano tempo. Ma anche una buona manualità e visione dell’insieme, nonché una certa perizia tecnica per creare la vestibilità del capo.

Qual è la giornata tipica del sarto e di quali mansioni si occupa?

“Ecco come sintetizzerei la giornata tipo. Si inizia a lavorare non prestissimo, bensì verso le 9,00. Nell’atelier c’è l’abitudine che il cliente la sera può venire a misurare o a scegliere i propri vestiti dopo che ha finito di lavorare. Infatti, la sera si chiude il negozio verso le 20:00, 20:30 a volte anche le 21:00, diciamo che la sera non ci sono orari”.

“Diventare sarto richiede competenze anche imprenditoriali. Queste abilità spingono poi ad organizzare al meglio ordini e impegni giornalieri. Cioè bisogna valutare questo mestiere giorno dopo giorno. La programmazione non dico che è quotidiana ma quasi, al massimo settimanale”.

“Si fa quello che c’è da fare, se si deve tagliare un abito si taglia. Altrimenti si cuce, e possiamo dire che nella maggior parte del tempo si cuce. Questo perché pensa che per tagliare un abito ci può voler un’ora ed anche più. Mentre, per poter fare una giacca ci vogliono 30 ore di lavorazione. Di solito, poi, verso 18:30 può arrivare qualche cliente al quale dedicarsi. Questa è la giornata tipo di sartoria”. – Specifica Raffaele Pelliccia.

“Per le materie prime si va dai vari fornitori a comprare le stoffe quando i clienti scelgono. E’ opportuno scegliere un giorno alla settimana in cui si vanno a fare tutte le commissioni per non perdere troppo tempo sul lavoro”.

“Ad esempio, il sabato mattina oppure si sceglie l’orario di pranzo dalle 14 alle 15 in modo che non si perde molto tempo. Dal commercialista ormai si va poco o niente, io personalmente mi vedo ogni 3 mesi con il commercialista, perché oggi si riesce a fare tutto per vie telematiche”.

Quali sono i costi fissi dell’attività?

“Sicuramente: il fitto dell’immobile; i contributi INPS da versare per un lavoratore autonomo nella bottega artigianale che sono circa 4.000 euro all’anno. Ci sono i contributi INAIL per l’infortunistica sul lavoro. IRPEF cioè le tasse sul fatturato”. – Risponde Raffaele Pelliccia.

“Poi c’è tutta l’accessoristica intorno all’abito, quindi possono essere copri abiti, bottoni, fodere, tele, che però di solito non si conteggiano perché rientrano comunque nei costi dell’abito che uno fa pagare al cliente”. – Continua.

Stipendio sarto: quanto guadagna, costi e tasse

Per chi vuole sapere come diventare sarto, stipendio e quanto si guadagna in questo mestiere sicuramente informazioni rilevanti.

“Non si può dire con estrema certezza quanto guadagna un sarto. Se si tratta di un’attività propria, non ci sono delle medie di guadagno. Lo stipendio varia perché può esserci chi  fa mille abiti all’anno, e chi ne fa 50.  Oppure, può esserci anche chi fa 2 abiti al mese e quindi 25 all’anno”.

Ma generalmente, in media, un sarto apprendista può guadagnare intorno ai 1200 euro al mese a differenza di un professionista che può guadagnare anche di più. Nel caso dei lavoratori autonomi le opportunità di guadagno variano e tutto dipende dalla bravura e dall’essere competitivi sul mercato.

Lavoro da sarto: offerte ed opportunità di carriera

Vestire uomini e donne, con eleganza, con civetteria, con classe non è cosa da poco. Naturalmente, devono fondersi estro e abilità, creatività e gusto del bello. Senza mai scadere nel pacchiano o nel volgare. Per cui per poter lavorare con i prodotti di modellistica occorre sicuramente una buona dose di passione.

Consigli del professionista Raffaele Pelliccia per chi vuole diventare sarto. “Il consiglio che mi sento di dare ai giovani è di non guardare all’aspetto economico. Soprattutto nei primi mesi. Questo perché quando si fa gavetta nei lavori artigianali si guadagna poco e si produce poco. Quindi, per diventare un sarto professionista c’è bisogno di costanza, impegno e pazienza”. – Risponde.

“Il secondo consiglio è quello di imparare l’inglese. E se è possibile fare un’esperienza all’estero per conoscere la lingua. Questo perché essendo il nostro un prodotto d’esportazione e di lusso viene esportato in paesi come Stati Uniti, Australia, Dubai, Giappone”.

“In questi luoghi, la manodopera viene apprezzata, viene ripagata e la gente ha la possibilità di acquistare un determinato prodotto. Quindi spesso ci si ritroverà a confronto con clienti privati. Naturalmente, si dovrà  stabilire con loro  un dialogo ed una certa confidenza. Questo perché più si riuscirà a creare empatia con il cliente più il lavoro andrà bene”. – Conclude il professionista Raffaele Pelliccia -.

© Riproduzione Riservata
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Cristina Siciliano Sono laureata in Lettere Moderne e specializzanda in Filologia Moderna (curr. Umanistica Digitale). Ho esperienza nell'ambito della comunicazione ed ho svolto l'attività di pubblicista per diverse testate giornalistiche online, anche all'Estero. In questi ultimi due anni ho potuto lavorare come assistente part-time all'Università. Ho un'ottima conoscenza della lingua inglese e buone capacità informatiche e di Team working. Attualmente il mio punto di forza è sicuramente la mia modestia, che mi permette di conoscere tutti i miei limiti. Ho una grande passione per la scrittura, che è nata sulla carta ed è migrata sulla tastiera. Infatti, mi piace scoprire, conoscere, imparare e amo qualsiasi cosa racconti una storia. Leggi tutto