Bisogna fare un distinguo tra l’artigiano vero e proprio e il proprietario di un negozio per la vendita di oggetti preziosi e di gioielli. Dunque, cosa si deve fare per diventare orafo nella pratica? Si occupa di realizzare oggetti preziosi in vari metalli pregiati, dall’ ideazione fino alla realizzazione conclusiva. Questo antichissimo mestiere ha bisogno di un altissimo livello di formazione, di titoli e riconoscimenti, documenti che attestino la sua professionalità. Sapere quanto guadagna un orafo in base alle sue abilità, al pregio e alla manualità con la quale riesce a realizzare preziosi, è fondamentale per conoscere il suo stipendio che varia a seconda della settorialità. Inoltre, conoscere come aprire una oreficeria è necessario per poter immettere il lavoro dell’artista in commercio.
Pertanto quali competenze si devono avere per diventare orafo? Innanzitutto, bisogna avere dimestichezza con gli attrezzi da lavoro: lente di ingrandimento, bilancia di precisione, microscopio. Deve essere in grado di scegliere i materiali adatti al gioiello, la fase della scelta è determinante per la qualità del prodotto finito. Bisogna assicurarsi dell’autenticità delle materie prime. Ma soprattutto il suo lavoro consiste nel comprendere le esigenze del cliente, i suoi desideri e proporre un prodotto adatto ad ogni richiesta così da farlo ritornare per il prossimo acquisto. Analizziamo in questa guida cosa si deve fare per formarsi adeguatamente: dall’istruzione iniziale, titoli di studio, corsi di formazione fino allo stipendio medio annuo, vantaggi, costi e benefici per la carriera futura.
Come diventare orafo: corsi, formazione, diploma e titoli di studio da possedere
Gli aspiranti professionisti devono per prima cosa scoprire cosa bisogna studiare per diventare orafo: scuola, università o corsi di formazione? Il professionista nel campo dell’oreficeria deve conseguire un diploma di scuola secondaria di secondo grado, presso un istituto professionale: settore industria e artigianato, indirizzo produzione industriale e artigianale. È obbligatorio fare dei corsi di formazione. Molti sono a pagamento e il costo si aggira intorno a 1.200 euro. Ma ci sono anche quelli erogati dalla propria Regione di appartenenza.
Sono numerosi i candidati che decidono di frequentare corsi gratuiti per diventare orafo a 40 anni o a 30 anni, quando ormai un diploma è stato conseguito. Investire il proprio tempo nello studio di questa professione potrebbe rappresentare un’interessante opportunità di impiego per chi è sempre stato affascinato dal settore dei gioielli. Ma considerato che l’apprendistato in azienda non può sostituire un corso professionale, quanti anni ci vogliono per diventare gioielliere? Il periodo della formazione secondaria è abbastanza articolato, e per raggiungere la giusta competenza, sono necessari dai sei ai dieci anni.
Come aprire una oreficeria: cosa fare, documenti e burocrazia
Per aprire una oreficeria, normative, autorizzazioni e costi devono essere dettagliatamente considerati per evitare spiacevoli inconvenienti. Aprire questo tipo di esercizio commerciale richiede un notevole carico di responsabilità, impegno e un elevato investimento economico. Per questo motivo diventare orafo non sempre coincide con l’essere imprenditore di una gioielleria. L’oreficeria come attività commerciale concede all’impresario diverse possibilità di guadagno. L’imprenditore può decidere di vendere gioielli di uso quotidiano come ad esempio orologi, bracciali, orecchini di marchi conosciuti e commerciali. Oppure può decidere di investire nella vendita di gioielli esclusivi, puntando su un tipo di clientela più ricercata. L’offerta della gioielleria deve essere variegata, pur mantenendo una sua coerenza con il target prestabilito per accontentare la clientela più esigente. È importante a tal fine considerare l’utenza in base alla localizzazione dell’attività commerciale.
