“Adolescenti violenti in azione a Borgo Croci: 11enne accerchiato e malmenato da coetanei”. “Gruppo di bulli pesta a sangue minore in pieno giorno a Rimini”. “Giovane coppia aggredita da un branco di minorenni.”
Nel nostro paese, fatti di cronaca e notizie simili tappezzano numerose testate giornalistiche. Il fenomeno sociale delle baby gang in Italia ha al centro delle sue caratteristiche principali quella di avere come protagonisti assoluti giovani criminali, spesso adolescenti violenti. Questi ragazzi, “ammassati” in branco, compiono ricorrentemente azioni violente e immotivate perpetrate a danno di adulti e coetanei.
Talvolta ancora in età scolare, i bulli delinquenti “giocano” a fare i grandi. Compiendo atti vandalici, aggressivi ed illegali che li etichettano, inevitabilmente, come criminali. Pericolosamente in crescita, i numeri di questo fenomeno terribile sono spiazzanti. Macchiano la nazione totalmente, da sud a nord.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, su un campione di 7.000 adolescenti, il 6,5% fa parte di una gang. Queste, di frequente, si dilettano ad attaccare i coetanei. Oppure, in alcuni casi, danneggiano strutture pubbliche e private. O, ancora, si occupano di furti e rapine. Il 16%, in linea generale, ha commesso atti vandalici.
Ma chi sono le baby gang, quale profilo psicologico si traccia sui ragazzi e adolescenti violenti che colorano di nero le pagine di cronaca in Italia? Quali sono le caratteristiche di questo fenomeno sociale, quali sono i reati, pene, e ancora come difendersi dagli adolescenti violenti?
A parlarcene, la dott.ssa Antonella Antonucci, psicopedagogista, psicologa dello sviluppo e della educazione. A tracciarci invece le linee guida pedagogico-legali che regolamentano il fenomeno criminale, l’avvocato penalista Elisa Cocchi.
Chi sono le baby gang, minorenni bulli e violenti: profilo sociale e psicologico
Chi sono gli adolescenti violenti, baby criminali e cosa sono le baby gang, che caratteristiche presenta questo terribile fenomeno sociale così presente in Italia?
“Alla base del processo di crescita e della formazione delle identità, risultano importanti le esperienze relazionali. Nei contesti nei quali si è inseriti. In primis troviamo la famiglia. Attraverso la quale si forgia la propria identificazione. E la differenziazione dei ruoli. Il modo di interpretare i segni esterni del mondo. E soprattutto come riconoscerli ed affrontarli.”- Principia la dott.ssa Antonella Antonucci.-
“Bisogna però considerare che sin dai primi anni di vita vi è l’inclinazione nella relazione con gli altri. Presupposto indispensabile è considerare che le informazioni all’interno del contesto sociale vengano trasformate. Attraverso tre processi di assimilazione. Ossia introiezione, identificazione e ricapitolazione.“
“I giovani adolescenti che si ritrovano in gruppi che presentano comportamenti antisociali sviluppano comportamenti e caratteristiche. Sempre più simili al gruppo. E anche i modi di pensare diventano gli stessi. Gli atteggiamenti degli altri diventano assimilabili a quelli i già esistenti nella persona. I gruppi sociali diventano una nuova possibilità di identificazione.”- Analizza la psicopedagogista e psicologa.-
“Esistono alcuni modi di pensare nei gruppi antisociali che rendono sempre più facile riconoscerli. Si sentono liberi nel loro essere gregari. Si sentono vittime della società. Delegando alla stessa le responsabilità dei loro comportamenti. Manifestano una rabbia cronica. Vivono la loro onnipotenza. E pretendono il riconoscimento, non ammettono la paura. E gli atteggiamenti di sfida fanno parte del quotidiano.”
“Gli adolescenti violenti delle baby gang sono minorenni che vedono il gruppo come tramite per commettere reati. La loro è una aggregazione esclusiva e necessaria. Che però col tempo diventa patologica nell’espletare atti criminali. Che vanno dal furto alle aggressioni. Atti vandalici, spaccio, rapine, abusi sessuali di gruppo.”
Chi e cosa sono i giovani bulli, caratteristiche psicosociali
Il gruppo rappresenta il porto sicuro dei giovani membri delle gangs. Che si sviluppi nella scuola o per le strade, che caratteristiche presenta il fenomeno sociale delle baby gang e quale è il profilo socio-psicologico degli adolescenti violenti, come difendersi da questi fuorilegge?
“I giovani delle baby gang hanno in genere età compresa dai 7 ai 16 anni. Appartenenti al genere maschile. Ma il fenomeno sta dilagando anche tra le femmine. Le vittime sono talvolta coetanei, ma anche anziani. Fasce povere e disabili.”- Fa sapere la psicoterapeuta.-
“Può essere inquadrato come abuso sistematico di potere. Di uno o più adolescenti violenti. Che agiscono con prepotenza ai danni di ragazzi più deboli e in difficoltà. Ciò che lo differenzia da altri comportamenti aggressivi è la ripetizione sistematica. E la presenza di altri elementi. Quali l’intenzione di nuocere, atti diretti e indiretti.”
