Uno dei dilemmi più grandi dei genitori è rappresentato dal timore di crescere bambini viziati, conseguenze in età adulta per i piccoli di oggi, potrebbero infatti essere devastanti. Temere di dire no e dare ai piccoli tutto ciò che chiedono sono i primi segnali d’allarme. Diventare genitori significa anche imparare come educare i figli senza urlare e senza punire ad ogni capriccio. Eppure non è facile trovare il giusto equilibrio tra l’amore totale e la necessità di impartire delle regole per educare i bambini.
Seguire sempre il bambino e assecondare ogni sua richiesta, però, non è educazione, né amore. Si tratta, paradossalmente, di diseducazione! Che sfocia, da una parte nel mancato contatto che il piccolo acquisisce col mondo reale, pensando sempre di poter ottenere qualsiasi cosa semplicemente richiedendola; ma causa anche, purtroppo, l’instaurarsi di un pessimo rapporto tra il bambino e i genitori.
La privazione non rappresenta per i figli una cattiveria o un errore: è esattamente l’opposto. Bisogna che il genitore entri nell’ordine delle idee che la disciplina sia necessaria alla formazione del carattere del bambino, futuro adulto. Ma imparare come farsi ubbidire dai figli senza urlare, insegnare il rispetto delle regole da bambini, è certamente la strada più impegnativa da intraprendere. Ma per crescere bambini felici e sicuri di se’ è necessario metterli sempre alla prova. Non è difficile, infatti, immaginare le conseguenze di una cattiva educazione che “produce” un bambino cresciuto senza regole o iperprotetto: un piccolo viziato, senza dubbio, diventa un adulto infelice ed insoddisfatto.
Allora, come educare i figli senza viziarli e quali sono le conseguenze, quando è giusto dire di “no” alle richieste di un bambino? Ne parliamo con il noto psicologo, sociologo ed educatore dott.Paolo Crepet.
Come educare i figli senza viziarli: dire NO per stimolare i bambini alla curiosità, ingegno e talento
Ogni età della crescita di un bambino è legata a nuove richieste e desideri, ed è facile cedere, concedendo, talvolta, più di quanto si dovrebbe. Come educare i figli senza viziarli? L’equilibrio, secondo gli psicoterapeuti dell’età evolutiva, è dato dalla capacità del genitore di evitare ogni eccesso. Il “troppo”, insomma, non fa mai bene. Qualsiasi cosa, se concessa in modo incontrollato e senza freno diventa non solo una dipendenza per il bambino, ma anche una pessima abitudine.
“Una volta i bambini non crescevano così viziati. Per un motivo molto semplice: i genitori erano più severi e non davano. Non erano “distributori” di cose o oggetti, così come spesso accade oggi. Non è difficile educare i figli senza viziarli e capire quali regole imporre. Il segreto è fare e dare poco.”– Principia il dott.Paolo Crepet.
“Bisogna riportare questa regola, quella di un tempo, ad oggi. Il problema è che spesso si tende a pensare il contrario. Ossia che amare i propri figli significhi ricoprirli di qualsiasi cosa. E conferire loro, anche in età precocissima, delle libertà assolutamente non adatte.”
Educare significa togliere, far “mancare” qualcosa ai propri bambini è la soluzione giusta. Basti pensare ai danni e conseguenze di una cattiva educazione, specialmente quando legata all’eccessiva libertà. Sapere oggi come educare i figli senza viziarli, aiuta ad evitare problemi in età adulta. Per i bambini viziati conseguenza da adulti da considerare sono insoddisfazione, egocentrismo e frustrazione in caso di fallimento.
Non serve “sistemare i figli” possono farcela da soli
Spesso, un bambino viziato proviene da una famiglia iperprotettiva, che si preoccupa eccessivamente del domani del piccolo. O, se non si verifica questa situazione, comunque i genitori tendono sempre a preoccuparsi di trovare ai propri figli un “posto”, una “collocazione adatta”, senza lasciare loro la possibilità di scegliere, sviluppando indipendenza.
