Esisteva un Galileo prima di Galileo, il ritrovamento di Matteo Cosci ricercatore dell’Università Cà Foscari di Venezia.
Le considerazioni astronomiche di Alimberto Mauri custodite alla Biblioteca Centrale Nazionale di Firenze.
Un vero Galileo sotto falso nome, un Galileo prima di Galileo, prima del canocchiale. Prima dello scienziato che la maggior parte di noi conosce. Un’opera dalla paternità incerta scritta sotto pseudonimo e una storia complessa di attribuzioni. Degna di un giallo, dipanata grazie all’abilità quasi investigativa di Matteo Cosci, ricercatore al Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari Venezia.
Lo studioso ha rinvenuto le prove documentali conservate alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze che confermano la dibattuta attribuzione del trattato Considerazioni Astronomiche di Alimberto Mauri (1606) a Galileo Galilei.
La pubblicazione, che all’epoca venne accolta come pseudonima senza che l’identità dell’autore venisse mai accertata. Può dunque essere confermata come autentica opera del matematico pisano.
Esisteva un Galileo prima di Galileo? il ritrovamento di Matteo Cosci e i documenti falsi
Per capire come si è arrivati a questa conclusione, bisogna fare un passo indietro. Poco tempo fa, il New York Times ha dato notizia del fatto che alcuni documenti galileiani posseduti dalla University of Michigan e dalla Morgan Library di New York sono in realtà contraffatti , opera novecentesca del famoso falsario seriale Tobia Nicotra.
Il professor Nick Wilding della Georgia State University, autore della scoperta, ha dimostrato infatti come le filigrane della carta sulla quale quei testi furono scritti rendono impossibile una datazione pre-settecentesca. Ad inizio Novecento, quando questi documenti vennero autenticati, lo furono sulla base di ulteriori documenti galileiani, anch’essi risultati poi contraffatti.
Tra questo secondo gruppo di documenti falsi si trova anche una lettera di accompagnamento ad un presunto “Libro della Considerazione Astronomica” firmata da Galileo.
A partire dagli anni Settanta, per rendere ragione della missiva, alcuni studiosi intesero questo documento come una prova a favore dell’attribuzione a Galileo di un’opera controversa. Le Considerazioni Astronomiche di Alimberto Mauri.
Era quello infatti il titolo di un trattato che era stato accolto come un’opera pseudonima e del quale si era sospettata una paternità galileiana fin dalla sua pubblicazione nel 1606. Ad esempio, Fortunio Liceti, collega di Galileo a Padova, alludeva ad Alimberto Mauri come a qualcuno che si fosse finto astronomo per l’occasione. Mentre era palese che fosse un matematico esperto.
Ma dell’autore, allora come oggi, non si è mai riusciti a stabilire con certezza l’identità. La lettera di accompagnamento, oggi conservata all’archivio del Fondo “Cardinale Pietro Maffi” di Pisa, per alcuni studiosi sembrava suffragare l’autorialità galileiana.
Ora però che l’unico documento a favore dell’identificazione di Galileo come autore è risultato essere un falso. Il riemergere di differenti documenti galileiani originali torna a confermare la sospettata attribuzione.
Il ritrovamento di Matteo Cosci ricercatore Cà Foscari
La scoperta di Matteo Cosci avviene in modo indipendente dalle recenti cronache di cui si è parlato, ma è correlata ad esse. Il ricercatore ha individuato rilevanti riferimenti in merito tra le carte della raccolta manoscritta catalogata come “Gal. 42” alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Contenente i Frammenti e primi abbozzi relativi al trattato galileiano “Delle cose che stanno su l’acqua”.
Tra queste carte di Galileo vi sono raccolte anche note di lavoro che appartengono a periodi e temi diversi. Come alcuni riferimenti all’interpretazione della cosiddetta “stella nova” del 1604 in disaccordo con l’interpretazione datane all’epoca dal filosofo fiorentino Lodovico delle Colombe.
Queste carte vennero evidentemente raggruppate insieme ad altre che avevano lo stesso avversario polemico. Ma non il medesimo oggetto di disputa. Cosci le ha potute individuare mentre procedeva a raccogliere tutte le note manoscritte di Galileo relative alla disputa sulla stella nova. Precedenti schedature di questi documenti già informavano che si trattasse certamente di note autografe e indirizzate contro il Delle Colombe. Al tempo stesso però queste note non furono mai considerate sufficientemente rilevanti. Tanto da venire incluse nell’edizione nazionale delle opere di Galileo, tanto da risultare fino ad oggi inedite.
Come Matteo Cosci scopre un Galileo prima di Galileo
In questi appunti Galileo elenca alla carta 31 recto una lista di “luoghi”, ossia di testi, “dove”, in particolare, [Lodovico Delle Colombe] “parla con vilipendio di me” [Galileo Galilei]. Ma, ha notato sempre il ricercatore cafoscarino, Lodovico Delle Colombe tramite le sue Risposte, alle quali i “luoghi” annotati puntualmente rimandano, non stava attaccando Galileo mai nominato, bensì Alimberto Mauri. Il fatto dunque che Galileo si consideri attaccato là dove si attacca Alimberto Mauri conferma che Alimberto Mauri fosse lo pseudonimo di Galileo Galilei. In altre parole, è Galileo stesso a confermarci in questa sua nota privata di essere l’autore dietro lo pseudonimo.
Nel complesso, dunque, i documenti autografi rinvenuti da Matteo Cosci risultano ad oggi l’unica evidenza documentaria autentica in favore dell’attribuzione delle Considerazioni Astronomiche a Galileo.
Galileo cercava il patrocinio al di là della Repubblica di Venezia
Galileo in quegli anni lavora a Padova con profitto, ma con un salario ormai non più confacente al mantenimento di sé e della sua famiglia.