“Nelle gang vi è la presenza di un gruppo dominante. Che agisce nell’ottica del conformismo di gruppo. C’è un leader, una gerarchia strutturata al suo interno. C’è il territorio, la rivalità tra gangs avversarie. La presenza di simboli caratterizzanti visibili.”- Chiarisce, analizzando le caratteristiche del fenomeno sociale baby gang, chi sono.-
“Agire in branco è la conseguenza di una visione della realtà come mondo per sé. Ma nel gruppo comporta un allontanamento da tutte le altre visioni della realtà. Ed è in tal caso più scontato il disadattamento sociale. Il giovane che decide di aggregarsi al gruppo presenta una non intenzionalità individuale. Esiste poi un altro comportamento che va dalla fuga da sé. E dalla mancanza di riconoscimento del sé. Si decide di accettare abitudini e persone. Lasciandosi coinvolgere e trasportare.”
Come si sviluppa la criminalità minorile: prevenzione e cura
E’ chiaro cosa e chi sono le baby gang, il fenomeno sociale dilaga a scuola e per le strade di tutta Italia, ma dove nasce e come si può prevenire, come difendersi dagli adolescenti violenti?
“I gruppi con alti livelli di pensiero antisociale presentano caratteristiche che vanno riportate a modelli famigliari. Nei quali solitamente la figura del padre è vista come poco amorevole e con scarso dialogo e sostegno. E la figura della madre molto simile a quella del padre. Ma con elevati livelli di controllo affettivamente neutro. Oltre che un controllo colpevolizzante.”- Puntualizza la psicoterapeuta Antonella Antonucci.-
“Nel loro insieme questi comportamenti portano i figli ad interiorizzare le esperienze con i propri genitori. Ad emulare il modo di agire degli stessi. Il modo di pensare viene influenzato poi dalle fonti di informazione. Le attività culturali, sportive, religiose, politiche.”
“Vi sono situazioni famigliari multiproblematiche intrise di conflitti. Ma troviamo forme di devianza anche in famiglie benestanti. – Dice la dott.ssa Antonucci.-
“Il fenomeno è sempre più dilagante nella società odierna. Rappresenta un problema sociale dei nostri giovani. E delle loro personalità così fragili e facilmente plasmabili. La loro aggressività è alimentata da frustrazione diffusa. Il gruppo, infatti, garantisce accoglienza, protezione e il riconoscimento di una nuova identità”
“Allo stato attuale bisognerebbe rafforzare la rete sociale. Che vede in primis tanta collaborazione tra le famiglie e i professionisti del welfare sociale. Le parole chiave sono prevenzione ed educazione. A partire dalla scuola. Che dovrebbe fornire spazi di aggregazione e socializzazione. Creare percorsi di educazione emotiva e alla affettività. Contrastando la violenza con attività di aggregazione e sportive.” – Conclude la psicopedagogista, psicologa Antonella Antonucci. Suggerendo come combattere il fenomeno sociale baby gang, così diffuso in Italia, nella scuola -.
Le baby gang, piccoli boss di quartiere e bulli a scuola: reati e pene
Compreso cosa sono e caratteristiche del fenomeno sociale, vediamo cosa stabilisce la legge in Italia e le pene per gli adolescenti e giovani violenti appartenenti alle baby gang che commettono reati?
“Ai sensi dell’art. 97 c.p. “Non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto i quattordici anni”. Mentre ai sensi dell’art. 98 c.p. “È imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto aveva compiuto i quattordici anni. Ma non ancora i diciotto, se aveva capacità d’intendere e di volere. Ma la pena è diminuita”.”- Principia l’avvocato penalista Elisa Cocchi.-
“L’art. 97 c.p. stabilisce una presunzione assoluta di incapacità per il minore di quattordici anni. Il successivo articolo stabilisce che il minore infra diciottenne possa essere ritenuto incapace. Bisogna procedere ad una valutazione caso per caso. In relazione alla natura dell’illecito, al bene giuridico offeso. E alla struttura della fattispecie criminosa.”
Dalle misure di sicurezza alla comunità per adolescenti violenti
“Anche al minore degli anni quattordici può essere applicata una misura di sicurezza. Laddove si ritenga sia socialmente pericoloso. E ne sussistano i presupposti previsti dalla legge. In passato, ai sensi dell’art. 223 c.p. “Il ricovero in un riformatorio giudiziario è misura di sicurezza speciale per i minori. E non può aver durata inferiore a un anno.” Oggi è previsto il collocamento in comunità, anche alla luce del contesto familiare.“- Chiarisce l’Avv.-
“Mentre la misura di sicurezza ordinaria è la libertà vigilata. La pericolosità sociale deve essere in concreto accertata. Non può essere presunta. E deve aversi riguardo anche al contesto in cui vive e si relaziona il minore. Lo scopo rimane quello rieducativo. O, data la giovane età, di educazione.”
“Di fatto, il collocamento in comunità viene ordinata solo in casi particolari. Quando “per le specifiche modalità o circostanze del fatto e per la personalità dell’imputato, sussiste il concreto pericolo che questi commetta delitti. Con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale. O diretti contro la sicurezza collettiva. O l’ordine costituzionale ovvero gravi delitti di criminalità organizzata”.”- Dichiara l’avvocato.-
“Le pene sono quelle previste per gli adulti. Diminuite per l’attenuante della giovane età. Con riferimento alla querela/denuncia si propone come per gli adulti. Presso gli uffici di polizia giudiziaria.” – Conclude l’avvocato penalista Elisa Cocchi.-