Sapere quali sono le doti di un buon capo è molto importante e non è solo una questione di ego o popolarità. Per i ragazzi che vogliono essere leader a scuola o di un gruppo di amici, per esempio, si tratta della prima vera prova di assunzione di responsabilità. Si tratta di maturazione, e crescita.
Allo stesso modo per i giovani che si chiedono come avere leadership all’università, ad esempio diventando presidente di un’associazione universitaria, certo è perché il discorso non è legato ai voti migliori o favoritismi.
Dalla scuola, all’università un capo resta tale spesso anche sul lavoro. A spiegarci come diventare un leader, chi è, cosa fare per essere capo a scuola, università e lavoro abbiamo sentito dei professionisti carismatici affermati, professori e coach.
La professoressa Caterina Miraglia, docente universitario, politico e dirigente, una donna capo di altissimo livello. La professoressa, Rossella De Luca, dirigente scolastica con una lunga carriera direzionale. E non ultimo Stefano Tassone, uno tra i più famosi coach di soft skills.
Come diventare un leader a scuola, caratteristiche e come farsi ascoltare, rispettare e seguire dagli amici
La leadership è spesso innata sin da bambini, ma non è detto che non possa essere acquista ed è per questo che molti studenti si chiedono come diventare un leader a scuola per fare il rappresentate di classe ad esempio o per avere amicizie.
“Secondo me una buona dose è innata. – Ci conferma la dirigente scolastica Rossella De Luca e continua nella sua esperienza di leadership -.
“Quello che normalmente si chiama carisma è innato. Però io credo che per i ragazzi, così come anche per gli adulti, serva una solida cultura. Una cultura critica, una grande capacità comunicativa e organizzativa sono poi delle armi vincenti.”
Nella sua esperienza da professoressa a scuola, cosa fare per essere un leader tra gli amici di scuola? “Di solito si parte organizzando il regalo per il compleanno, la raccolta di fondi. O organizzando un gruppo studio.” -Fa sapere la prof De Luca -.
Poi continua, elencando una serie di capacità e caratteristiche tipiche di un capo in posizione di leadership a scuola:
- Guidare gruppi;
- Migliorare il clima;
- Conoscere le proprie potenzialità;
- Avere una forte motivazione
- Tenere un atteggiamento propositivo;
- Capacità di infondere fiducia negli altri;
- Generare entusiasmo;
- Essere affiliativi;
- Comunicare valori positivi;
- Lavorare per gli altri.
Chi ha la leadership è colui che guida, a differenza del manager, e si guida andando avanti, essendo d’esempio rispetto agli altri. Quindi lavorare per gli altri e soprattutto lavorare con gli altri” – Conclude la DS Rossella De Luca -.
Per diventare un diventare un leader di successo a scuola e uno studente carismatico, bisogna essere forti ma anche onesti, e dunque serve:
- Forte motivazione ed atteggiamento propositivo. Farsi avanti quando c’è da organizzare un compleanno, raccogliere dei fondi, dividersi il lavoro.
- Essere onesti, entusiasti, fiduciosi
- Conoscere le proprie potenzialità ed avere una cultura critica;
- Lavorare per gli altri e dare l’esempio, guidando le altre persone in avanti
- Sviluppare le proprie capacità comunicative ed organizzative.
Come essere capo e avere leadership dall’università al lavoro
Seppure in modalità diverse diventare un leader all’università, non discosta tanto da come essere un capo a scuola. Difatti se nell’ambito scolastico la leadership è detenuta dal rappresentate di classe o istituto, nell’ambito universitario i leaders sono i rappresentati delle associazioni, consiglieri di facoltà, senato accademico o d’amministrazione. Ma come avere carisma e cosa fare per essere ascoltati da un gruppo?
“(La prima cosa è) Lavorare veramente pensando al bene degli altri. Questo fa crescere la persona. – Chiosa la professoressa Caterina Miraglia -.
“Non lavorare per consolidare la propria posizione, la prima regola è quella di lavorare bene a favore degli altri. Questo è l’unico grande segreto. Escludere dalla propria vita l’idea di guerreggiare per primeggiare. Strumentalmente si può primeggiare, ma solo se si raccoglie il rispetto degli altri lavorando per loro” – Chiarisce la prof. Miraglia -.https://www.controcampus.it/wp-admin/post.php?post=535206&action=edit
“È chiaro che ciascuno cerca di mettere a frutto (strategie diverse), ma non è quello lo spirito giusto. (Bisogna) saper lavorare in squadra, avvalersi sempre sempre di collaboratori che siano migliori, cercando di farli crescere. Perché questo è uno dei grandi limiti.” – Continua -.
“Quando si scelgono (i collaboratori) con la preoccupazione che possono superare il maestro si crea limite. Bisogna essere così attenti da scegliere con cura i collaboratori, che naturalmente siano scelti secondo i propri metri di misura. E quindi avere la consapevolezza che chi lavora a fianco si sente protetto, seppur nella linea dettata da chi al momento ha le redini del governo.”
