Facciamo chiarezza, poiché ci si riferisce ad una figura di fondamentale importanza sia per l’alunno singolo che per il gruppo classe.
Quali bambini hanno diritto al sostegno? Il ruolo del docente di sostegno è, in sintesi, quello di seguire ed aiutare bambini e ragazzi con disabilità psichiche o fisiche; o coloro che, in qualche forma, necessitano di supporti maggiori rispetto a quelli previsti di norma.
L’insegnante non aiuta, quindi, esclusivamente l’alunno che segue ad integrarsi nella classe a cui appartiene; si occupa, bensì, di un lavoro ben più totalizzante e importante: fare in modo che sia il gruppo classe ad integrare, in maniera naturale, lo studente disabile.
Oltre a ciò, uno dei compiti principali dell’insegnante di sostegno è di coinvolgere e stimolare continuamente il ragazzo seguito: così facendo, i risultati che si possono ottenere nel percorso didattico e personale sono strabilianti.
I docenti di sostegno, inoltre, si occupano anche dell’organizzazione della didattica: preparano le lezioni che verranno svolte in classe; attività individuali e di gruppo; i compiti che dovranno essere svolti a casa. E ancora, è loro compito preparare verifiche, interrogazioni e test.
Dopo un’attenta visita medica, spetta proprio all’insegnante in questione strutturare un piano apposito al profilo psichico e fisico del ragazzo con cui si rapporta. L’obiettivo principale è, sicuramente, semplificare lo studio e coinvolgere il ragazzo in attività che non lo facciano sentire mai escluso.
A spiegarci chi è l’insegnante di sostegno, cosa fa e qual è il suo ruolo nella scuola, come pure chi può richiedere il sostegno, sarà la Preside Rossella De Luca.
Ruolo insegnante di sostegno: chi è, cosa fa nella scuola, cosa può fare e cosa non deve fare
Chi è l’insegnante di sostegno e quali sono i suoi compiti, cosa può fare e cosa non deve? Questa figura deve, innanzitutto, possedere competenze didattiche e pedagogiche che le permettano di approcciarsi all’alunno in maniera corretta e serena.
Il sostegno rappresenta un supporto fondamentale, infatti, a livello psico-fisico per l’alunno disabile. Altro punto cardine è, come anticipato, il riuscire a favorire l’inserimento dell’alunno nel contesto scuola e con i compagni di classe in particolar modo.
“L’insegnante di sostegno è innanzitutto un facilitatore, nei confronti dell’alunno e dell’intera classe. E’ una figura che richiede un elevato livello di specializzazioni e di professionalità; cura la progettazione, la realizzazione e la verifica a supporto degli interventi di inclusione.”- Principia la Preside De Luca.-
“E’ necessario chiarire che la via italiana all’inclusione rappresenta un punto di riferimento a livello europeo ed internazionale, poiché l’Italia è stata tra i primi paesi a scegliere l‘integrazione degli alunni con “speciali normalità” nelle classi regolari.“
“Altrove, infatti, gli alunni disabili sono inserite in classi o, addirittura, scuole speciali. Negli ultimi anni, tra l’altro, le certificazioni sono aumentate tantissimo, specialmente quelle relative all’autismo; pertanto, è anche aumentata l’esigenza di docenti qualificati.”
“Essi devono avere competenze psico-pedagogico-didattiche, legislative, organizzative e relazionali; rispetto, accettazione, ascolto, collaborazione, flessibilità, osservazione sono solo alcune delle capacità richieste per promuovere e favorire la cultura dell’inclusione.”- Puntualizza.-
“Il docente di sostegno chi è? Non è assolutamente il docente dell’alunno, ma della classe; poiché i compagni sono una risorsa importante per l’alunno disabile. Ovviamente, quest’ultimo aspetto spesso va chiarito in primo luogo con i docenti curricolari, tanto è vero che quest’anno il Ministero dell’istruzione per la prima volta ha realizzato un intervento formativo rivolto non ai docenti di sostegno; bensì ai docenti delle diverse discipline, proprio per promuovere il principio fondamentale della contitolarità della presa in carico.”
Quando richiedere il sostegno a scuola: diritto e obbligo
Puntualizzato chi è e di cosa si occupa l’insegnante di sostegno, quando si deve e può richiedere lo analizziamo adesso, insieme al ruolo della scuola e delle famiglie. Quando fare richiesta del sostegno a scuola?
“Per poter richiedere un insegnante di sostegno è necessario che la famiglia presenti, quanto prima possibile, la certificazione ex L.104/92. La tempistica è fondamentale per poter attivare l’iter. Mi riferisco a prima della richiesta dell’organico dei docenti, che di solito si fa a febbraio/marzo dell’anno precedente.”- Risponde prontamente la Preside.–
Ai sensi della Legge n.104/1992, infatti, “Possono beneficiare del docente di sostegno gli alunni con disabilità riconosciuti dalle Commissioni Mediche della ASL in stato di handicap» o «stato di handicap in situazione di gravità.”
“Se tale richiesta avvenisse successivamente, in organico, di fatto, si può comunque ottenere la presenza del docente, ma diventa più difficile avere un docente specializzato. Il D.Lgs 66/2017 razionalizza tutti i provvedimenti vigenti in materia e stabilisce, a seconda della tipologia e gravità della diagnosi, il numero di ore da dedicare all’alunno; le documentazioni di acquisizione; le competenze delle diverse figure chiamate alla presa in carico.”
I genitori dell’alunno disabile devono rivolgersi all’ASL di residenza facendo richiesta tramite Patronato. La situazione di handicap deve quindi essere certificata da un organismo collegiale individuato da ciascuna regione nell’ambito delle ASL.
Ottenuto il responso da parte dell’ASL il Neuropsichiatria Infantile e dell’Età Evolutiva dovrà redigere la Diagnosi Funzionale che i genitori dovranno consegnare all’istituto scolastico.
Soltanto a quel punto, il Dirigente Scolastico può inoltrare la richiesta per l’insegnante.
Come si richiede l’insegnante di sostegno e perché cambia ogni anno
Come si sceglie il docente di sostegno e perché l’insegnante assegnato ad un alunno spesso cambia di anno in anno? Quest’ultima circostanza solleva di frequente numerose polemiche. Ne parliamo con la Preside Rossella De Luca.
“Dipende dalle situazioni. Nella scuola potrebbero già esserci docenti a tempo indeterminato, ai quali si potrebbero aggiungere, sulla base degli alunni iscritti con certificazione ex L.104/92, altri docenti a tempo determinato, assegnati all’ambito territoriale in misura quasi mai corrispondente alle richieste della scuola, effettuate sulla base di profili di funzionamento degli studenti.”- Chiarisce il Dirigente scolastico.-
“In merito alla recente polemica relativa al fatto che il 70% degli alunni cambierà il prossimo anno docente di sostegno, è vero che esiste una norma che tutela la continuità; ma è anche vero che oggi la stragrande maggioranza di sostegno è a tempo determinato e, pertanto, ogni anno sceglie la propria sede tra quelle disponibili; sulla base di una graduatoria. “
“Anche i docenti di sostegno a tempo indeterminato, poi, come tutti gli altri docenti, possono usufruire degli istituti contrattuali legati alla mobilità (trasferimenti; organizzazioni provvisorie) secondo le proprie esigenze personali; nonché le proprie esigenze familiari.”- Puntualizza, prima di concludere.-
“Non deve dunque sorprendere se, in questo quadro di precarietà, la continuità didattica per gli alunni possa essere garantita solo in rarissime circostanze.”