Che sia per lavoro, per l’inserimento all’asilo oppure al nido il distacco mamma bambino è un momento molto traumatico sia nella vita del figlio che in quella del genitore. Non è raro, infatti, che si verifichino situazioni di stress e ansia condivise, dovute all’allontanamento della figura di riferimento dal piccolo.
Solitamente, l’ansia da separazione è uno stato che si sperimenta attorno agli 8 /9 mesi di età. Si intensifica dai 12 ai 18 mesi, per andare naturalmente a calare verso i tre anni di età. Ogni genitore, seppur con intensità diverse, vive questa difficile condizione. Si tratta, infatti, di un passaggio “obbligato” e fisiologico. Tutte le famiglie si trovano ad affrontare la cosiddetta sindrome di abbandono nei bambini a 2 anni circa, oppure quando inizia il nido o l’asilo. Nessun genitore deve attraversarlo con sensi di colpa e/o disagi emotivi personali. E’ bene capire come comportarsi proprio per supportare il piccolo in questo difficile momento e fare sì che l’intero nucleo familiare impari a gestirlo.
Ma come aiutare il bambino a staccarsi dalla mamma? Quando il piccolo sente la mancanza del genitore? Come comportarsi per imparare a gestire il distacco mamma bambino e come si manifesta? A rispondere a tutti questi dubbi, la psicologa specializzata in sviluppo ed educazione, dott.ssa Antonella Antonucci.
Distacco mamma bambino: come si manifesta l’ansia da separazione nei bambini
Il distacco dalla madre la psicologia lo spiega come una tappa naturale e fondamentale per la crescita del bambino. Tuttavia, la mancanza dalla mamma può essere vissuta come un trauma. Come si manifesta l’ansia da separazione nei bambini e come gestire il distacco mamma bambino per asilo nido e scuola?
“I primi momenti della vita affettiva e sociale si sviluppano nell’ambito famigliare; in questo il bambino viene a conoscenza di qualità basilari come la fiducia, l’autonomia e l’iniziativa; queste gli consentiranno di affrontare un mondo nuovo e più vasto come la scuola: la prima reale occasione di separazione dalla figura di attaccamento principale, il genitore.”- principia la dottoressa Antonucci, spiegando cos’è il distacco mamma bambino.-
“Questo significa poter creare nuove forme di adattamento per essere uno fra tanti; mettere da parte l’egocentrismo sia nei confronti dei genitori che dalle altre figure di attenzione e di cura presenti sin dalla nascita. Si tratta di “svezzamento affettivo”: questo lo aiuterà a capire che nella vita ci sono altre persone che diventeranno importanti nello sviluppo e nella crescita. Per la prima volta i genitori perderanno il prestigio di essere gli unici ai quali fare riferimento.”
“Anche le attività e gli scambi nel gruppo sociale diventeranno più organizzati. Nascerà il desiderio di condividere nuove esperienze modificando la dipendenza quasi assoluta dai genitori. Va considerato, però, che fin dall’ingresso a scuola, il bambino vive in due ambienti molto diversi tra loro: la famiglia e la scuola. Se questi ambienti si completeranno e sosterranno a vicenda rappresenteranno un riferimento per il piccolo. Altrimenti determineranno una situazione di incertezze e di ansie.”
“I genitori hanno una grande influenza sul buon adattamento sociale del figlio; questi, una volta entrato a scuola, può sentirsi abbandonato col distacco mamma bambino in un ambiente affettivamente neutro. Questi elementi rendono difficoltoso l’ingresso a scuola; non solo al bambino ma anche ai genitori: devono attivare le proprie capacità per ridefinire il proprio ruolo entrando nell’ordine di idea di dover condividere la funzione educativa con altre figure adulte.”