Il concetto di educazione è, infatti, strettamente collegato a quello di indipendenza. Quando i figli sono viziati, purtroppo, l’autonomia non riesce proprio a svilupparsi. Si ottiene tutto semplicemente “schioccando le dita”, non si lavora per guadagnare degli obiettivi. Questo comporta, nel futuro adulto, anche l’incapacità di apprezzare le piccole gioie della vita e la soddisfazione che deriva dal raggiungimento di risultati ottenuti con le proprie forze. Com’è noto, la fiducia in se stessi si acquisisce esclusivamente quando, lentamente, si raccolgono i frutti delle azioni e delle scelte compiute solo in maniera autonoma.
Capire come educare i figli senza viziarli e, quando serve, dire “no”, evita numerose conseguenze negative.
“Le privazioni, se volte ad educare il figlio, rappresentano la strada giusta anche per far acquisire l’indipendenza ai bambini. E la capacità di guadagnarsi le cose in autonomia. L’indipendenza si acquisisce soltanto quando non c’è qualcuno che ti indica una strada. Se c’è qualcuno che lo fa, inevitabilmente sarai influenzato da quell’indicazione. E finirai per non essere realmente indipendente.”- Spiega in merito il dott.Crepet.-
“L’indipendenza si sviluppa dentro ognuno di noi. Anche e specialmente in età di formazione, nei bambini o negli adolescenti. L’indipendenza viene da una forza interiore basata sul coraggio, sulla voglia di fare, sul desiderio di sentirsi appagato.”
Il coraggio di dire NO: regole per genitori per educare i figli senza viziarli
Dire “no” ai figli aiuta i bambini a crescere ed è uno dei principi correlati al come educare i figli senza viziarli e dando loro delle regole. Molti genitori, spesso, temono che il no comprometta la relazione con i figli. In realtà è assecondandoli sempre che si distrugge lentamente non solo il legame con i figli, ma anche l’educazione dei bambini stessi. Si sviluppano facilmente, nelle mamme e nei papà, sensi di colpa; specialmente quando la reazione del bambino al “no” è di capriccio e apparente sofferenza.
“I sensi di colpa, al genitore, dovrebbero venire quando si dice di sì! I “no” sono fisiologici e necessari. E’ un principio indispensabile quello di correggere ed instradare. Questo non perché siano tutti bambini da correggere, ma perché ad ogni età è spontaneo tentare di fare qualche cosa. Sta ai genitori far capire al bambino che non è luogo e tempo di fare quella cosa.”- Ammette anche il dott. Paolo Crepet.-
Ad ogni fase della vita, comunque, gli psicoterapeuti dell’età evolutiva individuano nel “No” diverse funzioni, tutte necessarie affinché il figlio venga educato “correttamente”:
- Età infantile: il “no” è un divieto. Si vieta al piccolo di fare qualcosa poiché la stessa potrebbe essere pericolosa per lui/lei. Ci troviamo in un periodo della vita caratterizzato dall’esplorazione continua.
- Età della prima/seconda infanzia: il “no” è un limite. In questo periodo, il “no” rappresenta dei confini entro i quali il bambino sa di potersi muovere, evitando di sentirsi padrone di ogni cosa/persona/momento. Atteggiamento tipico di questa fase è, infatti, un senso di “onnipotenza” generalizzato che porta il bambino ad accentrare tutta l’attenzione su di sè.
- Età della preadolescenza: il “no” è regola. Si insegna al giovinetto come rapportarsi con la realtà e con gli altri, cosa sia giusto/lecito e cosa no.
- Età dell’adolescenza: il “no” è resistenza. Serve per far comprendere ai ragazzi quali siano gli obiettivi della loro vita. E’ forse il “no” più difficile tra tutti. Si mettono dei vincoli per aiutare gli adolescenti ad accorgersi di ciò che stanno facendo.
“C’è da dire che il “concedere tutto” è frutto dei nostri tempi. Noto un’omologazione nelle modalità di educazione di una buona fetta di genitori. Probabilmente è diventato più semplice essere influenzati dai comportamenti dell’altro. Il problema è che concedendo ai bambini/ragazzi delle libertà importanti e poco in linea con le loro età si giunge ad una evidente trasformazione di quei figli in una specie di consumatori precoci.”- Conclude lo specialista.