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Valutazione docenti a scuola: dal ministro ai docenti e studenti

Flavia de Durante 9 Novembre 2021
F. d. D.
24/11/2024

Introdotto comitato valutazione docenti nella scuola: chi valuta i professori, come, quali criteri, ruoli e modalità, opinioni del Ministro Bianchi, insegnati e dirigenti scolastici.

Sembra di parlare di una simpatica fantasia studentesca. Invece si tratta proprio della realtà. Arriva, nel mondo della scuola, la valutazione per i docenti, tramite un vero e proprio comitato che attraverso criteri e modalità precise giudicherà presidi ed insegnanti.

E’ questa una delle ultime novità proposte da Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione. A suo avviso si tratta di un provvedimento necessario. Per “dare avvio ad un processo di revisione e rafforzamento del Sistema Nazionale di valutazione. Quale strumento di accompagnamento delle istituzioni scolastiche. Nell’ottica di un impegno costantemente orientato al miglioramento della qualità della propria offerta formativa.”

Quindi come funzionerà e a che serve la valutazione dei docenti nella scuola, che criteri seguirà e che compiti avrà il comitato incaricato predisposto dalla legge 107? Facciamo chiarezza.

Farebbe certamente gola a molti studenti poter “dare voti” anche ai professori. Ma l’obiettivo è nettamente differente. Ossia l’osservazione e il giudizio degli insegnati mira alla valorizzazione e formazione del personale. Nonché il miglioramento della valutazione del sistema scolastico in tutta la sua interezza. Ovviamente, questo non altererà in alcun modo carriera e/o stipendio dei docenti.

Grazie a questo meccanismo, quindi, si spera di ottenere un sistema scolastico nazionale ancora migliore. E di colmare, laddove ce ne siano, lacune e problematiche.

Per farlo nel migliore dei modi, l’idea di Bianchi sembra essere piuttosto eterogenea. Dovranno entrare in campo, certamente, gli ispettori ministeriali. Tuttavia, saranno di grande importanza anche i comitati di valutazione. Già esistenti ed organizzati appositamente nelle singole scuole.

Valutazione docenti a scuola: cosa ne pensa il ministro dell’istruzione sul voto ai professori

Quali saranno i criteri di valutazione dei docenti, chi avrà questo compito, come funzionerà e quali sono gli obiettivi principali di questa riforma? Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione, si è espresso chiaramente in merito.

Valorizzazione e formazione del personale. E miglioramento della valutazione del sistema scolastico nel suo complesso. Non si tratta certamente di assegnare “voti”. Bensì di garantire una sempre maggiore qualità dell’offerta formativa. Proposta a studentesse e studenti.”

In sintesi, la sua proposta vuole, da una parte, ripristinare gli ispettori. Attraverso un nuovo concorso. Dall’altra, chiedere all’Invalsi e agli altri organismi nazionali di fornire tabelle e graduatorie di preparazione e punteggi. Dei vari plessi scolastici d’Italia. In questo modo, si daranno strumenti adatti alle commissioni interne alle scuole. Per valutare idoneamente la propria didattica. E, di conseguenza, il proprio corpo docenti. Il suo operato, la sua preparazione. Nonché il suo rapporto con colleghi e studenti.

“Autonomia e sistema nazionale sono i due perni su cui ci dobbiamo muovere.” – Ha detto in merito il Ministro Bianchi.- “Avendo chiaro che occorrono strumenti di valutazione (del lavoro e merito degli insegnanti). Ma anche avere la cautela di dare agli strumenti il loro effettivo scopo.

“Abbiamo bisogno dei dati. Ma vanno presi con molta attenzione. Avendo presente a cosa servono e qual è il contesto in cui sono stati raccolti.”

Comunque, al momento, non vi è nessuna ufficializzazione del piano di Bianchi. Di fatti, le notizie in merito fanno riferimento esclusivamente all’Atto di Indirizzo presentato. E, ovviamente, sulle recenti dichiarazioni del Ministro.

Valutare i docenti: come funziona, ispettori e comitato interno

La riforma è pronta per entrare in funzione. Ma, nel pratico, come saranno valutati i docenti? Chi avrà il compito di giudicare il merito dei professori? E con che criteri?