“Il bambino, al momento dell’inserimento scolastico, potrà manifestare con il pianto il suo disagio; questo, se limitato nel tempo, segnala l’esistenza di un legame di attaccamento col genitore. Può anche verificarsi un pianto a distanza di qualche giorno, quando il bambino assume la consapevolezza del distacco dalla mamma. In tutte le situazioni, è necessario quindi comprendere che se i comportamenti si presentano in forma transitoria e lieve sono da riferire alla nuova ambientazione nella scuola.“
“Al momento dell’ingresso a scuola possono manifestarsi nel bambino diversi sintomi riferiti ad ansia da separazione dalla mamma come: l’attesa ansiosa del ritorno del genitore; pianto ritualizzato; rifiuto del contatto con gli insegnanti o i compagni di classe; rifiuto di partecipare a qualsiasi attività; regressione con comportamenti che vanno dal bagnarsi senza controllo, all’usare di nuovo il ciuccio o il biberon. Oppure rifiuto di mangiare; agitazione fisica e aggressività, bambini che buttano qualsiasi cosa a terra o urtano altri bambini. Nonché scatti di rabbia e urla e pianti inconsolabili.”– spiega la dottoressa.-
“Quando si parla di disturbo da separazione come il distacco dalla mamma, le difficoltà presenti hanno una notevole rilevanza sulla socializzazione del bambino. Si arriva anche al totale rifiuto di recarsi a scuola; mal di pancia, vomito, mal di testa; difficoltà a respirare. Qualsiasi sintomo legato alla incapacità di gestire l’ansia.“
Come si manifesta l’ansia da separazione nei genitori
Come si manifesta, invece, l’ansia da separazione nei genitori e come gestire il distacco mamma bambino per asilo nido e scuola?
“La situazione di malessere va a consolidarsi nel tempo; e a manifestarsi con stati di ansia e difficoltà di contenimento emotivo. I genitori, di fronte a tali manifestazioni vogliono comprendere le motivazioni e le cause che danno origine all’ansia da separazione del proprio figlio; cercano di individuare in loro stessi le possibili origini dei loro comportamenti. Sono genitori preoccupati, che manifestano la loro stanchezza nel gestire il momento del distacco dei loro figli dalla entrata a scuola; o nel lasciarli dai nonni; o con la babysitter per andare a lavorare.”- spiega la dottoressa.-
“Emerge l’essere impotenti di fronte a pianti incontrollabili e inconsolabili; urla e la pretesa di legami fisici intensi tali da impedire fisicamente il potersi allontanare. E’ altresì utile per i genitori riconoscere le conseguenze che hanno su di loro del comportamento del proprio figlio. Spesso si sentono in difficoltà nel non capire come intervenire evidenziando un continuo senso di impotenza. A volte può accadere che tale vissuto non controllato faccia sentire il genitore sbagliato; riportando situazioni legate al proprio vissuto personale e non elaborate.”
“Inoltre, la mancanza di una alleanza coniugale nel prendere le decisioni in tale contesto creerà una occasione per evidenziare il cattivo operato familiare. Genitori sereni avranno più possibilità nel gestire la separazione. Genitori invischiati ostacoleranno la crescita individuale del proprio figlio.”
“Il momento del distacco dal bambino può rivelarsi traumatico per alcuni genitori. Soprattutto se hanno gestito da soli sin dalle prime settimane l’accudimento del proprio piccolo. Un eccesso di iperprotettività può generare sofferenza nel lasciare il proprio figlio a scuola. Si teme la paura del vuoto; della assenza; o della mancanza di un ruolo. Il distacco è un momento importante sia per i genitori che per il figlio.”
“Il genitore, e in particolare la mamma, deve arrivare alla consapevolezza che non è indispensabile la sua presenza nel processo di socializzazione. E’ arrivato il momento per il bambino di lavorare da solo per la propria autonomia e crescita. Ai genitori il compito di aiutare i figli a sviluppare la propria personalità. Per arrivare a questo devono lavorare sulle proprie paure di lasciar andare il bambino.”
“Per un genitore, riprendere la propria attività lavorativa, impegni, relazioni, amici significherà essere arrivati alla consapevolezza che per i figli è arrivato il momento di poter vivere la propria vita. Cadranno e si rialzeranno nella piena fiducia di poter andare avanti nella propria unicità.”
Come gestire il distacco mamma bambino nel genitore e nei piccoli
“Prototipo dell’ansia di separazione è da individuare nelle reazioni del bambino intorno all’VIII mese di vita: momento nel quale percepisce che la mamma è un essere separato da lui. La comparsa di questo tipo di reazione ha un particolare significato in termini di sviluppo. Il pianto in risposta all’allontanamento della mamma rappresenta la discriminazione tra le figure dell’ambiente di riferimento.”
“Questa presa di coscienza può essere per il bambino una situazione molto complessa. Si può generare una manifestazione di angoscia e disperazione che potrebbe durare anche oltre il primo anno di vita. Aumentando tra i 13 e i 18 mesi per poi ridursi tra i 3 e i 5 anni.”
