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Giovani mamme a scuola, università, lavoro: difficoltà e aiuti

F. d. D.
22/11/2024

Dalla testimonianze delle giovani mamme alle prese con scuola, università, lavoro e maternità: agli aiuti, agevolazioni, consigli della psicoterapeuta, diritti e tutele legali.

Giovani mamme a scuola

Giovani mamme a scuola

Conciliare carriera scolastica, universitaria o lavorativa con la maternità non è mai semplice, non lo è nemmeno poi diventare ragazze madri da studentesse o lavoratrici senza tutele e agevolazioni.

In Italia, secondo le statistiche, sono più di 20mila le ragazze che partoriscono tra i 15 e i 20 anni. I dati dell’ISTAT sulle giovani madri lo confermano. Solo nel 2014, ad esempio, la percentuale di nati da donne di età inferiore a 25 anni era pari all’8,5%. Sempre nello stesso anno, i bambini venuti al mondo da minorenni sono stati 1.981.

Aumentano le donne di età sotto i 20 anni che decidono di portare avanti la gravidanza, nello stesso modo, non aumentano agevolazioni previste per una giovane mamma, bonus e aiuti psicologici.

Partendo dalla testimonianza di Chiara, incinta a 16 anni, entriamo nella realtà di una mamma adolescente. Cercheremo quindi di capire quali sono gli aiuti per le giovani mamme studentesse o lavoratrici, tutele e bonus Inps per i genitori minorenni.

Per comprendere meglio questi aspetti, il punto della psicoterapeuta Serena Valorzi e lavvocato familiarista Beatrice Dalia.

Aiuti per giovani mamme a scuola, università e lavoro: il racconto di una madre studentessa

Da quanto ci dicono dati e racconti, in Italia essere giovani mamme e andare a scuola, all’università o lavoro è difficile, spesso impossibile, per mancanza di adeguate agevolazioni e diritti riservati alle ragazze madri.

Una ragazza adolescente che diventa mamma, deve fare ben presto i conti con molte difficoltà. Non solo relative alla gestione del neonato, ma soprattutto legate ad una realtà che non la giustifica e non le aiuta nel proseguire gli studi o il lavoro.

A testimoniarcelo è Chiara, giovane mamma studentessa che, a soli 16 anni, ha dato alla luce suo figlio. Ora 25enne.

“All’epoca ero in terzo liceo. Inizialmente non volevo portare avanti la gravidanza ma poi, assieme al padre del bambino, abbiamo deciso di farlo. Fisicamente sono stata male per i nove mesi, ero minuta e il mio corpo ne ha risentito molto. Le prime difficoltà dal punto di vista pratico e psicologico, invece, sono iniziate a scuola.” – Ci racconta Chiara -.

“Mia mamma avvisò i docenti della mia situazione. Da subito iniziarono battutine, allusioni e riferimenti alla mia scelta. Onestamente, non mi sentii affatto supportata dalla scuola. Il peso emotivo era già grandissimo, non potevo tollerare anche quei commenti. A scuola stavo così male che alla fine non riuscii ad andare avanti e, per quell’anno, mi ritirai.” – Continua nel suo racconto di giovane madre, senza diritti agevolazioni, tutelale e aiuti psicologici che una scuola è tenuta a garantire -.

“In situazioni come la mia, non mancano mai commenti non richiesti sia da persone che ti conoscono che da estranei. Persino quando andavo all’ospedale a fare le ecografie, o alle prime visite mediche di mio figlio, erano frequenti le critiche espresse da gente a me sconosciuta.”

Chiara, ci racconta anche quanto sia stato difficile, come accade a molte giovani mamme, trovare un supporto psicologico, assente al pari di quello economico. Da li a poco decide di lavorare, ma le difficoltà da lavoratrice madre non erano diminuite.

“Mi chiesi se fossi stata in grado di occuparmi di un bambino a 16 anni e cosa avrei fatto del mio futuro. Iniziai a lavorare come potevo, facendo il doposcuola ad una ragazza. Questo l’ho fatto sia in gravidanza che dopo il parto. Anche per avere una piccola indipendenza economica.

“Penso che la problematica peggiore sia nata dopo la maturità. Mio figlio si stava facendo grande, non sapevo che fare, ma la voglia di indipendenza era tanta. Sono stata molto fortunata nella sfortuna, perché la mia famiglia ha scelto di finanziarmi gli studi universitari”

– Chiara deve alla sua famiglia gli aiuti ricevuti da giovane mamma, non al diritto allo studio, ne tanto meno a bonus e agevolazioni per studenti madri -.

“Anche all’Università non è stata semplice, perché gli orari non mi permettevano di seguire tutti i corsi. Come tutte le ragazze madri, inevitabilmente sono stata svantaggiata perché senza aiuti, ne universitari dal diritto allo studio ne dall’Inps.”

Il problema centrale è proprio la gestione del tempo. Come abbiamo detto, non esistono sufficienti agevolazioni e aiuti per le ragazze madri studentesse o lavoratrici in difficoltà, che spesso sono sole, disoccupate o alla ricerca di lavori part time.