Pertanto, come già era stato ipotizzato dallo studioso canadese Stillman Drake, si può dire che Galileo ricorra a quest’opera per cercare patrocinio al di là della Repubblica di Venezia. In particolare a Roma, dedicando il trattato nientemeno che al tesoriere del Papa.
Ma in quegli anni Roma è ai ferri corti con Venezia – siamo in piena “guerra” dell’Interdetto. Ecco perché non sarebbe stato consigliabile apporre il proprio nome, nero su bianco, sul frontespizio di un’opera destinata al nemico pubblico.
Non era la prima volta che Galileo ricorreva ad uno pseudonimo. Pochi anni prima aveva infatti preso parte ad una polemica sulla medesima stella dietro alla “nomenagia”, o soprannome pavano, di “Cecco da Ronchitti”. In un’operetta satirica scritta in collaborazione con il suo studente Girolamo Spinelli, e anche in seguito Galileo sarà incline a pubblicare i suoi scritti per interposta persona.
Non a caso il Delle Colombe apostrofava la “Signora maschera” ai passaggi elencati, oltre che come “Mauri”, anche come “Cecco” o “quel dottor che leggeva in Padova”. Si tratta di ulteriori epiteti che qui convergono nell’identificazione dell’avversario in incognito.
Delle Colombe scrisse le Risposte pensando a Galileo come il suo avversario
Lo fece salvo poi mostrare qualche esitazione nell’identificare davvero il suo antagonista nella controversia. Alimentando così la generale incertezza sulla paternità dell’opera.
Al contempo Galileo prese nota di questi “luoghi” in vista di una replica al Delle Colombe. Tuttavia tale replica non fu allora portata a termine da Galileo perché – come ci informa un’altra nota inedita rinvenuta da Cosci nella stessa raccolta – l’avversario non avrebbe nemmeno meritato il tempo speso per la sua confutazione. Nonostante questo, però, la disputa tra i due sarebbe successivamente continuata e si sarebbe anzi inasprita nei primi anni fiorentini di Galileo, quando l’utilizzo di uno pseudonimo non si rendeva più necessario per l’ormai famoso autore del Sidereus Nuncius, né d’altra parte era richiesta una assunzione di responsabilità per il precedente trattato.
Il nome di “Galileo Galilei” a chiare lettere
Questa radicale rivalutazione di documenti dimenticati va a confermare un quadro indiziario composito che già tratteggiava la fisionomia del matematico pisano dietro all’intenzione di dissimulazione per le Considerazioni astronomiche. Il trattato pseudonimo, del quale Cosci sta attendendo ora ad una nuova edizione, conserva infatti paralleli testuali con altri scritti galileiani di diversa natura, sia precedenti che successivi, come il De Motu, le Considerazioni circa l’opinione copernicana e il Dialogo di Cecco da Ronchitti, oltre che con una postilla autografa al testo del Delle Colombe stesso. Anche uno studente dell’epoca, Willem van Thienen, esplicitava poi sul frontespizio della propria copia delle Risposte, proprio sotto il titolo di “certa maschera saccente nominata Alimberto Mauri“, il nome di “Galileo Galilei” a chiare lettere.
Il professor Nick Wilding commenta il ritrovamento come “un eccellente esempio di quanto una paziente e intelligente ricerca d’archivio può risarcire un po’ del danno causato dai falsari. Cosci ha mostrato come una combinazione di scetticismo e abilità possa condurre alla verità storica.”
Inoltre, il Prof. Peter Barker (University of Oklahoma), al corrente delle ricerche di Cosci dell’Università Cà Foscari di Venezia, ha dichiarato: “Il Sidereus Nuncius ci dice quando, come e al riguardo di che cosa Galileo fece le sue osservazioni con il cannocchiale, ma, in prospettiva, le Considerazioni Astronomiche ci dicono perché egli avrebbe fatto quelle osservazioni tre anni più tardi.”
Un nuovo capitolo può perciò essere aggiunto alla già monumentale raccolta delle opere dedicata al matematico che rivoluzionò la scienza europea. Tra i più interessanti argomenti trattati in quest’opera si annoverano, ad esempio, l’ipotesi su basi puramente prospettiche della presenza di montuosità sulla superficie lunare, l’idea che in ultima analisi siano ragioni fisiche a spiegare la regolarità di moti celesti apparentemente non uniformi, la critica a coloro che contestano l’astrologia senza avere le competenze astronomiche necessarie per poterlo fare con cognizione di causa.
Le Considerazioni Astronomiche di Alimberto Mauri
Conosciamo cosi Galileo inconsueto ma riconoscibilissimo, ancora in una fase di transizione e di congetture. Ma già impegnato tanto nella ricerca di un nuovo patrocinio per i propri studi quanto nel contrasto alle sicumere dell’aristotelismo più retrogrado. Proprio qualche anno prima delle scoperte telescopiche che lo avrebbero portato a Firenze e reso celebre in tutto il mondo. Dal permesso di stampa si evince peraltro che le Considerazioni furono pubblicate a Firenze con l’assenso di Paolo Vinta. Primo segretario del Granducato e fratello di Belisario, già corrispondente di Galileo e presto suo mediatore per il desiderato ritorno in Toscana.
Redazione Controcampus
Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro.
Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte.
Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto.
Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo.
Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics).
I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
La Storia
Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione.
Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani.
Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it.
Dalle origini al 2004
Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero.
Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore.
Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi:
Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione
Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia
Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno.
Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure.
Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10.
Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze.
Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50.
Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta.
Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali.
Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp.
È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia.
Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze.
La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico.
Dal 2005 al 2009
A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono:
Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali
Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria
Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo.
Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata.
Dal 2009 ad oggi
Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale.
Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
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