Cos’è il mobbing sul lavoro, quali sono le sue conseguenze e come tutelarsi?
Il lavoro ricopre un ruolo fondamentale nella vita di gran parte delle persone. Svegliarsi al mattino con serenità e prepararsi per affrontare una giornata densa di impegni dovrebbe essere la “normalità”. Certo, stanchezza e stress sono considerate ragionevoli conseguenze di momenti più impegnativi. Ma la soddisfazione di fare ciò che piace in un contesto felice dovrebbero, normalmente, sempre vincere su tutto il resto.
Purtroppo, a questo quadro di serenità sul luogo di lavoro, si contrappone fortemente il reato di mobbing, con sintomi e caratteristiche che distruggono lentamente il lavoratore mobbizzato, è importante sapere come riconoscerlo e come dimostrarlo.
Immaginate di vivere un inferno quotidianamente, durante tutto il turno lavorativo. Insulti, colleghi che vi deridono, capi e direttori che vi mortificano. E non è tutto! Le vittime di questo fenomeno di violenza sul lavoro hanno a che vedere quotidianamente con le conseguenze psico-fisiche di questi maltrattamenti. Che non restano chiuse tra le pareti dell’ufficio, ma seguono il lavoratore mobbizzato fin dentro casa, alterando completamente le sue condizioni di vita anche al di fuori dai luoghi di lavoro.
Dai dati di un’indagine dell’ISPESL (l’Istituto per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) sono circa un milione e mezzo i lavoratori italiani vittime del mobbing. Nel nord Italia i casi sono più numerosi (circa il 65%). E, in percentuale, il terribile fenomeno colpisce maggiormente le donne (52%).
Vediamo nel dettaglio la definizione di mobbing sul lavoro, orizzontale e verticale, sintomi e caratteristiche e come difendersi. Come si fa a denunciare e cosa fare quando ti fanno mobbing? Cosa rischia chi fa mobbing, colleghi e datore di lavoro? Sarà l’Avvocato Marialuigia Ferrante, dell’Avvocatura regionale INAIL per la Campania, ad analizzare il tema in ogni suo aspetto.
Come riconoscere il mobbing sul lavoro, le cause: dalla legge alla fattispecie concreta, esempi
Partiamo dalla definizione di mobbing sul lavoro per arrivare alle caratteristiche, la tipologia orizzontale e verticale, cosa fare per difendersi e la denuncia.
“Il termine è mutuato dall’etologia, dall’inglese “to mob”. Che vuol dire “aggredire in massa”, “accerchiare”. Fu usato da K.Lorenz per descrivere il comportamento messo in atto da alcuni tipi di uccelli contro altri volatili intenzionati ad invadere il proprio nido. Questo comportamento arriva ad isolare il soggetto aggressore e a percuoterlo sino alla morte. Il significato del termine mobbing e la sua definizione, invece, si deve a due psicologi dell’organizzazione aziendale. Lo svedese Leymann e il tedesco Ege. I due studiarono la condizione in cui vengono a trovarsi i soggetti sofferenti per violenza psicologica sul lavoro.“- Principia l’Avvocato.-
“Il fenomeno, tristemente diffuso, consiste in violenza psicofisica e molestia morale sul luogo di lavoro. Questo conduce al degrado delle condizioni di lavoro ed è atta a ledere la salute, la professionalità e la dignità del lavoratore. Si attua con svariate modalità, aggressive e vessatorie, verbali e non. Con finalità tese all’emarginazione ed all’isolamento. Alla dequalificazione professionale ed umana, al demansionamento. Allo svuotamento o perdita del ruolo. Spesso, con l’obiettivo finale di bloccare la carriera e/o di eliminare uno o più dipendenti.“- Analizza Marialuigia Ferrante.-
“L’intensità e la durata sono variabili. A seconda dello scopo da raggiungere e della reazione della vittima designata. Il fenomeno porta conseguenze di gravità diversa sulla salute, sull’attività lavorativa, sulla vita privata e sociale. A secondo l’entità del danno subito, inoltre, si comporta un danno economico al datore di lavoro. E alla società in generale.”- Fa sapere.-
“Le cause possono essere le più svariate. Esiste, per definizione, il mobbing orizzontale e verticale, e spesso può essere strategico. Possono esserci dei motivi di produttività o di politica aziendale. O si può basare su favoritismi soggettivi. Si può verificare, ad esempio, un demansionamento. Pur mantenendo lo stesso stipendio necessariamente. Poiché, per legge, non è ammessa la riduzione del livello retributivo.”
