Algoritmo per l’assegnazione delle supplenze docenti e GPS, come funziona e cosa c’è alla base del meccanismo automatizzato?
Le graduatorie provinciali delle supplenze (GPS) sono piene di errori. Tutti a carico dell’algoritmo. Soltanto nel Lazio si contano oltre 6mila segnalazioni giunte all’Ufficio scolastico regionale. E la cosa riguarda gran parte delle scuole della regione. Soprattutto alla primaria, infanzia e alla scuola secondaria di primo grado.
Le problematiche riscontrate sono diverse e svariate. Si parte dalla maggiormente segnalata errata valutazione dei titoli. Sino al mancato inserimenti dei docenti abilitati all’estero. Quest’ultimo caso aveva generato un polverone ben prima delle assegnazioni definitive. Recentemente, di fatti, il TAR Lazio ha dichiarato l’illegittimità del mancato inserimento in graduatoria dei docenti specializzati su sostegno all’estero.
Vediamo come funziona e quali sono stati errori, proteste ed esempi dell’algoritmo ministeriale per l’assegnazione delle supplenze scuola GPS.
Come funziona il meccanismo algoritmo supplenze scuola – gps e quali sono gli errori più frequenti?
Il quesito principale che si pongono docenti supplenti è certamente uno solo. Come funziona l’algoritmo delle supplenze gps a scuola e quali sono gli errori più frequenti?
Partiamo dal presupposto che l’algoritmo delle supplenze elabora le richieste partendo dal primo candidato in graduatoria. Ossia colui che ha inviato la domanda nel modo corretto. E che presenta tutti i requisiti richiesti dal bando pubblico. Successivamente, si passa automaticamente all’analisi delle preferenze indicate.
E’ importante ricordare che il sistema non analizza le preferenze di ogni aspirante docente per tutte le singole graduatorie. Poiché è necessario che l’analisi sia prolungata esclusivamente sino a quando si raggiunge il numero massimo di posti da attribuire. Dunque, l’esame delle diverse preferenze arriva fino a quando si coprono interamente i posti liberi. E/o attribuibili.
E’ importante sottolineare che non è possibile stabilire anticipatamente la quantità di posti che dev’essere assegnata.
Comunque, ogni docente ha potuto inserire le proprie preferenze in ordine vario. Al momento della compilazione della domanda. L’obiettivo del sistema algoritmico è ovviamente quello di rilevare un totale di cattedre. Dunque, il sistema lavora su una specifica domanda. Fin quando non trova una cattedra adatta alla modalità di inserimento delle preferenze.
Una volta terminata questa analisi, viene assegnata la cattedra. In che modo? L’algoritmo per l’assegnazione supplenze docenti e GPS come funziona? Il sistema analizza tutte queste indicazioni. Partendo dai requisiti sino alle preferenze. E si ferma alla cattedra che rispecchia tutte le caratteristiche delle domande dei singoli docenti.
Errori dell’algoritmo supplenze GPS ed esempi
Non sono mancate le proteste per gli errori su come funziona l’algoritmo per le supplenze a scuola e GPS.
Numerosi docenti si sono lamentati per alcune problematiche relative all’assegnazione dei posti disponibili. Avendo compilato correttamente la domanda e indicato un certo numero e ordine di preferenze. E’ stato dichiarato da molti concorrenti che alcuni incarichi sono stati attribuiti a docenti con punteggi inferiori. Oppure, numerose lamentele sono arrivate a causa di ripetuti blocchi della piattaforma. E, ancora, dell’assurda presenza della presenza di cattedre non segnalate dagli USR. O la violazione del diritto da parte dei docenti a sommare più spezzoni. Di queste scorrettezze è stato “incolpato” il funzionamento dell’algoritmo automatico.
Gli insegnanti incappati nella problematica legata al punteggio, in particolare, sostengono che il sistema non tenga conto dei titoli di merito. Cosa che è stato accertato non vera perché la formula ministeriale informatica tiene in considerazione i titoli di studio. E anche quelli di merito. Poiché devono essere dichiarati dai diversi candidati al momento della compilazione della domanda per il concorso.
Sulla base di questo è più facile credere che la problematica sia legata alle domande vere e proprie. Nelle quali, probabilmente, taluni candidati hanno limitato l’ordine e la tipologia delle proprie preferenze. A causa di questa scarsa compilazione, può succedere che l’algoritmo agisca in maniera “anomala”.
In che senso? Semplicemente, il sistema automatico considera un docente con un certo punteggio migliore rispetto ad un suo collega. Se però questi ha limitato le preferenze, l’algoritmo passa direttamente al candidato con punteggio più basso.
Ecco un esempio per fare chiarezza. Può succedere che un docente specializzato sul sostegno e inserito nella I fascia delle GPS, venga scavalcato da un altro professore. Quest’ultimo è titolare della riserva, ma inserito nella II fascia. E sprovvisto del titolo di specializzazione.
E’ fondamentale, dunque, effettuare una compilazione precisa e completa della domanda concorsuale. Al fine di non cadere in queste “trappole informatiche e di calcolo” al momento dell’assegnazione.
Come rimediare al problema nel meccanismo algoritmo supplenze
Visto come funziona a quali sono state le principali proteste nel funzionamento dell’algoritmo per l’assegnazione supplenze e GPS, vediamo come si potrebbe rimediare.
Le segnalazioni dei docenti certamente non potevano essere ignorate. E anche i sindacati, ovviamente, hanno criticato la situazione di totale caos. Dovuta, in gran parte, proprio agli errori della procedura informatizzata.
Ad inizio settembre, il sistema informativo del Ministero aveva fatto circolare una nota parzialmente rassicurante. “Sulla base delle segnalazioni ricevute nelle ultime ore. Sulle elaborazioni effettuate per le individuazioni delle supplenze, è stato effettuato un intervento. Sulla procedura per modificare l’ordine di trattamento delle graduatorie.”
Ma come risolvere queste problematiche? Secondo la maggioranza, non affidando più all’algoritmo un compito così delicato e di precisione.
Il segretario regionale UIL Scuola Lazio si è espresso in merito. “Da tanto chiediamo procedure finalizzate all’immissione in ruolo del personale precario con 3 anni di servizio. La procedura dell’algoritmo non può sostituire la funzione umana. Rispetto alla scelta di una sede. Prima le sedi venivano scelte solo in presenza.”
Anche la Gilda degli Insegnanti ha manifestato la sua opinione. Attraverso le parole del suo coordinatore nazionale. “Come ha dimostrato il caos del 2015 con la Buona Scuola e come stanno dimostrando oggi le Gps è ora di dire basta agli algoritmi. E di adottare altri sistemi in grado di garantire precisione ed efficienza.”