Quanto costa aprire una oreficeria oggi? Come anticipato, l’ammontare dell’investimento potrebbe variare molto in base al tipo di clientela alla quale ci si intende rivolgere. In ogni caso, parliamo di cifre che superano le centinaia di migliaia di euro, il cui importo dipenderà essenzialmente dalla fascia di mercato cui si intende fare riferimento. Vi sono le spese di affitto o di acquisto di un locale e la sua messa in sicurezza: cassaforte, lastre anti-proiettili, sistemi d’allarme e telecamere di videosorveglianza. Vi sono poi i costi di gestione e di ristrutturazione del locale inserendo un impianto elettrico di alto livello per dare la luminosità indispensabile alla vetrina.
Aprire una gioielleria inoltre significa anche soddisfare tutta una serie di adempimenti burocratici. E’ obbligatorio richiedere alla Questura del Comune l’autorizzazione alla vendita di beni preziosi. In seguito, bisogna aprire una partita IVA per diventare orafo ed iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio.
Giornata orafo: cosa fa, mansioni tipiche del lavoro
Cosa fa un orafo e quali sono le mansioni tipiche del suo lavoro? Certamente realizza gioielli di tutti i tipi: anelli, orecchini, collane, bracciali ma non solo. Utilizza vari materiali in funzione dell’oggetto da realizzare, principalmente metalli come oro, argento ma anche acciaio. Diventare orafo professionista significa essere competente dell’analisi gemmologica, oltre che conoscere poi tutti i segreti legati alla lavorazione dei materiali.
Per prima cosa vi è l’ideazione del gioiello. Il disegno può essere dell’artista o fatto su commissione. Oggi esistono appositi programmi per realizzare i progetti. I prototipi possono essere realizzati in cera, metallo o resina.
Dopo la prima fase di ideazione vi è la scelta dei materiali e delle tecniche da utilizzare che possono essere di vario tipo: fusione a cera persa, microfusione con calco in gesso, incisione, cesellatura, sbalzo, filigrana.
Una volta che la fase progettuale è stata fatta, l’artigiano può procedere con la fase della realizzazione vera e propria per la quale può avvalersi in alcuni casi di strumenti innovativi, ma la rifinitura è sempre manuale. Il gioiello deve essere saldato, lisciato, assemblato e in alcuni casi incastonato. Tutto quello che prima si poteva fare solo con la cera, oggi viene fatto attraverso l’utilizzo di software di modellazione e con le stampanti 3d si realizza il primo prototipo che è poi realizzato con la tecnica della fusione a cera persa.
Stipendio orafo: quanto guadagna, costi e tasse
Quanto viene pagato un orafo? lo stipendio medio in Italia è 29 000 € all’anno circa 14.87 € all’ora. C’è da dire però che le gioiellerie sono molto remunerative benché comportino un impegno economico iniziale certamente alto, si tratta di un esercizio commerciale con un basso rischio di fallimento. I dati del settore dimostrano che un prodotto comprato all’ingrosso alla cifra di 100 euro, può essere venduto al dettaglio con un introito del 200%.
Le tasse variano a seconda dell’azienda se si tratta di una società o di una S.r.l. ma non è detto che l’artigiano debba essere un libero professionista. E’ possibile anche essere assunti presso grandi aziende di produzione e distribuzione di gioielleria ed essere stipendiati. Mentre l’orefice, che può anche essere esecutore di lavori in metalli preziosi e gemme, è solitamente proprietario del negozio adibito alla vendita di preziosi.
Lavoro da orafo: offerte ed opportunità di carriera
Diventare orafo in Italia e non solo, richiede passione, creatività ma anche grande spirito imprenditoriale. E’ possibile scegliere di essere artigiani, proponendo le proprie creazioni direttamente ad una clientela o alle gioiellerie. Oppure si può scegliere di essere assunti come dipendenti in grandi aziende che producono gioielli. In questo caso il professionista non è impegnato in tutte le fasi della lavorazione, ma si specializzerà diventando:
- pulitore
- incastonatore
- prototipista
- incisore
Diventare orafo e gioielliere significa anche proporre alla propria clientela creazioni uniche ed inimitabili, secondo il proprio stile e le proprie abilità. Ed uno dei professionisti più ricercati è la figura del designer di gioielli. I gioielli non sono solo un mero oggetto decorativo ma possono diventare parte di una storia collettiva come nel caso dell’alta gioielleria.