Come dimostrare il mobbing, sintomi e conseguenze
Analizzate le caratteristiche principali della definizione di mobbing sul lavoro, vediamo come si dimostra, la denuncia, le tipologie e cosa fare per difendersi.
“Il lavoratore mobbizzato viene isolato, destabilizzato e spesso allontanato dalla sua postazione di lavoro. A volte, vengono addirittura trasferiti. Il datore crea delle condizioni tali da spingere il dipendente all’allontanamento dal luogo di lavoro e all’assenza per malattia. La malattia è, infatti, la scelta che solitamente il lavoratore adotta. Per sfuggire alla condotta mobbizzante. Il mobbing sul lavoro può essere orizzontale e verticale:
- Orizzontale: quando i colleghi di lavoro isolano ed emarginano il mobbizzato.
- Verticale: quando è il datore di lavoro (o il superiore gerarchico) che redarguisce e allontana il dipendente, rendendogli la vita impossibile.”- Specifica l’Avv. dell’INAIL.-
“Le manifestazioni sono soggettive. Le azioni mobbizzanti alterano l’equilibrio psico-fisico dell’individuo. E a volte perdurano anche molto tempo dopo la cessazione della condotta persecutoria. Possono durare per tutta la vita del soggetto! In genere, sono manifestazioni psico-correleate, di natura sia fisica che psichica. Si parte dalla depressione che può portare, in casi estremi, persino al suicidio. I sintomi tipici del mobbing sul lavoro possono essere l’alterazione dei valori degli esami ematologici o strumentali. O l’insorgere di patologie a carico del sistema respiratorio, gastroenterico, cardiologico. O ginecologico, andrologico, dermatologico.”– Chiarisce l’avvocato.-
“Le ripercussioni delle violenze sul lavoro accompagnano i lavoratori sempre. Anche in casa. Oltre a quelle personali, le conseguenze sono anche sociali. Gli effetti negativi ricadono infatti oltre che sull’individuo anche sulla famiglia. Sui datori di lavoro che subiscono inevitabilmente un aumento dei costi aziendali. A causa dei periodi di malattia dei lavoratori mobbizzati. La conseguenza è il calo della produttività. Sulla collettività sociale, l’incremento dei costi sanitari e previdenziali.”
Lavoratore vittima di violenza psicologica: come difendersi e cosa fare
Come difendersi dal mobbing sul lavoro, cosa fare e come si dimostra?
“Il danno biologico psichico si può risarcire secondo l’art. 2043 del c.c. Però, è in ambito previdenziale che il fenomeno ha trovato la sua tutela naturale. Il responsabile civile risarcisce il danno alla persona. E l’assicurazione sociale (INAIL) indennizza il danno derivante. Il mobbing, per l’INAIL, rientra nella malattia professionale non tabellata. Bisogna dimostrare nesso eziologico tra patologia e lavoro.”- Dice Marialuigia Ferrante.-
“Vengono esclusi dal mobbing sul lavoro i fattori gestionali legati al normale svolgimento del lavoro. E le situazioni indotte dalle dinamiche psicologico relazionali. Comuni sia agli ambienti di lavoro che a quelli di vita.”- Spiega.-
“Qualora i lavoratori lo ritengano opportuno, possono agire. Sia nei confronti del datore di lavoro per risarcimento danni civilistici. Sia nei confronti dell’Istituto per riconoscimento della malattia professionale. Queste sono le tipologie di prestazioni indennizzate dall’INAIL:
- Indennità di temporanea: per periodo assenza da lavoro.
- Liquidazione di somma una tantum per stress da lavoro. Di grado da moderato a severo, fino alla percentuale del 15%.”- Chiarisce l’avvocato.-
“Si può ravvisare un comportamento doloso, omissivo e colposo, o illecito del datore di lavoro. E’ perciò sempre possibile, in questo caso, denunciare il soggetto responsabile in sede penale. Per violenza privata, ingiuria, diffamazione, lesione personale. Fino ad istigazione al suicidio. Può essere riconosciuta la responsabilità del datore per l’inosservanza delle norme poste a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. In tal caso, è prevista per l’INAIL infine l’azione di rivalsa in sede civile nei confronti del datore di lavoro. Per il recupero delle prestazioni erogate al lavoratore mobbizzato.“– Conclude l’Avvocato.