Cosa consiglierebbe ad uno studente universitario per diventare un leader di successo risonante carismatico all’università e poi ottimo capo a lavoro?
“Avere ambizioni sane. La vita dei ragazzi deve essere di partecipazione, ma non deve essere finalizzata ad altri scopi. Un ragazzo deve immaginare di partecipare perché vuole costruire. Come primo punto di arrivo c’è quello del rispetto di sé stessi, della propria dignità, della condizione di voler fare qualche cosa che lascia un segno, questo naturalmente fa lavorare meglio”. .
“Io sono convinta che quelli che parlano, se parlano o con il cuore e con la mente, allora riescono a fare breccia su quelli che ascoltano. Se (anche il linguaggio) è artefatto, possono essere lusingati ma certamente non ne traggono un beneficio.” – Conclude la professoressa Caterina Miraglia
Da qui l’idea che la leadership non si inventa. Non basta seguire una serie di comportamenti prefissati o aver raggiunto certi obiettivi. Ci vuole quel qualcosa in più, la convinzione, il cuore, e l’altruismo.
Volendo schematizzare:
- Lavorare per gli altri e mai per sé stessi, per raggiungere uno scopo personale;
- Scegliersi collaboratori validi, non avere paura di essere superati da questi;
- Avere fiducia in sé stessi, rispettare la propria dignità e volontà;
- Essere onesti. Anche nel linguaggio, nel parlare, parlare con l’inspirazione del cuore e l’aiuto della mente. Non cercare di adottare una strategia “vincente” ma finta.
Come comportarsi e parlare per diventare un leader
Una cosa è chiara esistono caratteristiche della leadership innate in un bambino, studente e quindi poi un capo a lavoro. Ma diventare un leader, essere un buon capo e avere carisma è possibile farlo, anche se si è timidi, introversi: basta saper come fare, come muoversi e parlare.
Dal significato di leadership alle strategie per avere carisma, linguaggio paraverbale per una comunicazione efficace, sarà Stefano Tassone, coach di soft skills a spiegarcelo.
“Leder deriva dal verbo inglese “to lead” che vuol dire “guidare”, “condurre”. Il che implica che si sappia innanzitutto dove andare e perché. Un capo dovrebbe quindi innanzitutto avere le idee chiare su cosa voglia per la sua organizzazione. Successivamente dovrà essere in grado di ispirare, motivare, guidare un team.” Chiosa il coach Stefano Tassone -.
“Un capo dovrebbe anche saper guidare con il suo esempio, così da ispirare congruenza. Dovrebbe dire ciò che fa e fare ciò che dice! Per fare un esempio, se vuole che i suoi collaboratori siano puntuali dovrebbe lui per primo esserlo. Oppure se vuole che i suoi collaboratori siano flessibili, dovrà esserlo lui per primo.”
Potrebbe spiegarci come deve comunicare chi vuole essere un capo e diventare un leader carismatico e di successo: cosa deve dire, come deve parlare e in che modo farlo?
“Una persona in posizione di leadership deve assolutamente essere in grado di comunicare efficacemente. Deve saper comunicare in maniera chiara ed incisiva, saper traferire messaggi cristallini.” – Fa sapere Stefan Tassone -.
“Ma c’è di più oltre la chiarezza.” Continua: “Assodato che debba essere chiaro ed incisivo, dovrà poi anche saper “vendere” le sue idee. Comunicare in maniera convincente e persuasiva. Dovrà essere capace, a seconda dei contesi, di motivare, sensibilizzare, responsabilizzare, rassicurare.”
“È bene sottolineare che si comunica anche attraverso le proprie azioni, le proprie scelte, i propri comportamenti. Quando comunichiamo lo facciamo con 3 componenti, verbale (le parole), para-verbale (la voce), non verbale (linguaggio del corpo). Dunque dovrà essere capace di trovare il giusto mix sinergico di parole, voce, linguaggio del corpo, per risultare incisivo, convincente, persuasivo, chiaro, motivante.” – Conclude il coach Stefano Tassone -.
Quindi, se volessimo schematizzare i comportamenti e caratteristiche a chi vuole sapere come diventare un leader di successo a scuola all’ università o vuole essere capo a lavoro:
- Sapere cosa si vuole fare e dove si vuole arrivare. Solo così si potrà motivare e guidare un team;
- Essere capaci di gestire difficoltà e lamentele;
- Parlare con chiarezza e decisione, senza ambiguità o confusione;
- Dare l’esempio. Non si possono pretendere certi comportamenti dai sottoposti senza prima averli pretesi da sé stessi,
- Riuscire a collegare le proprie parole con il tono di voce e il linguaggio del corpo.