“La questione è che non sei per niente tutelata come studentessa mamma. Per le istituzioni siamo solo una vera problematica e non una risorsa. Non hai la possibilità di giustificare assenze o ritardi. Non oso immaginare cosa mi aspetta ad un colloquio di lavoro. Ti vengono imposti tempi e modi che non sono fattibili. Si soffre tanto. Il problema più complesso è non riconoscersi in nessuna categoria.” – Conclude Chiara –

Difficoltà delle giovani madri e sostegno psicologico

Come ci raccontava Chiara, tra gli aiuti necessari per le giovani mamme studentesse a scuola o università o lavoratrici, il supporto psicologico farebbe tanto. A confermarcelo è la psicoterapeuta Serena Valorzi che ci spiega.

“Questo è uno dei momenti in cui maggiormente si ha bisogno del sostegno di persone amiche. Che sia il compagno, i parenti o gli insegnanti, le giovani madri devono sempre sapere di poter chiedere aiuti. Senza, affrontare la maternità da sole è disumano.”– sottolinea la psicoterapeuta. – “Non ci si deve nascondere o temere di essere giudicati.

“Il dialogo con gli adulti è fondamentale anche per mettere in ordine le idee e trovare sicurezze. La mamma adolescente deve manifestare i propri dubbi e le ansie e ricevere parole di conforto e aiuto pratico. Questa sarebbe la situazione ideale.” – ci spiega la dottoressa Valorzi-.

“Inoltre, potersi circondare di persone con situazioni simili, ossia altre madri teenager, può fare solo bene. Si fa squadra e si affronta meglio ogni problema perché lo si condivide.

Come si può sfuggire ai sensi di colpa che affliggono le giovani mamme lavoratrici o studentesse quando gestione del figlio e costruzione del proprio futuro sembrano non incastrarsi?

“Non ci si può far fermare. La madre deve considerare la propria situazione e accettarla. Proprio per il bene del bambino, la ragazza deve saper trovare un equilibrio tra le esigenze del figlio e quelle della sua giovane età. In queste rientra la realizzazione personale. Non si ha nessuna colpa! Anche per questo serve l’aiuto degli adulti che devono essere presenti e solidali.

Ruoli fondamentali, dunque, anche quelli della scuola o del luogo di lavoro per le ragazze madri, quali aiuti le istituzioni possono offrire e in che modo?

Sarebbe molto importante che i docenti fossero di sostegno, vista la condizione che una persona tanto giovane si trova ad affrontare. In caso contrario si crea un grosso danno, poiché  si è sottoposti ad uno stress psicologico enorme.” – Dichiara la dottoressa Serena Valorzi. Stessa cosa vale per i colleghi e datori di lavoro. – “La chiave è la comprensione.”

Giovani mamme studentesse e lavoratrici: diritti e tutele

Come se non bastasse all’assenza di aiuti psicologici, mancanza di agevolazioni, e bonus per le giovani mamme ancora a scuola, università o al lavoro. Occorre una riforma e una normativa che metta al centro la donna-ragazza-madre, da considerare una risorsa e non un problema.

Ne abbiamo parlato con l’avvocato familiarista Beatrice Dalia per analizzare i canali di supporto previsti dalla legge italiana.

“Per le mamme studentesse la risposta è tristemente facile. Purtroppo, a riguardo, il vuoto normativo viene colmato solo dalla sensibilità dei singoli Atenei, che possono prevedere agevolazioni per le giovani mamme. Ferma restando la necessità/obbligo di adottare tutte le misure idonee a proteggerle da rischi relativi alla frequenza di corsi o laboratori durante la gravidanza.”- ci spiega l’avvocato Dalia.

“Più articolato è il quadro normativo che riguarda gli aiuti per le giovani mamme lavoratrici. Posta la diversificazione del grado di tutela tra quelle a tempo determinato e libere professioniste, esistono, per fortuna, capisaldi come il divieto di licenziamento entro il primo anno di vita del bambino. O quello di demansionamento della mamma al suo rientro a lavoro.”- dichiara Beatrice Dalia.

-“Inoltre sono previsti permessi per l’allattamento, indennità di maternità, congedi parentali. Il dato negativo resta quello culturale, rispetto alla percezione frequente della gravidanza come un “problema” a livello produttivo. L’Italia resta purtroppo un Paese in cui fare figli, per una donna, implica equilibrismi, rinunce e sacrifici.”

Dal suo punto di vista, su quali appoggi possono contare, nel quotidiano, le ragazze madri?

“La principale risorsa per tutte le madri di oggi resta la famiglia di origine propria e quella del partner. I nonni rappresentano quella rete indispensabile senza la quale difficilmente i genitori potrebbero proseguire il percorso di realizzazione personale e familiare. Chi non può contare su questo, invece, deve giostrarsi tra permessi di lavoro e assegni pubblici. Il nostro Paese ha una serie di strumenti di sostegno ai genitori. Si tratta di misure statali a cui talvolta possono sommarsi anche specifiche previsioni comunali.”– Conclude l’avvocato Beatrice Dalia.

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Flavia de Durante Laureata in Lettere Moderne con il massimo dei voti all'Università degli studi di Salerno. Da sempre amante della lettura, mi diletto a scrivere sin dalla prima adolescenza. Mi interessa esplorare il mondo circostante in tutte le sue sfumature ed in particolare l'animo umano e i rapporti interpersonali. I temi che maggiormente mi interessano sono quelli legati alla cultura, alla storia, al costume, all'ambiente, all'attualità. Vedo nel settore del giornalismo non solo la possibilità di trasmettere dati ed informazioni, ma anche una grande opportunità di acquisire nuove e varie conoscenze. La curiosità e la voglia di sapere sono i motori principali che mi hanno spinto a intraprendere questo percorso. Leggi tutto
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