Come precedentemente sottolineato, l’obiettivo non è certo quello di assegnare “voti agli insegnanti”. E questo Bianchi l’ha appurato. Si lavorerà piuttosto, dal 2022, per “garantire una sempre maggiore qualità dell’offerta formativa.” Al fine di raggiungere questo punto d’arrivo, il ministero ha previsto il potenziamento del corpo ispettivo. Come sostegno alle scuole e alla loro autonomia.

Accanto a quest’ultimo vi sarà il Comitato di Valutazione per i docenti. Che, scuola per scuola, avrà il compito di osservare e giudicare il corpo insegnanti. Il gruppo è composto da alcuni docenti. E, ovviamente, dai dirigenti scolastici. Ma il merito sarà indicato attraverso questionari o schede di valutazione? Vediamo i criteri di valutazione degli insegnanti, per giudicare e migliorare la formazione del docente.

  • Livello della qualità dell’insegnamento. E del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica.
  • Successo formativo dei docenti e (soprattutto) degli studenti.
  • risultati ottenuti col potenziamento delle competenze degli alunni. E dell’innovazione didattica e metodologica.
  • risultati ottenuto con la collaborazione alla ricerca didattica. E col coordinamento dei vari membri del personale.
  • le responsabilità assunte nell’organizzazione degli impegni scolastici. E nella formazione del personale.

Cosa ne pensano i professori e dirigenti della valutazione a scuola

Cosa ne pensano docenti e presidi della valutazione insegnanti nella scuola, perché il comitato di valutazione rappresenta una buona idea e perché no?

In linea generale, sono molte le voci che si oppongono alla proposta. La rivista La Tecnica della Scuola ha indetto e pubblicato un sondaggio. Hanno partecipato oltre mille lettori. Tra questi, l’80% appartiene al corpo docenti. Dai risultati emerge il 71% contrario.

Non mancano, poi, dei suggerimenti. Per rendere migliore questa riforma. Innanzitutto, è molto gettonata l’idea di valutare anche i dirigenti scolastici. Inoltre, molti sostengono che non sia corretto valutare il personale docente attraverso le invalsi. A questo proposito anche i sindacati hanno messo le mani avanti. Le prove standardizzate non possono rappresentare un metro di giudizio valido. I risultati sarebbero, secondo gran parte delle persone, poco attendibili.

Il presidente dell’Associazione Presidi, Antonio Giannelli, ha detto la sua. “L’Associazione nazionale presidi è sempre stata favorevole alla valutazione del personale. Purtroppo nel nostro paese la cultura della meritocrazia dei dipendenti pubblici non è sempre praticata. Ma dubito che l’Invalsi possa essere utilizzato a questo scopo. E’ uno strumento diagnostico. Serve per decidere la metodologia didattica. Dai risultati degli studenti non è direttamente deducibile il valore del professore.

“Credo che questa proposta non sia una cattiva idea.” -Afferma invece la professoressa Ferrante.- “Tuttavia, ritengo che affidarsi unicamente ai risultati della prova invalsi non sia l’approccio corretto. Mi sembra però assolutamente giusto iniziare a valutare i docenti. Soprattutto rispetto a quanto riescano a rimanere aggiornati. E formati nelle nuove competenze. In particolar modo quelle tecnologiche.”

“Il mondo dell’insegnamento è in continuo aggiornamento. Di conseguenza sarebbe necessario controllare che anche le competenze dei docenti si evolvano. Al fine di garantire un servizio scolastico ottimale.”- Continua.

“Non credo sia totalmente corretto, invece, la valutazione dei docenti a scuola nelle loro discipline. I professori, per ottenere il proprio posto, hanno lavorato duramente. Hanno superato concorsi e studiato. Si tratterebbe, dunque, di intervenire in un campo particolarmente delicato.”

© Riproduzione Riservata
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Flavia de Durante Laureata in Lettere Moderne con il massimo dei voti all'Università degli studi di Salerno. Da sempre amante della lettura, mi diletto a scrivere sin dalla prima adolescenza. Mi interessa esplorare il mondo circostante in tutte le sue sfumature ed in particolare l'animo umano e i rapporti interpersonali. I temi che maggiormente mi interessano sono quelli legati alla cultura, alla storia, al costume, all'ambiente, all'attualità. Vedo nel settore del giornalismo non solo la possibilità di trasmettere dati ed informazioni, ma anche una grande opportunità di acquisire nuove e varie conoscenze. La curiosità e la voglia di sapere sono i motori principali che mi hanno spinto a intraprendere questo percorso. Leggi tutto