“La risposta della mamma alla paura del piccolo al suo allontanarsi sarà determinante per il costituirsi di una relazione affettiva più o meno sicura. Pianti, irrequietezza, proteste e sonno disturbato, difficoltà nell’addormentamento. Continua presenza fisica della madre, comportamenti appiccicosi; sono tutte manifestazioni di un timore che la mamma non torni più.”
Come gestire il “problema” in anticipo nel distacco mamma bambino, come aiutare un bambino a superare l’ansia da separazione?
“In alcuni casi, questo stato di ansia continua a ripresentarsi nel tempo. E condiziona o le modalità comportamentali durante il corso dello sviluppo. L’ansia da separazione nel distacco mamma bambino si manifesta soprattutto quando è il genitore ad allontanarsi. Risulta indispensabile iniziare la gestione del problema in anticipo! Per poter aiutare il bambino bisognerebbe creare delle situazioni-tipo riferite a brevi assenze della mamma fin dai primi mesi di vita.”
“E’ importante che la mamma non trasmetti emozioni negative al bambino che nascono dai sensi di colpa. Questi atteggiamenti rinforzeranno il bambino. Quando arriva un’altra figura di riferimento o altra persona, bisognerebbe trascorrere del tempo insieme per rassicurarlo. Anche lasciare un oggetto che ricordi la mamma è importante. Una considerazione a parte va fatta per il saluto. Non bisogna sparire improvvisamente dalla vista del bambino; bisogna salutarlo serenamente con un sorriso per tranquillizzarlo.”
Regole distacco mamma bambino: evitare ansia da separazione
“Gestire l’ansia del bambino al momento del distacco significa tranquillizzarlo e aumentare il suo senso di sicurezza. Innanzitutto va rassicurato rispetto all’evento traumatico. Il primo passo da compiere nasce dalla collaborazione con gli insegnanti per evitare che ai primi ritardi o rifiuti del bambino alle attività scolastiche, possano interferire con frasi mortificanti del tipo: sono comportamenti da bambino piccolo, guarda i tuoi compagni, non fare capricci. Bisogna essere fiduciosi che si tratta di una situazione transitoria.”
“Inutile creare enfasi rispetto al problema. Questo ci allontanerebbe dalla reale valutazione dello stato emotivo del bambino. Spiegare che cos’è l’ansia potrebbe essere il primo passo per superare questa fase; Valutare che si tratta solo di un pensiero fastidioso e che lo stare a scuola con gli altri coetanei è divertente e temporaneo; e prevede il sicuro ritorno a casa dai propri cari.”
“Far capire che la scuola è un luogo piacevole deve far parte dei discorsi preparatori all’inizio delle attività scolastiche. A volte i genitori preferiscono non parlarne perché loro stessi non sono pronti al distacco dai loro figli. Ci vuole sicurezza e decisione. Nessun tentennamento nell’accompagnarli e nel salutarli. Solo sorrisi e parole rassicuranti. Ci sono mamme che usano adesivi o disegnini. Oppure lasciano nello zainetto un oggetto di condivisione affettiva.”
“Alla base di tutto c’è l’ascolto delle emozioni che il bambino sta provando aiutandolo ad esprimerle verbalizzando per comprendere ciò che teme realmente. Questo mantenendo la calma ed essendo disponibili e realistici. I bambini temono che dietro il distacco mamma bambino ci sia l’abbandono a scuola. O addirittura la dimenticanza nell’andare a prenderli. Alcuni bambini, al momento del distacco temono anche che ai loro genitori possa accadere qualcosa e che non li vedranno più. Per questo motivo è necessario organizzare la giornata con loro stabilendo gli orari; almeno nelle prime settimane.”
“La maggior parte delle scuole ha chiesto ai genitori e in particolar modo alle mamma un periodo di ‘ambientazione graduale’ che ha una durata variabile in base alle scuole. Si tratta di un periodo nel quale il bambino viene accompagnato all’interno della scuola; ci si trattiene lì con lui per un lasso di tempo che aumenterà al passare dei giorni.”
“Obiettivo dell’ambientazione è creare un distacco dalla mamma il più possibile naturale col bambino; senza traumi troppo bruschi. Questo processo sta dando buoni risultati! In quanto aiutano anche il genitore-accompagnatore a vivere in modo meno doloroso il momento. Non è sicuramente facile lasciare in un ambiente nuovo il proprio figlio!”